Lo Monaco: 'Clima distruttivo. Vogliamo che la gente lotti con noi fino alla fine'

Pietro Lo Monaco in una foto d'archivio

Pietro Lo Monaco in una foto d'archivio 

La conferenza stampa di Pietro Lo Monaco sul momento del Catania

Nel pomeriggio di oggi, venerdì 22 febbraio, l'amministratore delegato rossazzurro Pietro Lo Monaco è intervenuto in sala stampa a Torre del Grifo, parlando del momento dei rossazzurri.

«La conferenza stampa è stata indetta perché mi sembrava corretto e giusto fare un punto della situazione al momento storico del nostro campionato in cui siamo arrivati. Mancano 11 giornate e 33 punti in palio. La Juve Stabia ha 8 punti sul Catania che ha una partita in meno. Il campionato se lo giocano in quattro squadre ed è l’unico caso su tre gironi, dove c’è una certa competitività, dove ci sono quattro squadre a giocarsi un posto utile a prescindere dai play-off. Il Catania ha fatto 50 punti e ha un ruolino di marcia invidiabile in casa, meno fuori casa. L’anno scorso ha fatto 70 punti, aveva battuto il record delle vittorie fuori casa e si è fermato alle semifinali play-off».

«Abbiamo riscontrato che ad oggi c’è un clima con un gusto sadico nel distruggere le cose, un clima distruttivo. Siamo arrivati a ritenere addirittura la vittoria per 2-1 in casa con la Paganese, dopo che eravamo andati in svantaggio con il gol dell’anno, che la Paganese aveva tirato tre volte in porta, ma non è così, l’ho rivisto più volte a casa. C’è chi ha detto che il Catania ha rischiato di pareggiare, che ha giocato una partita bruttissima. Anche con la Casertana, si è detto: "gioco brutto, primo tempo di merda" e chiaramente a questo si accodano, no i tifosi, quelli della curva. Perché io faccio il distinguo tra i tifosi e quelli della curva, cosa che non fa qualche giornalista. Io non ho mai chiesto ad un giornalista di scrivere quello che volevamo noi, li ho sempre lasciati liberi. Quando leggo: "a fine campionato giudicheremo", io divento matto. Ma chi sono sti giudici e per cosa? Per arrivare a cosa? Stessa cosa quando sento gridare: "noi siamo il calcio Catania"...ma chi? Il Catania è dei catanesi, non delle curve. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Il Catania ha fatto 8 campionati di serie A, è diventato una realtà non importante, di più, presa in esempio da tanti. Poi ci sono stati 4 anni di grande difficoltà, ma non c’è nessuno che può dire: "io non c’entro nulla", a cominciare dalle curve: vi sembra normale che noi andiamo a giocare fuori casa senza tifosi? Solo danni, danni, danni di immagine, di considerazione verso certi organi e danni alla squadra, perché i giocatori l’apporto dei suoi tifosi in trasferta non l’hanno mai avuto. Ma dobbiamo vincere il campionato per forza, perché ci chiamiamo Catania. No! Non funziona così. Non sta scritto da nessuna parte che il Catania vince il campionato per virtù dello spirito santo. Si vince se tutte le componenti remano dalla stessa parte, oggi non è così. Oggi abbiamo le curve che fischiano perché non vinciamo con 3, 4 gol di scarto, fanno i giudici, "poi vedremo"…il Catania è sofferenza, sacrificio, esempio, è sempre stato questo, la maglia. No che io la calpesto andando a destra e sinistra solo per fare bordelli. A questo atteggiamento si accoda la stampa che scrive cose fuori di ogni logica e diamo spazio ai social, ma che serietà è? Ma ci rendiamo conto chi scrive sui social? Quattro frustrati. Questa gente dimentica che Bari è fallito, Napoli è fallito, Fiorentina è fallita, Salernitana è fallita, Vicenza è fallito, il Parma è fallito, l’elenco è lungo, il Catania non lo stiamo facendo fallire. E non farlo fallire non succede per virtù dello spirito santo. Il Catania tre anni fa era tecnicamente fallito. Oggi stiamo pagando tutti, stiamo facendo fronte a tutti i debiti. Io entro il 16 marzo devo pagare 900mila euro, per salvare "u Catania". Non so a che santo votarmi. Il Foggia non andava in B da più di 20 anni, il Lecce ci ha impiegato 7 anni spendendo 10/12 milioni all’anno in serie C. Noi abbiamo fatto la nostra strada, siamo una società affidabile e ci proveremo fino all’ultimo a vincere il campionato, ma da società. Abbiamo un settore giovanile di tutto rispetto, siamo primi in tutte le categorie. Il centro sportivo è un fiore all’occhiello in tutta Italia e la squadra si batte per andare in B. I numeri sono matematica, nel calcio di matematico non c’è niente. Il campionato lo vuole vincere anche il Catanzaro, il Trapani, la Juve Stabia e anche quest’anno siamo incappati in un campionato falsato. All’inizio non ci avrei mai scommesso un euro che non avremmo partecipato al campionato di B. È successo uno schifo. Abbiamo cominciato dalla quinta giornata. Vincendo la partita con la Juve Stabia che è imbattuta saremmo a 5 punti. Abbiamo dilapidato i punti con Bisceglie e Siracusa, vincendo quelle avremmo fatto lo stesso campionato dello Stabia, che a detta di tutti è extra terreno. Io capisco i fischi e le recensioni a fine partita quando si gioca male, ma tutto questo gusto sadico non lo capisco. Quando sono andato via io mi ricordo tutte le nefandezze da querele sui social e io devo vedere che un giornale nostro dà spazio ai social. Io mollo solo quando il Catania arriva a certi livelli, questo ho sempre detto. Il clima che c’è oggi è quello di "dagli all’untore". A volte mi sembra che si sia creata una strada dove qualcuno spera che il Catania perda per poter criticare, invece quando si vuole vincere fino all’ultimo si deve sostenere. Se possono puntare il Catanzaro e il Trapani perché non può puntare il Catania? Quando abbiamo fatto la squadra avevamo il capocannoniere del girone C della Serie C, abbiamo preso Marotta, ora abbiamo preso Di Piazza…ad oggi, bisogna essere onesti, il rendimento del settore avanzato non è dei migliori, sta venendo meno. Altro gioco al massacro è sentire che Sarno è rotto. Bianchimano a Catanzaro ha avuto problemi muscolari, Palumbo a Terni ha avuto problemi muscolari, stessa cosa per Chiricò a Monza, Sarno ha giocato 60 minuti e ha avuto problemi muscolari, ora ha ripreso. Con lui il Catania ha tutti gli effettivi per giocare col 4-3-3. Con la Paganese abbiamo avuto tante occasioni non sfruttate dai nostri attaccanti, mi aspetto che lo facciano nelle prossime partite».

