Na putemu fari Starita...

Baldini, serata da dimenticare al

Baldini, serata da dimenticare al "Veneziani"... 

Max Licari sul negativo esordio di Monopoli. Male e, per giunta, non si è lottato. Squadra da completare.

Così no
Tutti noi conosciamo la situazione attuale del Catania, sotto il profilo societario e tecnico. Ne conosciamo le grandi difficoltà finanziarie e strutturali, gli evidenti errori, gli sforzi di sopravvivenza. Pertanto, la netta sconfitta di Monopoli, inequivocabile e, per certi versi, inevitabile, non può sorprenderci. Quello che non ci sta assolutamente è l’amara constatazione che questi ragazzi non abbiano dato l’impressione di lottare in campo, che abbiano accettato quasi supinamente l’ineluttabile. In situazioni similari, chi si ritrova sull’orlo del precipizio tira fuori le unghie, sputa sangue, cerca di trasformare la disfida in una battaglia. I rossazzurri di mister Baldini non lo hanno fatto. Anzi, è parso proprio il sodalizio pugliese, formazione di modesta caratura, ad avere più rabbia, più grinta, più corsa, più reattività. E ciò non può essere accettato dai tifosi che amano il Liotru. Su questo è necessario interrogarsi subito. Perché, se questi giocatori hanno acconsentito a vivere un’avventura alle falde dell’Etna nella stagione probabilmente più difficile della sua storia, allora devono scendere in campo consapevoli della situazione e pronti a tirare fuori gli elmetti e le baionette; altrimenti, farebbero bene a dirlo subito di non sentirsela e a farsi da parte. Di figure barbine del genere non siamo disposti a subirne. Si può perdere, ancor più nella consapevolezza di determinate deficienze, ma non così, ammainando i vessilli dopo 15’, con le gambe molli, senza verve, senza idee, quasi svuotati, per giunta alla prima giornata di campionato! Gli sbagli ci possono stare, soprattutto quando non si è fenomeni, ma l’uggiosa indifferenza alla propria sorte no, questa a Catania non è consentita. Lo sappiamo benissimo che, in frangenti di incertezza societaria, in campo non si va tranquilli, ma si deve portare rispetto ai tifosi, a chi quella maglia pretende sia sempre onorata. Detto ciò, è chiaro che questa squadra, al netto delle assenze per infortunio, squalifica o “mal di pancia” (Claiton nel primo caso, Provenzano nel secondo e Piccolo nell’altro), non è completa. Per essere un minimo competitiva, almeno mancano quattro tasselli qualitativi e d’esperienza, dal difensore centrale, a un paio di mezzali, al centravanti. La partenza di giocatori fondamentali come Silvestri, Welbeck e Sarao, sarebbe delittuoso non evidenziarlo, pesa e si è constatata immediatamente in campo. Così restando, il Catania farà molta fatica in tutte le partite e contro tutti gli avversari; non dimenticando, del resto, che giungeranno un paio di punti di penalizzazione (e sempre nella speranza che non si presentino ulteriori “incidenti”). Gente come Giosa e Reginaldo appare in partenza, lo stesso Piccolo vorrebbe strappare le tende da Torre del Grifo: devono essere sostituiti in questi ultimi giorni di mercato, almeno per evitare amare sorprese. A Maurizio Pellegrino la patata bollente, un’impresa titanica da realizzare praticamente senza budget. La realtà oggettiva è questa e va rappresentata con chiarezza e senza alcun infingimento. Il medesimo Baldini, cui non può essere imputata finora alcuna colpa, ha il gravoso compito di tirare la carretta e compiere un piccolo miracolo. Ha tanti alibi, dall’incompletezza della squadra all’impossibilità di disputare amichevoli di preparazione esperita durante il ritiro, ma ciò che si è visto al ”Veneziani” non può non preoccupare. Sostanzialmente, dei nuovi arrivi, il solo Ceccarelli ha mostrato qualcosina, male tutti gli altri, come male hanno fatto tutti i vecchi, da Calapai a Pinto, da Maldonado a Rosaia. Anche Russotto, che alla fine si è dimostrato il più pericoloso (grande occasione fallita a tu per tu con Loria e clamoroso palo con tiro dal limite), ha evidenziato lacune in fatto di corsa e combattività. Su Izco inutile infierire, per rispetto della sua storia e perché ha accettato di aiutare in campo in un momento delicato, da uomo e innamorato della nostra città, ma sarebbe più utile nello spogliatoio, giacché il suo apporto sul terreno di gioco è impalpabile. A giovani o giovanissimi come Cataldi, Bianco, Russo o Sipos, ovviamente, nessuna critica può essere rivolta alla prima gara disputata in questa categoria. C’è tanto da lavorare, tatticamente, tecnicamente e in fatto di personalità, corsa e cuore. E, in questo senso, se non aiuteranno i “vecchi”, quasi nulli al debutto, non si potrà che affondare. L’avviso ai naviganti è stato lanciato, si spera che venga recepito immediatamente…

