OvoMartina

Basta giustificazioni, basta alibi...

Basta giustificazioni, basta alibi... 

Max Licari sull'ennesimo disastro rossazzurro a Martina. Prestazione indecorosa e classifica preoccupante.

Crolla l’ultimo alibi
Ci vorrebbe proprio la famosa bevanda "energetica" che, sciolta nel latte, noi ragazzini degli anni '80 ingurgitavamo la mattina, per ridonare "forza e volontà" a questo incommentabile Catania! Cinque partite senza segnare, il quintultimo posto in classifica in Lega Pro e una sconfitta a Martina al culmine di una prestazione indecorosa costituiscono fardello troppo oneroso finanche per il più irriducibile dei tifosi rossazzurri. Crolla, peraltro, anche l’ultimo alibi: l’allenatore. L’effetto Moriero non si nota nemmeno sotto il profilo caratteriale. Mentre squadre come l’Akragas o lo stesso Martina traggono linfa dal cambio del tecnico, il Catania non solo perde, ma dimostra un livello di combattività pari a zero. Il massimo del minimo per le coronarie dei supporters, in specie dei 75 “eroi” presenti al “Tursi”. Ovviamente, pensare di poter imputare qualcosa a una persona giunta tre giorni fa a Catania sarebbe assurdo; nessuna colpa ha Moriero (sebbene facciamo sommessamente notare che il Catania pare l'unica squadra del campionato a non beneficiare della "scossa" tecnica nella prima partita). Cominciano a emergere in maniera possente, di contro, quelle dei giocatori. Ci si comincia a chiedere se non siano sopravvalutati e, soprattutto, caratterialmente inadeguati a una piazza come Catania. Una cosa è certa: veder in campo a Martina tre quarti di squadra SGUAZZARE NEL BAGNASCIUGA con secchiello e paletta come se si fosse a Marina di Cottone farebbe incazzare anche Sant’Egidio Abate… Mi sono vergognato io per i vari Ferrario, Calil, Russotto, Calderini, Musacci; dovrebbero vergognarsi, e molto, anche loro. Impresentabili dal punto di vista della condizione mentale, inaccettabili sotto il profilo della verve atletica. Ancora una volta, un pugno di ragazzotti di categoria, penultimi in classifica e dai mezzi tecnici limitatissimi, hanno umiliato in fatto di grinta, determinazione e corsa lo “squadrone blasonato” giunto in periferia “a miracol mostrare”. Siamo stanchi, per favore! Ci si deve chiedere, per esempio, per quale motivo, per il terzo anno consecutivo, a marzo i giocatori del Catania PASSEGGIANO in campo, mentre gli avversari corrono, tanto che si è costretti a cambiare il preparatore atletico. La realtà è che questa squadra, nel girone di ritorno, in fatto di punti realizzati, si colloca esattamente al posto in cui si ritrova, in zona play-out. Smettiamola di sognare e accendiamo l’allarme rosso: situazione delicatissima, si rischia di affondare definitivamente. Moriero, almeno, nel postpartita ci ha risparmiato le solite e trite analisi fantascientifiche da “universo parallelo”; si tratta di un piccolo passo avanti, ma non ci possiamo accontentare. Ha parlato di atteggiamento sbagliato, di mancanza di determinazione. E ha ragione. Un atto d’accusa gravissimo che non poteva non portare a un ritiro, ratificato dalla stessa società di Via Magenta nelle ore successive al match. Tuttavia, se questo ritiro dovesse risolversi in una sorta di “punizione” per i risultati ottenuti, non servirà a nulla, se non a incancrenire ulteriormente una situazione già grave. Dovrà, invece, servire a guardarsi negli occhi e a dare una soluzione fattiva ai problemi tattici e caratteriali che si sono riscontrati da inizio anno nel gruppo. Solo così potrà avere un senso.

