Lucarelli Bis...ceglie

Mbende, finalmente una gioia...

Mbende, finalmente una gioia... 

Max Licari sulla "prima" di Lucarelli contro il Bisceglie. Piccoli miglioramenti, ma strada ancora lunga. Pareggio deludente.

Una classifica che parla chiaro…
Diciamolo subito, il Catania avrebbe meritato i tre punti contro il modestissimo Bisceglie (una delle compagini meno attrezzate viste al “Massimino” negli ultimi tre anni), ma il pareggio beffa siglato in extremis dall’ex Ebagua, peraltro panchinaro di ferro nelle scelte di mister Pochesci, non giunge per caso. Anche la “prima” del rientrante Lucarelli sulla panchina rossazzurra conferma i chiari limiti tecnici, fisici e caratteriali dell’organico (mal) costruito dalla dirigenza in estate e fa comprendere, una volta di più, come questa squadra, così com’è adesso, non possa nutrire alcuna ambizione. A gennaio si vedrà, è ovvio, ma per adesso il piatto piange. Del resto, la classifica parla chiaro, attestando gli etnei al decimo posto con 16 punti, alla pari dell’altra delusione cocente di questo torneo, il Catanzaro del neotecnico Grassadonia, nettamente sconfitto a Bari dai “galletti” di Vivarini, dal canto loro in un gran momento di forma. E proprio i biancorossi pugliesi verranno domenica a far visita al Catania… Lucarelli si è ripresentato alle falde dell’Etna in un momento delicatissimo, con una rosa fortemente condizionata dagli infortuni (anche i rientranti Biagianti, Catania e Saporetti, per esempio, sono lontani da una condizione accettabile), e questo deve essere messo in conto. Tuttavia, non deve costituire un alibi, perché per battere un avversario come il Bisceglie sarebbe ampiamente bastato anche un Catania al 50%. Comprensibili, dunque, i fischi finali dello scarso pubblico del “Massimino”, fra l’altro tutt’altro che tenero, durante il match, con l’A.D. Lo Monaco, più volte fatto oggetto di cori di contestazione: c’è grande stanchezza di risultati mediocri, di figure barbine e un pari interno contro una squadra del genere non può essere accettato. Di contro, pare significativo registrare gli applausi a due giocatori come Rizzo (migliore in campo) e Marchese (protagonista di una prestazione più che incoraggiante), spesso nell’occhio del ciclone. L’impressione è che con il ritorno di Lucarelli entrambi potranno trarne grane giovamento.



Lucarelli, ritorno all’antico
Il primo Catania dell’allenatore livornese si è presentato come ce lo aspettavamo, impostato su di un 5-3-1-1 abbottonato anche in casa, con tre difensori centrali (interessante l’esperimento di capitan Biagianti regista difensivo, ma da rivedere contro avversari più forti), due terzini a fare da “quinti” (Calapai e il ripescato Marchese, considerata l’indisponibilità dell’ultima ora di Pinto, colpito da stato febbrile e rimasto a Torre del Grifo), un mediano robusto davanti alla difesa (Welbeck), due mezzali (Rizzo e Lodi) e una seconda punta (Mazzarani) a sostegno del centravanti Di Piazza. Evidente l’intento di conferire un minimo di compattezza all’armata Brancaleone vista a Vibo Valentia, cercando di proteggere quanto più possibile una difesa fragile e lenta. In questa direzione, va letto l’impiego di Welbeck da metodista, così come l’arretramento di Biagianti al centro della difesa, nella speranza di proporre un aiuto al ghanese in fase di riproposizione dell’azione. E proprio dal reparto arretrato, infatti, sono giunte le note più liete della serata, in specie da Mbende che, oltre a siglare al 44' il gol del momentaneo vantaggio con una classica zuccata su azione da corner, è sembrato più rinfrancato dalla presenza di due giocatori d’esperienza al suo fianco e maggiormente coperto dalle interdizioni proprio di Welbeck, alla fine tra i più positivi. Ovviamente, un centrocampo così concepito, con Lodi decentrato sulla mezzala destra e un altro medianaccio come Rizzo sulla mezzala opposta, fa fatica a proporre gioco “pulito”, tanto che i rossazzurri spesso si affidano a lanci dalle retrovie, soprattutto di Silvestri e dello stesso Mbende, per gli scatti di Di Piazza, seguito a rimorchio da Mazzarani. Si è più compatti, più coperti, si rischia poco, ma si produce di meno in fase di costruzione del gioco e di occasioni da rete. Ma la strada tracciata è questa, cerchiamo di mentalizzarci fin da subito: da qui a gennaio si procederà in tale direzione, tentando di limitare i danni, di perdere il meno possibile. Sinceramente, qualcosa in più si è visto rispetto al passato in fatto di coesione di squadra, va riconosciuto. I giocatori sono sembrati aiutarsi maggiormente l'un l'altro e, come detto, alcuni elementi come Rizzo e Marchese sono apparsi rinati; sostanzialmente, gli avversari non si sono mai resi pericolosi, se non nel finale, con la rete beffarda di Ebagua. L’altra faccia della medaglia è la difficoltà a mettere gli attaccanti nelle condizioni di tirare in porta (male Di Piazza, peggio il subentrato Curiale, mentre a corrente alternata sono andati Mazzarani e Catania, entrato a 10’ dalla fine per l’ex leccese) e la palese idiosincrasia di Lodi al ruolo di mezzala. Questo potrebbe rivelarsi un problema, il solito problema per Lucarelli. Al di là di un paio di belle aperture, il numero 10 rossazzurro è sembrato avulso dal gioco, fino ad essere sostituito da Bucolo nel finale. Certo, se Curiale al 74’ non avesse fallito una clamorosa occasione davanti alla porta di Casadei (ma anche Calapai e Di Piazza avevano avuto ottime occasioni), la partita di sarebbe chiusa lì e sarebbe giunta la meritata vittoria, invece che mantenere in vita un avversario comunque più preparato atleticamente e non disposto giustamente ad arrendersi. Ma la domanda che ci facciamo è questa: il Catania, una squadra con le ambizioni del Catania, può permettersi tutto ciò? La risposta non può che essere scontata: no. È suicida dover contare su giocatori palesemente fuori contesto che ti impediscono di ottenere risultati importanti. Inutile, dunque, rimarcare come il pareggio dell'ex rossazzurro al 91’ giunga a seguito di un clamoroso errore in marcatura del rientrante Saporetti, gettato nella mischia nel finale da esterno sinistro al posto di Marchese…

In casa, ma sfavoriti
Diciamocelo con franchezza, domenica prossima al “Massimino” si presenterà una squadra più forte, più in salute e in piena fiducia. Il Bari di Vivarini sta viaggiando a mille e ha già quasi del tutto annullato il ritardo rispetto alle prime accumulato durante il difficoltoso inizio di torneo. I biancorossi scenderanno in campo da chiari favoriti e bisogna accettarlo, malgrado i rossazzurri possano godere dei vantaggi del fattore campo. Prenderne atto con umiltà e pedalare sarà probabilmente l’unica chance a disposizione degli uomini di Lucarelli al fine di evitare un’altra delusione. Quindi, profilo basso, lavoro e determinazione, solo così si potrà pretendere il rispetto del pubblico. Let’s go, Liotru, let’s go!