Palermo-Catania, ex: da Di Bella a Zenga, da Mascara ad Odjer

Moses Odjer, in maglia rossazzurra nel 2014-15, oggi centrocampista rosanero

Moses Odjer, in maglia rossazzurra nel 2014-15, oggi centrocampista rosanero 

Focus sui doppi ex delle due squadre siciliane in vista del derby di lunedì 9 novembre

Tre ex rossazzurri
In vista del “Derby di Sicilia” fra Palermo F.C. 2019 e Calcio Catania 1946 fari puntati sul ‘fattore ex’. Negli attuali organici di rosanero e rossazzurri figurano tre ex, tutti appartenenti alla compagine occidentale dell’isola. Il più rappresentativo è Renzo Castagnini, attuale direttore sportivo del club rosanero. Nella carriera calcistica di Castagnini, avviata e conclusa in terra toscana, ci sono anche tre stagioni in rossazzurro, dal 1979 al 1982, per un totale di 83 presenze, una rete (segnata al Genoa nel campionato cadetto 1980/81) e una promozione in B con mister De Petrillo in panchina. In campo, invece, gli altri due ex rossazzurri si collocano tra centrocampo ed attacco. In mediana troviamo Moses Odjer, autore di 11 presenze nella travagliata stagione 2014-15 in cadetteria. Esperienza diversa per Andrea Saraniti, passato nel vivaio rossazzurro ma senza mai esordire in prima squadra.

Roberto De Zerbi, a Palermo come tecnico con poche fortune 



Carmelo Di Bella, il simbolo
Il giusto ‘legamento' tra calciatori ed allenatori è rappresentato dal compianto Don Carmelo Di Bella. Nato a Catania (il 30 gennaio del 1921), scomparso a Palermo (il 9 settembre del 1992), Di Bella ha legato la propria vita, da calciatore prima e da allenatore poi, alle due squadre siciliane, con diversi addii e ritorni da una sponda all'altra dell'isola. Vittorie, promozioni, salvezze, retrocessioni, gioie e dolori in un mix tutto rossazzurro-rosanero.

Allenatori: da Baldi a Sannino
Oltre a Carmelo Di Bella nella panchina rossazzurra-rosanero c’è posto anche per altri allenatori. Il primo della lista è Fioravante Baldi, allenatore del Catania che sfiorò la promozione in massima serie nella stagione 1952-53. Qualche stagione più tardi, nel 1960-61, l’approdo sulla panchina palermitana: stagione tribolata, costellata dalle staffette con Pasquale Morisco e Eliseo Lodi, conclusa con la promozione in A. Altra promozione, stavolta sul versante orientale, quella conseguita da Gianni Di Marzio al termine del campionato cadetto 1982-83. Il tecnico campano, attuale consulente dei rosa, guidò il Palermo nella parte finale della stagione 1991-92, conclusa con la retrocessione in C1. Durante gli anni catanesi di Di Marzio il tecnico rosanero è Antonio "Mimmo" Renna, che siederà sulla panchina etnea nella stagione 1984/85, quella immediatamente successiva alla retrocessione dalla massima serie. Sul finire degli anni ottanta trova posto Pino Caramanno, palermitano di Piana degli Albanesi. In rosanero una promozione in C1 (nel 1987-88), in rossazzurro un onorevole sesto posto in terza serie (nel 1991-92) al termine di un’annata travagliata. Ad inaugurare gli anni duemila ci pensa il ‘sergente di ferro’ Nedo Sonetti, giunto sia a Palermo che a Catania da subentrante: in rosanero al posto di Daniele Arrigoni (nel 2002-03), in rossazzurro per Maurizio Costantini (nel 2004-05). Doppio esonero per Silvio Baldini: silurato da Zamparini (con i rosanero in piena lotta per la A, nel gennaio 2004) a causa di alcune incomprensioni proprio col presidente rosanero; al Catania per buona parte della stagione 2007-08 prima di essere sostituito da Walter Zenga. Ampiamente positiva l’esperienza catanese dell’Uomo Ragno, contraddistinta da due salvezze consecutive in massima serie ed impreziosita dal rotondo 4-0 rifilato al Palermo al “Barbera” il primo marzo 2009. Decisamente da dimenticare l’esperienza palermitana, conclusa a novembre con l’esonero dopo il pari interno col Catania di Atzori. Chiudono la carrellata "Mister episodi" Stefano Colantuono (memorabili le sfide col Catania di Marino durante la sua esperienza a Bergamo che ha seguito quella alle falde dell'Etna e preceduto il "va e vieni" imposto da Zamparini a Palermo) e Giuseppe Sannino, allenatore entrato in pochi mesi nel cuore dei tifosi per il suo temperamento ma allontanato dalla società (all'epoca - autunno 2014 - diretta da Pablo Cosentino) per qualche screzio di troppo col preparatore atletico Ventrone.

