Meritiamoci questo 'dono del Cielo'

Ross Pelligra, nuovo proprietario del Catania

Ross Pelligra, nuovo proprietario del Catania 

Max Licari sull'iter che ha condotto Ross Pelligra a divenire proprietario del nuovo Catania. Facciamo il salto di qualità...

MERITIAMOCI QUESTO "DONO DEL CIELO"

Si ricomincia. Finalmente possiamo dirlo con forza. Tuttavia, adesso è necessario meritarsi questo "dono del Cielo" rappresentato da uno dei gruppi potenzialmente più forti dal punto di vista economico mai approdati nel Sud Italia.

E per farlo, è assolutamente necessario fare un salto di qualità sotto il profilo culturale, civile, sociale, proiettando la nostra città verso il futuro, abbandonando del tutto logiche vetuste, abbarbicate atavicamente come rugginosi ramarri nel vittimismo, nel fatalismo, nel provincialismo d'accatto, nel complottismo terrapiattista.

Io sono convinto che la voce della gente, della tifoseria, debba avere un peso, un valore. Deve essere ascoltata. Nel caso dell'iter burocratico che ha condotto alla rinascita del calcio catanese sotto l'egida di Ross Pelligra, il "plebiscito" nei confronti del gruppo "aussie", la sacrosanta presa di posizione di un'intera città erano non solo fondati, ma addirittura moralmente dovuti. Nessuna retorica, nessuna risibile "puzza sotto il naso" radical chic. La gente ha tutto il diritto di manifestare il proprio "umore". Troppo fango mangiato negli ultimi tempi, troppe "polpette", troppa rabbia, troppa frustrazione. Così, tutto quanto accaduto nelle ultime settimane, si mostra legittimo e ineluttabile.

Però. C'è un "però". Per far sì che questo movimento spontaneo ed esteticamente di classica venustà si traduca nel fondamentale "salto" di cui sopra, la ricetta appare conseguentemente unica: informarsi correttamente e affidarsi unicamente ai dati concreti, certi, oggettivi, ufficiali. Utopia? Utopia fino a oggi. Utopia per il piccolo "lavatoio municipale" che si è pirandellianamente "autorappresentato" finora a Catania. La "case history" specifica può, pertanto, assurgere a paradigma delle modalità di approccio della nostra piazza a vicende di tale rilevanza.

Partiamo dalla realtà oggettiva. Dai fatti. L'assessorato allo Sport, con tutti i suoi dirigenti, unitamente al sindaco facente funzioni Bonaccorsi, ha portato avanti il percorso susseguente al dolorosissimo esito dell'asta fallimentare relativa al reparto sportivo del defunto Calcio Catania S.p.A. nel modo formalmente più corretto e tempisticamente sollecito. Una procedura "da manuale" che dovrebbe essere studiata a fondo da chi, in futuro, purtroppo, avrà a che fare con situazioni simili. Un percorso impeccabile che ha condotto all'esito più giusto, al "gran finale" che tutta la città auspicava. Un risultato enorme, dato il pregresso. Un risultato che deve essere onestamente e integralmente riconosciuto senza "se" e senza "ma", nella consapevolezza del fatto che, come garantito dagli stessi "attori" di questa edificante pellicola, il lavoro non è completamente concluso, giacché dovrà essere sviluppata una imprescindibile "moral suasion" nei confronti del nuovo "messia" del calcio rossazzurro affinché possano essere recuperati quanti più posti di lavoro perduti dai dipendenti della precedente società sportiva. E, in questa direzione, la presenza di Angelo Scaltriti nella nuova compagine societaria, da noi auspicato e con grande lungimiranza preventivamente attuato da Pelligra e Scibilia, risulta una garanzia di proficuo dialogo.

Questi i fatti. A cui si aggiungono i numeri: dati alla mano, l'assessorato allo sport attuale è quello che ha ottenuto i risultati migliori nell'ambito della riqualificazione delle strutture sportive comunali (compreso il "Massimino") negli ultimi quarant'anni. Quello che, pur nell'ambito del dissesto cittadino sotto gli occhi di tutti, è riuscito a trovare, attraverso i programmi, i fondi per gli agognati lavori. Non lo aveva fatto nessun altro prima. Questo significa utilizzare la ragione e non la "pancia" da social network.

Nessun "accordo preventivo", dunque. Nessuna "pressione indebita" da parte di "residuati del passato". Niente di niente perché, semplicemente, non è mai esistito nulla di tutto ciò. A meno che non si voglia mettere in dubbio la moralità e la professionalità di Bonaccorsi, di Parisi e di tutti i dirigenti coinvolti. Ma, per farlo, occorrono prove, occorre metterci la faccia nelle denunce, occorre avere il coraggio di tirare il sasso e non ritirare la mano. Altrimenti è troppo facile. Troppo facile attivare la "macchina del fango" nei confronti di persone fino a prova contraria di adamantina moralità che, con i fatti, dimostrano la propria valenza. E, purtroppo, lo è stato fatto. Io non so, perché non sono abituato a basarmi sulle insinuazioni ma solo sulle prove, se qualcuno dei soggetti concorrenti all'avviso di manifestazione d'interesse avesse o abbia "addentellati" con personaggi del recente passato che, giustamente e legittimamente, nessuno vuole più vedere nuovamente accostati al Catania. Può darsi come no. Di contro, so, per certo, che mai nessun "inciucio" è intercorso fra i decisori comunali e chicchessia. So che "nessun uovo nel paniere" è stato rotto. Si è deciso in piena autonomia e scevri da alcuna pressione ambientale. Tanto per essere chiari, nessun improbabile, improvvisato e di "recente formazione" vate, autoproclamatosi "voce della tifoseria" (millantando una rappresentatività inesistente), protagonista in prima persona dell'avvio di insinuazioni e maldicenze a fini personali, cantore del "tutto ed esattamente il suo contrario", esaltatore di questo e poi quel candidato, pronto a inneggiare dopo cinque minuti al Napoleone australiano vincitore, ha mai prodotto alcuna pressione in direzione della decisione finale. Chi lo pensa può tranquillamente ascriversi alla categoria degli "analfabeti funzionali".

Questo è il succo. Duro e puro. Senza incrostazioni. Questi i dati di fatto. Adesso, cominciamo a lavorare per il futuro. Il futuro post 2020, non quello post 1990. Il mondo è cambiato. Il calcio è cambiato. Facciamocene una ragione e facciamo rete. Spingiamo tutti in coro, distruggiamo il nostro stramaledetto individualismo. Insieme.

Let's go, Liotru, Let's go!

Illustrazione di Antonio Buemi