Pasquale Marino-Catania: atto terzo

Il presidente Pulvirenti e mister Marino: un duo che si ricompone

Il presidente Pulvirenti e mister Marino: un duo che si ricompone 

In attesa dell'annuncio ufficiale ecco un profilo approfondito del tecnico marsalese, alla terza esperienza in rossazzurro...

Otto anni dopo
Marino si. Marino no. Poi nuovamente si. Puoi nuovamente no. Alla fine il lungo tira e molla, che sembrava dovesse diventare la telenovela d’inizio estate, si è risolto con il lieto fine tanto sperato dai tifosi rossazzurri: “Grazie Vicenza, adesso torno a casa”. Con queste parole, estrapolate dal messaggio postato sulla sua pagina ufficiale Facebook, mister Pasquale Marino ha sentenziato ufficiosamente il ritorno nella “sua” Catania. Ufficiosamente, perché per il ritorno del tecnico marsalese sulla panchina degli etnei mancano solo i crismi dell'ufficialità provenienti da Via Magenta. Un ritorno tanto atteso che giunge dopo otto stagioni vissute, tra fortune alterne, tra Udine, Parma, Genova (sponda rossoblù), Pescara e Vicenza. Marino, atto terzo. Dopo le fortunatissime esperienze di calciatore prima ed allenatore poi, coronate entrambe da due promozioni indimenticabili.E se non c’è due senza tre…

2005/06-2015/16: stesso obiettivo
Estate 2005. Reduce da una sofferta salvezza ad Arezzo Pasquale Marino ritorna a Catania – stavolta nelle vesti di allenatore – portando con sé l’intero tridente aretino: Gionatha Spinesi, Robertino De Zerbi ed Umberto Del Core. Un poker d’assi che, alla lunga, insieme all’apporto dei vari Davide Baiocco, Beppe Mascara e Fabio Caserta, si rivelerà decisivo per la conquista di quel sogno chiamato “Serie A”. A dieci anni esatti da quell’estate, carica di speranze, buoni propositi e sogni di gloria germoglianti, mister Marino ritorna sulla panchina rossazzurra con lo stesso obiettivo di allora: riportare l’Elefante in massima serie. Con lui dal Monte Berico il fedelissimo secondo Massimo Mezzini e, probabilmente, anche alcuni perni dello scacchiere biancorosso: Federico Moretti (lasciato andare in Veneto con troppa fretta), l’ex rosanero Davide Di Gennaro (inventato play-maker proprio da Marino); il difensore Nicolò Brighenti e l’esterno d’attacco peloritano Tonino Ragusa. Scommessa suggestiva, piena di fascino ma, allo stesso tempo, piena d’insidie. Innanzitutto, bisognerà sfatare il mito che vuole i “cavalli di ritorno” mai all’altezza della prima corsa e, soprattutto, ricostruire, oltre alla squadra, un ambiente provato e logorato da due stagioni da film horror. A Don Pasquale l’arduo compito di far ritornare rossazzurro il cielo sopra l’Etna.


Calciatore: tra gli eroi di Gangi
Nato a Marsala, il 13 luglio 1962, Pasquale Marino è uno tra i personaggi calcistici più importanti degli ultimi vent’anni di storia catanese: prima come valoroso combattente nei campi polverosi del CND e della C2, poi come leggendario condottiero in panchina con una promozione in Serie A, seguita da una salvezza memorabile in quel di Bologna. Pagine di storia che rievocano, anche a distanza di anni, emozioni sempre vive. Il Marino calciatore (centrocampista) giunge a Catania, sul finire di carriera, nell’estate 1994 come valido rinforzo per compiere il ritorno tra i professionisti. Con 3 reti in 25 presenze Marino contribuisce alla promozione in C2 conquistata sotto la guida del maestro Angelo Busetta. Nelle successive due stagioni in rossazzurro, prima del ritiro, totalizza altre 43 presenze e 4 reti sfiorando la promozione in Serie C1 nel ‘drammatico’ spareggio di Avellino contro la Turris nella stagione 1996/97, l’ultima da calciatore. In totale con la casacca rossazzurra totalizza 75 presenze (7 in Coppa Italia C) e 7 reti: un curriculum non male per un centrocampista di qualità.

Allenatore: due anni da urlo
Appese le scarpette chiodate al chiodo intraprende la carriera di tecnico partendo dalle categorie inferiori. Milazzo, Ragusa, Paternò (‘portato’ dalla D alla C1), Foggia (promozione in C1) prima della salvezza in B con l’Arezzo. È il prologo al ritorno sotto l’Etna. Estate 2005 dalla Toscana Pasquale Marino porta con sé il tridente Spinesi, De Zerbi, Del Core ed il suo fantasioso modo d’intendere il calcio incarnato nello spettacolare 3-4-3. Dopo un avvio complicato, contrassegnato da risultati altalenati (4-1 all’Atalanta, 1-3 dal Crotone), dopo la sconfitta di Mantova (secco 3-0 per i virgiliani) arriva la svolta della stagione. Marino cambia modulo, dall’amato 3-4-3 passa allo ‘zemaniano’ 4-3-3, ed il Catania vola in vetta. Dal “Martelli” parte la splendida cavalcata dei rossazzurri culminata nel magico pomeriggio del 28 maggio 2006. Catania promosso in Serie A dopo 23 anni!E’ storia. La stagione nella massima serie è double face: prima parte da Champions League (quarto posto alla fine del girone d’andata), seconda parte in sofferenza vissuta da esuli girovagando per l’Italia. La tragica notte del 2 febbraio 2007 è lo spartiacque della stagione etnea e, forse, anche della carriera in rossazzurro di Marino. Il Catania cola a picco conquistando, però, proprio all’ultimo respiro una soffertissima, ma allo stesso tempo, meritatissima salvezza. E’ il 27 maggio 2007 la pioggia bolognese ‘benedice’ quella serie A che rimane ancora a Catania. L’ultima immagine in rossazzurro del tecnico marsalese è l’abbraccio emozionante col Presidente Nino Pulvirenti. Dalla polvere del dilettantismo alla luce della Serie A. In due dei passaggi fondamentali della storia del Calcio Catania 1946 c’era anche lui, Don Pasquale Marino da Marsala.

82 panchine, 119 punti
Nelle due stagioni vissute sulla panchina rossazzurra mister Marino ha totalizzato 82 gettoni, due dei quali in coppa Italia. Bilancio ampiamente positivo: 22 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte nel campionato cadetto 2005/06, concluso con la promozione diretta in Serie A con 78 punti nel carniere; 10 vittorie, 11 pareggi e 17 sconfitte nel campionato seguente, concluso con la salvezza degli etnei con 41 punti. In totale; 32 vittorie, 24 pareggi (uno in coppa Italia, contro il Pisa) e 26 sconfitte (una in coppa Italia, col Taranto).