Centrocampo da retrocessione
Mi auguro che questa partita serva a Moriero a schiarirsi le idee. Apprezzabile il fatto che abbia voluto fin dall’inizio cambiare il volto tattico alla squadra; probabilmente il 4-2-3-1 potrebbe anche funzionare, ma non con questo mix di giocatori. Il problema principale del Catania è a centrocampo, lo sanno anche i bambini. L’innesto di Di Cecco non ha fatto migliorare sensibilmente il rendimento della mediana, è vero, ma con compagni di reparto come il Musacci attuale nemmeno Pirlo o Redondo avrebbero potuto garantire un apporto alla causa accettabile. Se nella coppia davanti alla difesa ti ritrovi uno che su 10 passaggi te ne sbaglia 9 e ti impedisce la benché minima continuità nella transizione del pallone, non puoi andare da nessuna parte. Moriero l’ha provato, malgrado le precedenti pessime prove, va bene, ma adesso basta. Trovi soluzioni alternative, provi Agazzi, speri nel sollecito recupero di Castiglia (mi dicono possa essere pronto al massimo fra una decina di giorni), inserisca un giovane come Pessina, ma qualcosa di alternativo lo proponga! Non è possibile che il Catania vada in difficoltà con QUALSIASI centrocampo, anche quello di squadre come il Monopoli, il Melfi, l’Ischia o il Martina. Non è più possibile! Al “Tursi” è bastato un Rajcic a umiliare i mediani etnei. E un Baclet a punire nell’unica occasione utile l’errore di un poco attento Bergamelli, a dimostrazione di come anche i migliori stiano andando in confusione. Moriero ha, inoltre, tentato la carta Bombagi, invitato a galleggiare tra le due linee nella trequarti avversaria, ma l’ex stabiese sembra lontano da una condizione sufficiente; non è che Pancaro non facesse giocare un fuoriclasse della categoria… Ciò fa pensare che, considerato pure l’impatto di gente come Lupoli (da “Chi l’ha visto?”), il mercato invernale sia stato completamente “toppato”. Non mi ha convinto nemmeno la scelta di rinunciare a Garufo per inserire Pelagatti a destra. Ritengo che l’ex ascolano sia meglio al centro, dove invece Ferrario mostra una lentezza preoccupante per la categoria. Se a ciò aggiungiamo la certificazione che, come ampiamente previsto, Nunzella appare “scoppiato” per non aver potuto rifiatare nemmeno un minuto durante tutto il campionato e che l’attacco, se non segna l’altro “scoppiato” Calil, non indirizza in pratica un tiro nello specchio della porta avversaria, possiamo capire a che livelli di allarme si sia giunti in casa Catania. Adesso, è necessario metterci una pezza e finire il campionato nel miglior modo possibile, centrando una non scontata salvezza.Necessario intervenire subito, trovando la “quadra” che consenta di limitare i danni in un momento di scarsa vena atletica, nella speranza di fare qualche punticino e che il professor Petralia riesca, nel giro di una quindicina di giorni, a sistemare qualcosa in fatto di corsa. L’unica cosa che conta in questa categoria. Ci aspettiamo che Moriero riesca a trarre le indicazioni necessarie da questa tragica prestazione.

Juve
Domenica prossima il Catania dovrà approcciare la gara interna non come un match contro i non trascendentali ragazzi stabiesi, ma come una supersfida stellare contro la Juve. Al “Massimino” non scenderanno in campo Liotti, Polak, Favasuli o Nicastro, ma Bonucci, Pogba o Dybala! Solo sulla base di questa premessa "mentale" si potrà affrontare una gara così importante per il futuro dei rossazzurri in questo campionato. Mi auguro che Moriero riesca non solo a trovare il modulo e i giocatori adatti alla bisogna, ma che riesca a motivarli nella maniera più adeguata, facendo loro capire che in questa categoria se non si corre, non si ringhia, non si sputa sangue, si retrocede. E si rischia il “vituperio” (utilizzo volutamente un eufemismo) imperituro dei tifosi. Non consigliabile. Let’s go, Liotru, let’s go!!!