Messina-Catania 1-2: Resa dei conti

Festeggiamenti sotto il settore ospiti...

Festeggiamenti sotto il settore ospiti... 

Partita d'altri tempi, in cui gli ex si ergono a protagonisti. L'atteggiamento voluto da Petrone fa ben sperare per il futuro...

Ci perdonerete se oggi non dedicheremo molto tempo all'analisi della graduatoria, peraltro molto interessante per i colori rossazzurri, grazie al sesto posto conquistato in virtù della classifica avulsa (che vede il Catania prevalere su Casertana, Fondi e Cosenza) ed approfittando del pari dell'Andria sul campo del Monopoli. Per una volta, non è il caso di parlare di possibilità di rimonta sulla Virtus Francavilla, quinta, a 6 punti di distanza, e di perderci in discorsi di prospettiva legati ai playoff. La sfida del “San Filippo-Franco Scoglio” è stata così bella, così “d'altri tempi”, che merita di occupare quasi tutte le righe che seguono.

Una vigilia “calda”
Non si sono fatti mancare proprio niente, Messina e Catania. Partendo dal prepartita. Una società come quella giallorossa, in questa stagione finita costantemente sotto i riflettori a causa dei problemi di gestione, diviene oggetto di un passaggio di proprietà proprio nella settimana che precede la partita più attesa. E il nuovo proprietario è un personaggio che Catania conosce bene e che i tifosi del Catania non portano certo nel cuore, per le note vicende degli anni '90. A spargere benzina sul fuoco ci pensa poi un altro volto conosciuto alle falde dell'Etna, il nuovo ds peloritano Pitino, che rivanga le spiacevoli pagine del campionato precedente, scatenando l'esplosione dell'ad etneo Pietro Lo Monaco, il quale non esita a ribattere colpo su colpo in conferenza stampa a Torre del Grifo. A caricare ulteriormente entrambe le piazze ci pensa poi la campagna mediatica promossa dalla squadra dello Stretto, che però non garantirà quel grande apporto in termini di spettatori che Proto & company auspicavano, dal momento che la prevendita si è fermata a quota 7.000 tagliandi, un dato ben distante dagli oltre 18.000 accorsi nel match del novembre 2015.

Petrone e Lucarelli, scelte a sorpresa
Alle ore 14.30 di oggi, finalmente, dopo tante parole, la palla passa al campo. Entrambi gli allenatori sorprendono con le loro scelte. A partire da Petrone, che rinuncia a Mazzarani, abbandona il fido 4-2-3-1 e schiera un 4-3-1-2 in cui spicca la scelta di schierare Drausio nell'insolito ruolo di terzino destro, al posto di Parisi. Il napoletano lascia in panchina anche Scoppa e Di Grazia e irrobustisce il centrocampo con Bucolo e Fornito, mentre il compito di galleggiare sulla trequarti a sostegno della coppia Tavares-Pozzebon viene affidato a Russotto.
Lucarelli risponde accantonando il consueto 4-3-3 per un più coperto 3-5-2, con Grifoni e Sanseverino a presidiare le corsie esterne, Musacci in cabina di regia e la coppia d'attacco composta da Anastasi e Milinkovic.

Il Messina non approfitta della superiorità numerica
L'incontro del “San Filippo” era stato presentato come un “Festival degli ex” e sono stati proprio gli ex ad ergersi a protagonisti in tutte le fasi decisive della partita. Apre le danze Valerio Anastasi, che al 7° scatta sul filo del fuorigioco e con astuzia induce Drausio al fallo da ultimo uomo. Fourneau da Roma estrae l'inevitabile cartellino rosso e per il Catania sembra l'inizio dell'ennesima trasferta di incubo. Ci si attenderebbe un correttivo da parte di Petrone, il quale in effetti apporta una modifica, che tuttavia risulta quella più sorprendente possibile: l'arretramento di Russotto nel ruolo di terzino destro. Passano cinque minuti e, proprio nella zona che dovrebbe essere protetta dal numero 10, l'esterno avversario Sanseverino si ritrova tutto solo, pronto a calciare. Per fortuna Pisseri ci mette una pezza. Archiviata la paura, sia Russotto che tutto il Catania acquisiscono fiducia e cominciano ad alzare il proprio baricentro, senza soffrire più di tanto le avanzate dei biancoscudati. L'inferiorità numerica, oltretutto in un campo dalle condizioni precarie, pregiudica però la possibilità di costruire azioni degne di questo nome e per sperare di rendersi pericolosi i rossazzurri si affidano esclusivamente a conclusioni da lontano o calci piazzati, senza riuscire a sfruttare né l'una né l'altra opzione. Chi si rende insidioso è invece il Messina che tra il 28° ed il 29° ha due palle gol, fallite dagli ex Silva e Anastasi (entrambi girati in prestito a fine gennaio nell'ambito dell'operazione Pozzebon) con la complicità del sempre attento Pisseri. Nulla di trascendentale, comunque, per una squadra che vanta un uomo in più e non riesce a far valere la situazione di superiorità. Il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti e soddisfa più gli ospiti che i padroni di casa, tenuto conto delle contingenze.