Walter Zenga alla guida del Catania 



Cambi diretti: da Biagini a Ranieri, da Lugnan a Silvestre
Nella concezione dei ‘romantici’ l’eventualità che un proprio beniamino possa indossare la casacca della squadra rivale è pressoché inaccettabile. Ancor di più se quel calciatore passa dall’altro lato della barricata a distanza di qualche mese. Tuttavia, nella storia di Catania e Palermo ci sono stati diversi passaggi ‘diretti’. In epoca ‘preistorica’ troviamo Ferruccio Bedendo (dal Catania al Palermo nel 1937) e Nello Tedeschini, che passarono dal Catania al Palermo rispettivamente nel 1937 e nel 1940. Negli anni cinquanta e sessanta, troviamo Ferruccio Santamaria (dal Palermo al Catania nel 1952), Elio Grani (dal Catania al Palermo nel 1962), Graziano Landoni (dal Catania al Palermo nel 1966) e soprattutto Alvaro Biagini, diventato rossazzurro nell’estate 1959 dopo quattro anni di rosanero. Dopo la pausa degli anni settanta, a metà degli anni ottanta spicca il nome di Claudio Ranieri che dopo una promozione in A col Catania – seguita da un’amarissima retrocessione – decide di vestirsi di rosanero nell’estate 1984. Qualche anno più tardi, nel 1987, è la volta di Orazio Sorbello fare il tragitto inverso. All’alba degli anni novanta troviamo Luca Cecconi e Maurizio Spigarelli, dal rossazzurro al rosanero rispettivamente nel 1991 e 1992. Cinque anni più tardi, nell’estate 1997, tocca al difensore Angelo Tasca salutare l’Occidente per trasferirsi in Oriente. Nella seconda parte del 1999, a pochi mesi distanza dalla promozione in C1 con Piero Cucchi, due pezzi di quella squadra sbarcano a Palermo: Luca Lugnan (in rete contro il Catania nel derby de “La Favorita”) e Alessandro Cicchetti. Infine, la raffica degli anni duemila, inaugurata nella tarda estate del 2007 dal rumoroso passaggio in rosanero di Fabio Caserta. Destino insolito per il centrocampista calabrese, due volte in rete nel derby di Sicilia ma con due maglie diverse. Nel gennaio 2009 Ciro Capuano – autore nel dicembre 2006 della rete numero 700 del Palermo in serie A – lascia il rosanero per vestire il rossazzurro. Pochi mesi più tardi, come detto in precedenza, Walter Zenga decide di abbandonare i panni di ‘Walter One’ per indossare quelli di ‘Coach Z’, con risultati tutt’altro che soddisfacenti. Nell’estate 2011 l’argentino Matias Silvestre, fino a quel momento capitano del Catania, sposa la causa rosanero: al Catania sette milioni più mezzo cartellino di Davide Lanzafame. Infine, nell’autunno del 2012, dopo la brevissima parentesi al Genoa, tocca a Pietro Lo Monaco percorrere (senza grosse fortune) la già battuta A19.

Cristian Terlizzi in maglia rossazzurra 




Mi ritorni in Ment...Ex
Ampia carrellata finale con gli altri ‘doppi ex’ di Catania e Palermo. Prima in rossazzurro, poi in rosanero è il caso di Giuseppe Bellusci, Antonino Barraco, Giancarlo Cadè, Valerio Majo, Bortolo Mutti (attaccante del Catania negli anni settanta, allenatore del Palermo negli anni duemila), Walter Novellino, Michele Paolucci (appena sei mesi nel 2011), Mario Paradisi, Angelo Pereni, Giuseppe Testa, Roberto De Zerbi (a Catania come calciatore, a Palermo come tecnico) e l’attaccante Davide Possanzini, quest’ultimo da calciatore con entrambe le maglie. Percorso inverso per Mariano Andujar, Sebastiano Alicata (attaccante anni sessanta, prima al Palermo e poi al Catania), Mario Sernagiotto, Lorenzo Barlassina (settanta presenze nel Palermo, oltre 160 nel Catania), Lorenzo Battaglia, Pier Paolo Bresciani, Mirco Brilli, Edgar Junior Çani, Massimo Cicconi (in rete per il Catania nel 5-1 dei rosa nel 2000-01), Totò Criniti, Jeda, Giorgio Lucenti, Mariano Marchetti, Giovanni Martusciello (due reti ai rosanero nel 3-3 del 2003), Giuseppe Mascara (in rete al “Barbera” in due occasioni, una delle quali il memorabile tiro al volo da centrocampo nello 0-4 del 1° marzo 2009), Giovanni Orfei, Antonio Mazzotta, Walter Pontel, Pietro Tarantino, Giacomo Tedesco, Christian Terlizzi (anche lui a segno al "Barbera" con la maglia degli etnei), Gaetano Troja, Salvatore Vullo, Bruno Pace, Edy Reja (al Palermo da calciatore, a Catania come tecnico), Luca Atzori (vedi Reja) e Luigi Valsecchi. Capitolo a parte merita Pasquale Marino, bandiera rossazzurra (come calciatore e come allenatore), tecnico dei rosanero per qualche settimana nel giugno 2019 prima del fallimento dell'Unione Città di Palermo 1987.