Il 4-3-3 di Baldini spazzato via dal 3-5-2 di Colombo
Fin dalle prime battute della partita si è compreso come i padroni di casa avessero maggior birra in corpo. Il 3-5-2 di Colombo, impostato su di un centrocampo robusto, due “quinti” (Viteritti e Guiebre) pronti a fluidificare e una coppia d’attacco ben assortita (Starita-D’Agostino), ha messo in scacco il 4-3-3 “anomalo” di Baldini, con Russini e Russotto ad alternarsi nel ruolo di “falso nueve”, considerata l’assenza di un centravanti di ruolo (o, per lo meno, con il giovane Sipos ancora non pronto a dare il proprio contributo dall'inizio). Gli etnei sono apparsi incapaci di far gioco in mezzo, con Maldonado in pessima giornata e poco aiutato da Rosaia e Izco, nonché poco brillanti sulle corsie laterali, dove Calapai e Pinto si sono rivelati in ritardo di condizione e, sostanzialmente, alla mercé dei pimpanti dirimpettai. In avanti, come detto, un po’ di brio dal solo esterno Ceccarelli; molto male Russini, altalenante Russotto. Del resto, quando prendi un gol dopo 5’ per un pastrocchio di Maldonado e Stancampiano e già al 15’ ti seghi le gambe concedendo il raddoppio su azione da calcio d’angolo, speranze ne puoi avere poche, in specie se ti mostri confusionario e mai nelle condizioni di renderti pericoloso. Fumo, solo fumo. La doppietta di Starita, in pratica, chiude il match dopo un quarto d’ora, senza che i rossazzurri mostrino nel primo tempo il benché minimo segnale di reazione. Nella ripresa, il Catania appare un po’ più vivace, con l’ingresso di Sipos, centravanti di ruolo, per Izco, ma si rivela un fuoco di paglia. Le già ricordate due fiammate di Russotto (56’ e 58’), non premiate dal gol, spengono definitivamente ogni velleità di recupero e si vede in campo una squadra veramente “depressa” e senza velleità di sorta. Nemmeno l’ingresso di Zanchi, Cataldi, Russo e Bianco, un veterano e tre ragazzotti alle prime esperienze, aggiungono alcunché. Così, il terzo gol di Viteritti al 78’ diventa quasi una formalità da espletare per i padroni di casa. Un 3-0 giusto e incommentabile.

Adesso, solo chiarezza
Adesso, l’unica cosa da fare è sperare che la squadra venga “aggiustata” nelle ultime giornate di mercato e che, contro il neopromosso Andria al “Massimino”, questi ragazzi dimostrino sabato prossimo di aver imparato la lezione. A Catania si lotta, in specie nelle difficoltà. Sempre. Let's go, Liotru, let's go!