Messina-Catania 1-2: una vittoria che ricorda Torre Annunziata 2001

L'esultanza di Baronchelli (con il numero 6) e Ambrosi dopo il gol dell'1-1 al Savoia

L'esultanza di Baronchelli (con il numero 6) e Ambrosi dopo il gol dell'1-1 al Savoia 

La vittoria sul pantano di Messina ha riportato a galla un altro 2-1 esterno sotto la pioggia. All'interno le immagini della gara

BINOMIO VINCENTE
Catania e la pioggia un binomio vincente, quasi indissolubile, capace di regalare negli ultimi vent’anni tante gare mozzafiato. Autentiche ‘danze sotto la pioggia’ che ritornano in mente ogni qual volta il cielo diventa inclemente e stizzoso. Chiudendo gli occhi il primo pensiero ha una data marchiata a fuoco: 12 marzo 2010, giorno della pazzesca rimonta del Catania di Mihajlovic sull’Inter di Mourinho, quella del Triplete tanto per intenderci. Gara cariche di pathos ed adrenalina che hanno fatto storia: il 2-0 del Catania di Marino al Chievo nello ‘spareggio’ di Bologna del 27 maggio 2007; il 3-2 al Genoa nella stagione 2012-13 con punizione finale di Ciccio Lodi; la rasoiata di Llama alla Samp nel match-spareggio del 2011; i pareggi, entrambi per 1-1, contro Juventus e Roma nella stagione 2011-12 con Montella in panchina. Per non parlare del 2-2 al Vicenza con magia finale di Orazio Russo, senza perdere di vista l’1-0 a L’Aquila firmato da Luca Lugnan nel novembre 1998 od il fragoroso 5-2 alla Fermana al “Pian del Lago” di Caltanissetta nel settembre del 2000. Tanta roba, tantissima, quasi tutta ‘prodotta’ tra le mura amiche del “Angelo Massimino-Cibali”, catino bollente che neanche la pioggia può spegnere. Parlando di vittorie sotto la pioggia colte in terra avversa, con gli occhi ancora pieni delle istantanee immortalate al “Franco Scoglio” di Messina, il nastro dei miei ricordi rossazzurri si è arrestato con veemenza alla gara di Torre Annunziata del 25 febbraio 2001 vinta dal Catania di Vincenzo Guerini al termine di 96’ minuti di battaglia. Tante le analogie tra le due gare in esame: stessa serie (allora si chiamava soltanto in un modo diverso, Serie C1); stesso periodo tardo-invernale; stesso clima e terreno pesante; stesso copione di gara (vittoria in rimonta) e, soprattutto, la stessa determinazione furente di una squadra vogliosa di scalare posizioni verso l’alto.

La rete del sorpasso firmata Pasquale Apa 



AMBROSI-APA, CIAO MORGIA!
Allo stadio “Alfredo Giraud” si gioca il piatto forte della ventiquattresima giornata del Girone B di Serie C1. In campo i bianchi di casa, allenati da Massimo Morgia (ex tecnico rosanero), vivono uno stato di forma a dir poco smagliante: secondo posto in classifica, a meno quattro dal Palermo capolista, con sulle spalle quattro vittorie di fila, l’ultima delle quali l’esagerato 0-5 di Viterbo firmato da Caputi e dalle doppiette di Frezza e Kanjengele. Un avversario assai temibile, affamato e in ascesa, da affrontare in un campo tutt’altro che agevole. Una missione quasi impossibile, insomma. Quasi, perché dall’altra parte del campo c’è un Elefante che, dopo un girone di andata pessimo, ha trovato nuova linfa e vigore: le vittorie contro Castel Sangro, Messina (in trasferta) ed Ascoli, intervallate dal pareggio di L’Aquila, sono un biglietto da visita che non può essere ignorato. La gara parte subito forte, così come la pioggia torrenziale rilasciata dal cielo di Campania. Il Savoia è assai spregiudicato, con tre attaccanti pronti ad azzannare il pachiderma rossazzurro. Dopo appena un giro di lancetta è proprio Frezza a far capire le intenzioni dei campani a Gennaro Iezzo, il quale, da buon stabiese, conosce perfettamente quella lingua. Scampato il pericolo si fa veder anche il Catania con Pier Paolo Bresciani, ma il destro dell’ex Foggia è prontamente sventato da un difensore di casa. Al minuto venti il Savoia trova il vantaggio con un perentorio colpo di testa di Christian Kanjengele su perfetto suggerimento del solito Frezza. Il Savoia, non pago del vantaggio, attacca a tutto spiano, costringendo il Catania alla difensiva. Nei minuti successivi al gol, i bianchi creano diverse occasioni per il raddoppio, ma per via dell’eccessiva foga non riescono ad inquadrare il bersaglio grosso. Tuttavia, al trentacinquesimo, il Catania sfiora il pareggio con un sinistro volante di Roberto Corradi sul quale Alessandro Ambrosi è stranamente in ritardo. Sul finale di primo tempo i rossazzurri sbandano ancora, ma Iezzo prima e Orfei poi evitano lo 0-2 mantenendo e la definitiva uscita di carreggiata.



La ripresa si apre con diverse novità tra i ventidue in campo: nel Savoia l’esperto difensore Sbrizzo, dal passato napoletano, è rimpiazzato da Goisis; mentre nel Catania, mister Guerini deve rinunciare all’infortunato Iezzo, affidandosi di conseguenza al ‘dodicesimo’ Adriano Zancopè. Pochi minuti più tardi il tecnico originario di Brescia azzecca la mossa decisiva: fuori il mediano Pane, dentro l’esterno offensivo Apa. Per vincere bisogna osare. E’ il prologo al gol: punizione dai quaranta metri, palla a spiovere dentro l’area campana, corta respinta aerea di Pellegrini, tiro al volo di Giovanni Orfei sul quale Alessandro Ambrosi si fionda rapace di testa spiazzando imparabilmente il portiere Bandieri. Raggiunto il pari, il Catania, consapevole che per conquistare un posto nella griglia play-off occorre vincere, continua a spingere. Poco prima della mezzora Bresciani, dopo un veloce scambio con Cicconi, impegna severamente Bandieri. L’intenso profumo del secondo gol catanese si percepisce più della pioggia copiosa che non placa l’incedere dei ragazzi del ‘Guerra’. Veloce contropiede imbastito da Davide Cordone, palla lavorata sapientemente da Ambrosi, tocco al centro dell’area piccola per l’accorrente Pasquale Apa che con uno ‘scavetto’ insacca il pallone in rete. Tripudio al “Giraud” con i calciatori rossazzurri impazziti di gioia così come gli estasiati (e bagnatissimi) sostenitori catanesi. Fiutato il colpaccio, Guerini tira fuori una punta (Cicconi) inserendo i centimetri e il peso di Gennaro Monaco. Il Savoia, stremato e sconfitto, perde la testa e rimane in dieci per via dell’espulsione di Greco. Il Catania rimane concentrato e dopo i sei e più minuti concessi dall’arbitro De Marco di Chiavari si riscopre a sole tre lunghezze dalla zona play-off. Savoia come Messina, Messina come Savoia (?): pietra miliare di una rincorsa da vivere tutta d’un fiato, sotto la pioggia…