Più Lentini di così...

Marotta, altra prova no...

Marotta, altra prova no... 

Max Licari sull'ennesima prova deludente di Lentini. Sottil prova a cambiare, nessuna risposta...

Tre indizi, una prova
Tre partite, Bisceglie, Virtus Francavilla e Sicula Leonzio. Tre squadre fra le meno attrezzate e più in crisi del girone C. Tre prestazioni inguardabili sotto ogni profilo. Solo un numero non si allinea al tre, ed è il quattro dei punti conquistati sui nove disponibili di un trittico che avrebbe dovuto, a tutti i costi, rilanciare i rossazzurri nelle zone altissime della classifica e che invece ne ha sancito l’inequivocabile ridimensionamento. Mi sembra che, come si suol dire, tre indizi di tale portata possano costituire una prova molto concreta. Il Catania, così com’è adesso, non ha le potenzialità per recitare il ruolo di protagonista assoluto che noi tutti attendevamo. E non solo a livello atletico, un “tallone d’Achille” che forse si poteva anche un minimo prevedere data la composizione dell’organico, in specie nei giocatori più rappresentativi. Purtroppo, le deficienze appaiono chiare pure sotto il profilo qualitativo. Il campo dice che alcuni “vecchi” mostrano la corda e quasi tutti i nuovi non sono così forti come immaginavamo. Nel primo caso, gente come Barisic, Lodi, Curiale, tre ipotetici “titolarissimi”, stanno rendendo assai al di sotto degli standard minimi richiesti; nel secondo, si tratta di un quasi “plebiscito”, nel senso che facciamo fatica a trovare un giocatore, un solo giocatore di cui si possa dire che stia facendo un campionato sopra le righe, come dovuto a una società che ha un unico obiettivo, la promozione. La realtà, duole dirlo, è questa. Non è riuscita la composizione della lista degli over, in tutti i settori del campo. Se volessimo fare un’analisi approfondita, potremmo dire che i soli difensori centrali (Aya e Silvestri, malgrado anch’essi qualche “defaillance” evidente l’abbiano mostrata), i due mediani difensivi Biagianti e Rizzo (gente deputata solo alla distruzione del gioco avversario, con scarse qualità di costruzione, di inserimento e di conclusione a rete) e i due ragazzini Baraye e Manneh (seppur con i limiti dovuti all’età) abbiano fin qui sciorinato un rendimento sufficiente (sufficiente, non buono, non ottimo). Gli altri, a parte Calapai e Marotta (che, in ogni caso, 5 reti le ha messe a segno), cui si potrebbe affibbiare un “cinque e mezzo/sei meno meno” per la sola attitudine alla corsa e alla battaglia, tutti si attestano o abbondantemente intorno al cinque o proprio al quattro pieno. In particolare, il Catania non funziona sulle corsie basse (Ciancio e Scaglia, i titolari, fra i più deludenti) e alte (malissimo Barisic, male Vassallo, Llama non pervenuto, e parliamo di coloro che nelle intenzioni avrebbero dovuto essere i titolari). Non funziona nemmeno in fase di costruzione del gioco, dato il rendimento a scartamento ridotto (a livello atletico) di Lodi e il mancato inserimento di Angiulli, i due uomini che, in teoria, avrebbero dovuto accendere la luce dalla trequarti in su. Se a ciò aggiungiamo un Curiale che sostanzialmente non si regge in piedi e un Brodic che non appare pronto (e la partita del “Nobile” lo ha confermato a pieno) ad assumersi determinate responsabilità, si giunge ad avere una dimensione esatta della situazione attuale, una situazione assai complicata che come unica via d’uscita lascia il mercato di gennaio. Un mercato che dovrà essere corposo, perché questa squadra manca non solo di gamba, ma anche di qualità. Certo, poi qualcuno dovrà giustificare il perché il Catania sia assolutamente fermo in campo, il perché venga subissato agonisticamente e fisicamente da qualunque avversario, anche il più scarso. E dovrà spiegarlo senza appigliarsi ad alibi di comodo, perché quello che è accaduto in estate ormai è storia, fra l’altro condivisa con le altre società coinvolte nella vicenda ripescaggi. E non risulta che tutte si trovino a 11 punti di distacco dal primo posto dopo una quindicina di partite… Ma questo dovrà avvenire in un secondo momento. Discorso a parte vorrei proporlo a proposito dell’allenatore. È vero, il Catania non ha uno straccio di gioco, non corre, non ottiene risultati di rilievo e molte volte il sottoscritto si è ritrovato a commentare con estrema perplessità alcune sue scelte tecnico-tattiche. Tuttavia, l’onestà intellettuale che sempre guiderà le mie disamine mi impone di rimarcare un fatto lampante: a Lentini, Sottil ha messo dentro la squadra che noi tutti gli avevamo richiesto, più o meno quella che aveva “fatto bene” a Reggio Emilia. Risultato? Non penso vi sia bisogno di attestare ovvietà, altrimenti scadremmo nel banale. Allora, non è che ciò, forse, ci suggerisca come il tecnico ex livornese non sia un autolesionista suicida e, in realtà, non abbia quella “ampia facoltà di scelta” che qualcuno ancora pensa possa avere? Ciò non significa che non abbia responsabilità, attenzione. Non significa, altresì, che un altro non potrebbe avere risultati migliori, riuscendo magari a toccare “tasti” diversi. Significa meramente che le colpe non sono solo sue. Significa che non ha a disposizione un organico da primo posto, ma semplicemente una rosa in grado di raggiungere i playoff in una posizione più o meno favorevole. Significa che ci eravamo sbagliati e che bisogna rimediare a gennaio, se non si vorrà ricominciare l’anno prossimo ancora dalla terza serie “semiprofessionista”. Tutto qui.

