Paganese-Catania 2-1: Agonia rossazzurra

Ennesimo passo falso per Federico Scoppa

Ennesimo passo falso per Federico Scoppa 

Gli etnei regalano un tempo, sciupano il possibile 1-2 e con un errore da matita blu rimediano la terza sconfitta consecutiva.

Alla luce dei risultati maturati sugli altri campi del girone C di Lega Pro prima del calcio d'inizio del match di Pagani, il Catania avrebbe avuto la possibilità, espugnando il “Marcello Torre”, di rientrare in zona playoff e raggiungere il 9° posto. Invece ha finito per scivolare ancora più giù in classifica, venendo scavalcato dagli azzurrostellati. I playoff restano lì, a un tiro di schioppo, ma restano anche gli interrogativi sorti nelle ultime settimane a seguito dell'evidente involuzione in cui è incappato il gruppo: ha senso qualificarsi alla coda di stagione con una squadra che in questo momento farebbe fatica a superare anche il primo turno? Ha senso continuare a schierare giocatori fisicamente alle corde e sprecare l'opportunità di lanciare forze fresche da testare per il futuro? In questo senso, ogni partita che passa è un'occasione persa, ma del resto la società – attraverso il proprio ad – ha ribadito più volte (persino nelle ultime conferenze) che il raggiungimento dei playoff resta un obiettivo imprescindibile. Che si tenti sino all'ultimo la disperata e tortuosissima scalata alla serie cadetta è apprezzabile sotto il profilo delle intenzioni, ma al contempo rappresenta un'utopia e alla dirigenza dovrebbe tener presente che il progetto sportivo di questa stagione si è già rivelato fallimentare e tale resterà anche nel caso in cui si dovessero disputare un paio di partite in più dopo la conclusione della regular season.

Ritorna il 4-3-3, con Tavares in posizione inedita
Con una settimana di lavoro in più e con le idee un po' più chiare, Giovanni Pulvirenti ridisegna il Catania, “tornando all'ovile” sotto il profilo tattico. L'ex tecnico della Berretti schiera il 4-3-3, dove trovano posto, tra gli altri, Marchese nell'originario ruolo di terzino sinistro (grazie all'indisponibilità di Djordjevic), Scoppa davanti alla difesa (a Lecce si era sentita la mancanza di un regista che dettasse i tempi) e Tavares nell'inedita posizione di ala sinistra.
Modulo speculare quello adottato da Grassadonia, che conta sulla coppia di ex rossazzurri De Santis-Carillo al centro della difesa, sul classe 1978 Manolo Pestrin in cabina di regia e sul “falso nueve” Reginaldo, una vera e propria spina nel fianco. Ma il vero “crack” della formazione campana è l'ala sinistra Cicerelli, pronto a mettere alle corde Parisi.

“La differenza tra te e me”: Scoppa vs Pestrin
La prima frazione di gioco, per i sostenitori etnei, è piuttosto sconfortante. Nonostante la presenza di Scoppa, il Catania fatica a creare gioco. Anzi, proprio l'argentino si distingue in negativo perdendo palloni in zone pericolose della propria metà campo. Si rivede un difetto cronico di questa stagione: i giocatori non verticalizzano mai, o quasi, e alternano retropassaggi a lanci raramente azzeccati. Pozzebon viene spesso incontro sulla trequarti, ma poi perde troppo tempo per controllare il pallone e non riesce a smistarlo nel migliore dei modi. In buona sostanza, la squadra di Pulvirenti non ha gioco e si affida unicamente ad estemporanee fiammate. Di contro, la Paganese, guidata a centrocampo da un signore che ha 38 primavere sulle spalle, riesce a costruire buone trame, giocare spesso di prima, e mettere in mostra la verve di Cicerelli che salta con facilità l'uomo sulla sua zona di pertinenza. Nulla di sorprendente, per una squadra che, a differenza di quella etnea, è composta da giocatori che grazie alla coerenza tattica del proprio mister hanno trovato il necessario feeling. Per tali ragioni, il vantaggio maturato al minuto numero 36 su calcio d'angolo, col quale si chiude la prima frazione di gioco, è assolutamente meritato.

Gravissimi errori, in attacco e difesa, costano il mancato vantaggio prima e la sconfitta poi
Al rientro dell'intervallo i ragazzi in maglia bianca si presentano in campo con lo stesso schieramento tattico ma con un atteggiamento mentale decisamente diverso, grazie al quale nei primi venti minuti della ripresa riescono a schiacciare l'avversario nella propria metà campo, come quasi mai era accaduto nel corso di questa stagione. Il gol realizzato da Di Grazia, per quanto favorito dalla sfortunata deviazione di un difensore avversario, è il frutto del forcing operato in questa fase del match. Il Catania riesce a trovare continuità e convertire il predominio territoriale in ulteriori occasioni da rete. Ma prima è Pozzebon a sciupare nel più inopinato dei modi la rete del possibile vantaggio, facendosi ipnotizzare da Liverani tutto solo in area di rigore; poi è lo stesso ex estremo difensore etneo che risponde ad un tentativo di un finalmente intraprendente Fornito. Pulvirenti prova ad incoraggiare il buon momento vissuto dai suoi inserendo un esterno puro come Russotto al posto dello spaesato Tavares. Grassadonia risponde con Herrera, che rimpiazza il non pervenuto Bollino. Biagianti e compagni tirano il fiato per qualche minuto, ma in questo modo consentono ai padroni di casa di riaffacciarsi dalle parti di Pisseri. Ed ancora una volta, da un'azione d'angolo, scaturisce il gol della Paganese, complice una marcatura da film horror di Marchese sul numero 10 avversario Firenze. L'episodio è una mazzata per i rossazzurri, e a nulla valgono gli ultimi correttivi di Pulvirenti, che vira sul 4-2-4 (con Bucolo e Barisic che rilevano Scoppa e Fornito) senza ottenere i risultati sperati

Catania-Foggia, sulla carta gara proibitiva
Per il Catania si tratta della terza sconfitta consecutiva. “Impresa” che al club dell'Elefante non riusciva da oltre due anni. Il prossimo avversario, invece, se la passa bene: è il Foggia di Stroppa, fresco vincitore dello scontro diretto al vertice della classifica coi “cugini” del Lecce. Si tratta del quinto successo di fila dei satanelli che a questo punto vedono più vicino il traguardo della promozione diretta. Sulla carta, in questo momento alla squadra rossonera non potrebbe capitare avversario migliore. Ma è pur vero che i pronostici sono fatti per essere ribaltati (Melfi docet) e che, al di là di ogni ragionamento di classifica, agli etnei non mancheranno certo le motivazioni: una bella figura contro la capolista contribuirebbe a ridurre il deficit di fiducia nei propri mezzi e lancerebbe nel migliore dei modi la volata verso il finale di una stagione che, però, sembra purtroppo già segnata in negativo.