Con l'espulsione di Silva si creano le premesse del pareggio
La legge degli ex prosegue nella ripresa. Il Messina sembra rientrare in campo con maggior convinzione e sfiora il vantaggio al 52°, quando Maccarrone con un colpo di testa supera Pisseri ma non Bucolo, appostato sulla linea di porta, pronto a spazzare. Ma pochi minuti dopo si materializza l'1-0 giallorosso. E' Russotto a rovinare una prova fin lì encomiabile per generosità e adattamento con una strattonata a dir poco ingenua su Anastasi, il quale ancora una volta si fa beffe di un ex compagno, guadagnando il calcio di rigore che viene poi trasformato da Milinkovic. I ragazzi di Petrone, oltremodo contrariati per la decisione arbitrale, dimostrano immediatamente di non essere disposti a tornare a Catania a mani vuote e si buttano a capofitto nella metà campo avversaria, non riuscendo però ad andare oltre i soliti calci piazzati. E' in questa fase che un altro ex, Silva, propizia la svolta della partita, entrando in modo troppo aggressivo su Bergamelli e guadagnandosi un evitabilissimo secondo giallo che ripristina la parità numerica. Se Biagianti e compagni in 10 contro 11 non erano parsi inferiori all'avversario, in queste condizioni riescono a imporre la loro superiorità sotto il profilo della tenuta del campo e delle qualità individuali. Sono due acquisti del mercato invernale, Marchese e Pozzebon (manco a dirlo, un ex), a regalare ai compagni la conquista del pari, grazie ad una giocata “scolastica”: cross dalla fascia, gol di testa del centravanti. Nella circostanza è grave la disattenzione della retroguardia di Lucarelli che lascia tutto solo il proprio ex goleador, ma va detto che è anche Petrone a metterci del suo, con l'ingresso di Barisic, avvenuto qualche minuto prima, che va ad aumentare la presenza fisica nell'area avversaria, continuamente bersagliata dai lanci dei vari Marchese, Bergamelli e Djordjevic.

Una vittoria voluta a tutti i costi
Il pareggio etneo è seguito da un ultimo quarto d'ora che resterà a lungo impresso nella memoria dei sostenitori etnei. Il Catania a questo punto ci crede e si sbilancia, ma si espone alle ripartenze giallorosse. In una di queste, Milinkovic serve Rea tutto solo davanti a Pisseri ma il n°12 rossazzurro abbassa ancora una volta la saracinesca. Gol mangiato, gol subito? Quasi, perché Pozzebon è bravo a guadagnare un penalty costringendo Grifoni all'intervento falloso, ma poi, incaricatosi della battuta, spreca malamente mandando il pallone a lato. Neanche il tempo di recriminare, ed ecco che arriva la ciliegina finale: Tavares, autore di una prova straordinaria sotto il profilo del sacrificio, prolunga di testa un pallone sul quale si avventa Barisic, che supera Bruno e spara un missile al quale Berardi non può opporsi. E' un ex, e non poteva essere altrimenti, a siglare il gol della vittoria. Negli ultimi minuti Lucarelli tenta il tutto per tutto inserendo l'acquisto dell'ultim'ora Plasmati. I traversoni effettuati nell'area etnea incutono qualche timore, ma nulla più. Al fischio finale del sig. Fourneau il Catania può finalmente liberare la propria gioia e godersi un successo tanto atteso, sotto ogni punto di vista: temporale (la vittoria esterna mancava dallo scorso 3 dicembre), ambientale (per tutto ciò che abbiamo ricordato sopra) e morale (se la squadra di Petrone è stata capace di compiere quest'impresa in queste condizioni, vuol dire che una svolta in trasferta è davvero possibile). La sfida contro il prossimo avversario, il Melfi fanalino di coda, parte quindi sotto i migliori auspici, ma ci sarà tempo per pensarci. Adesso è ancora ora di festeggiare.