Nemmeno il Piano B funziona...
Come accennato sopra, Sottil sceglie, in occasione di un match da vincere con ogni mezzo dato il mezzo passo falso della Juve Stabia a Vibo, una formazione in cui vengono schierati quasi tutti i giocatori ipoteticamente più “di gamba” in organico. Dentro Calapai, Bucolo, Rizzo, Angiulli, Brodic, Manneh, in pratica molti di quelli che avevano ben giocato a Reggio Emilia contro il Sassuolo in Coppa Italia. Di fronte, un team proveniente da un punto nelle ultime sei gare e in cui il nuovo allenatore Torrente si è insediato ben… quarantotto ore prima! Ebbene, quantificare la delusione di tutti i tifosi etnei per la prestazione della squadra sarebbe impossibile. L’aggettivo più consono sarebbe “orrorifica”. Si viene fuori dal “Nobile” con un punto solo perché l’avversario è modestissimo e in crisi, nonché i due difensori centrali e i due mediani (fin quando in campo) catanesi reggono in fase difensiva, perché per il resto si può parlare di disastro. Primo tempo in cui non si produce una sola azione degna di nota, all’insegna della lentezza, senza un filo logico a centrocampo (male Bucolo e Rizzo, volenteroso ma arruffone Angiulli), con il solo Manneh sporadicamente a tentare qualche percussione in area avversaria; prima frazione in cui la Leonzio corre e chiude ogni varco, addirittura prendendo un palo. Ripresa all’insegna della confusione, con i soliti "cambi della disperazione” di Sottil, a disegnare l'immancabile 4-2-4 finale con Barisic (che, entrato a inizio ripresa al posto dello spento Brodic, riesce a fare ancor peggio), Lodi, Manneh, Curiale (inesistente) e Marotta (mai pericoloso) contemporaneamente in campo. Nessun tiro nello specchio della porta, nessuna parata degna di nota da parte di Polverino, che sia ben chiaro. La squadra di casa, di contro, sfiora il gol almeno in due occasioni, con Gomez e Sainz Maza (sul solito “orrore” di un Pisseri veramente in difficoltà nel gioco con i piedi). Ai punti, avrebbero certamente meritato il successo i bianconeri padroni di casa, protagonisti di una prestazione tutta corsa, grinta e cuore, qualità che hanno fatto assai difetto al Catania. Ulteriore nota: il Catania ha giocato sostanzialmente in casa, considerato che forse era presente un numero maggiore di sostenitori rossazzurri rispetto a quelli bianconeri. Nessun alibi, dunque.

Solo il risultato
Ormai lo abbiamo compreso, in queste ultime tre partite dovremo fare quanti più punti possibile, in qualsiasi modo, senza pensare ad altro. Conterà solo il risultato, per poi sperare in un gennaio di cambiamenti in positivo. Pertanto, domenica prossima in casa con la Cavese, ci auguriamo che Sottil metta in campo i giocatori che possano garantire il minimo sindacale per raggranellare i tre punti. Al momento, solo questo possiamo chiedere. Triste. Molto triste. Let’s go, Liotru, let’s go!!!