«I primi a voler fuggire via da questa categoria siamo noi, noi società. Ma ci sono mille cose. Vai a giocare a Viterbo, mezza difesa fuori, ma ci devi andare e te la devi giocare. La Juve Stabia, quante partite ha vinto all’ultimo minuto? Se lo fai vuol dire che hai gli attributi ma è innegabile che fino ad ora hanno avuto molta buona sorte. Detto da quelli della Paganese: "a Castellammare di Stabia la palla non voleva entrare in porta", hanno avuto 3, 4 palle gol. Chi lo dice che Sottil non è la guida giusta? Perché non si vince a mani basse? Non è scritto da nessuna parte che si deve vincere a mani basse. Quando ci esprimeremo al massimo alzeremo l’asticella. Le squadre che arrivano ai play off, per giocarsela, devono farlo da squadra. È vero, sono sempre un terno al lotto, Cosenza docet. Noi l’anno scorso abbiamo dilapidato le occasioni per vincere il campionato. Ci sono ancora diversi scontri diretti e variabili impazzite come Reggina, Monopoli e Casertana, quindi è un campionato tutt’altro che finito. Noi vogliamo la gente che lotta con noi fino alla fine».

«Non c’è nessuna manifestazione di interesse per il Catania, ad oggi nessuno si è fatto avanti. Chi prende il Catania sa che deve prendere anche Torre del Grifo. Questa società è stata colpevole ma ha deciso di mettere a posto le cose».

«La paura di non farcela è una motivazione. Nessuno ti dà le certezze nel calcio, avete visto la Juve, che ha perso malamente con l’Atletico?»

«Contro la Juve Stabia ci sarà la giornata rossazzurra».