Leto's go, Liotru, Leto's go!!!

Almiron, un rientro che pesa...

Almiron, un rientro che pesa... 

Max Licari in merito al buon pareggio ottenuto a Trapani. Adesso serve continuità...

Giusto così
Due fra i migliori attacchi, due fra le peggiori difese: questo bellissimo derby non poteva finire che così, con un giusto pareggio denso di gol, emozioni e agonismo, con entrambe le squadre a rammaricarsi per quello che poteva essere e non è stato. Il Trapani per quel doppio e meritato vantaggio conseguito a margine di un fantastico primo tempo giocato a mille; il Catania per quella rabbiosa e qualitativa ripresa che, anche in ragione dell’espulsione di Ciaramitaro e della clamorosa occasione del terzo gol fallita da Rosina nel finale, avrebbe potuto anche condurre alla prima vittoria in trasferta di questo torneo. Ma il Dio del Pallone ha voluto che questa splendida disfida fra due team mai domi si concludesse senza vinti né vincitori, accontentando entrambe le tifoserie, peraltro strette da patto di antica amicizia. Il Catania, che aveva vissuto 45’ da incubo, può comunque rallegrarsi del punto ottenuto, che fa classifica e morale soprattutto per come è giunto, in rimonta, mostrando carattere e, finalmente, predisposizione alla categoria anche in trasferta. Di buon auspicio per il futuro, ma una cosa rimane certa: se questa squadra non comincerà a vincere qualche gara lontano dalle mura amiche, la rincorsa alla Serie A rimarrà soltanto un’utopia. Accettiamo, dunque, di buon grado il risultato positivo in un campo difficile, ma servirà ben altro per alimentare sogni di gloria. Disquisendo di fatti e certezze, non si può negare che il trend delle ultime sei gare sia positivo: 4 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta; un ruolino di marcia che, se mantenuto, porterebbe i rossazzurri nelle zone nobili della classifica in breve tempo. Ciò che potrebbe far pensare ancor più in positivo è la voglia di lottare e sputare sangue in campo che nelle ultime partite dimostrano TUTTI gli interpreti, compreso i più contestati dalla tifoseria. La doppietta di Leto ne è la dimostrazione, ma pure i due assist del redivivo albanese Cani lasciano intravedere sviluppi inaspettati. Sia chiaro, ancora nulla di clamoroso, considerato che la classifica vede il Catania attestato a metà del guado, a ben 12 punti dal Carpi capolista. Tuttavia, i risultati di questo quattordicesimo turno dimostrano come in B nulla è scontato, ogni partita è difficile e dura da vincere: il Bologna perde in casa con il fin qui deludente Brescia di Caracciolo, il Frosinone ne becca tre a Pescara, il Bari viene sommerso a Crotone e via dicendo. Bisogna, quindi, rimanere lucidi ed equilibrati, con la testa sulle spalle, senza abbandonarsi a ingiustificati voli pindarici né, di contro, a inutili e autolesionistici propositi di inabissamento dentro baratri di pessimismo cosmico. Il campionato è lungo, tutto è possibile. Il Catania ha fatto vedere anche a Trapani di avere doti tecniche sicuramente superiori alla media della categoria, così come, al momento, deficit atletici e di concentrazione inferiori alla stessa “media”.

Sistemare la fase difensiva
Purtroppo, anche questa partita ha manifestato quella carenza di equilibrio difensivo nelle gare esterne che ha finora penalizzato il percorso del Catania, pregno di errori individuali e di interpretazione complessiva della fase di non possesso palla. Assurdo, per esempio, prendere un gol al 9’ in ripartenza solitaria (Abate) da parte della squadra di casa, sebbene la “cappellata” del lento Capuano sia assolutamente visibile; così come incredibile pare la figura da “belle statuine” fatta dal pacchetto arretrato etneo in occasione del raddoppio di Basso dopo pochi minuti. Un “uno-due” da knock-out che avrebbe atterrato un toro, anche in considerazione della straordinaria verve atletica dei granata: mai visto correre così una squadra di calcio. Il Trapani, meglio disposto in campo, sembrava volare rispetto ai compassati avversari. Vero, negli ultimi 10’ del primo tempo i rossazzurri hanno tentato di reagire, fallendo anche un facile gol con Cani, ma nulla che possa giustificare un approccio tanto “molle”. Francamente, mi è sembrata non commisurata alla configurazione tecnico-tattica dell’avversario la formazione iniziale messa in campo da Sannino. Un 4-4-1-1 con Almiron a supporto dello spaesato Leto. Troppo lenti e impacciati in mezzo e sguarniti sulle fasce, dove Rosina, Sauro, Martinho e Monzon venivano regolarmente subissati dalle sovrapposizioni dei vari Rizzato, Basso, Nadarevic e soci. Un copione obiettivamente prevedibile, ma non previsto dal Catania, viste le risultanze dei primi 30’… Poi, paradossalmente, l’uscita dal campo dell’evanescente Martinho (ancora una volta questo ragazzo mostra di avere qualche problema fisico di troppo) ha tolto le castagne dal fuoco a Sannino: dentro Cani, Almiron a dirigere il gioco in mezzo e tre punte (Rosina-Cani-Leto) a mettere in difficoltà la lentissima difesa granata, impostata su un Terlizzi alquanto svagato. Il rientrante argentino, seppur a ritmi ancora blandi, ha cominciato a cucire gioco in mediana, supportato dai due “cagnacci” Rinaudo e ed Escalante, consentendo una manovra più fluida, logica e qualitativa. Il resto lo ha fatto la “cazziata” di Sannino negli spogliatoi e l’inevitabile calo dei padroni di casa che, se avessero corso in quel modo per tutti 90’, si sarebbero potuti benissimo iscrivere in blocco alla prossima Maratona di New York. Senza il supporto dei garretti, gli uomini di Boscaglia sono andati in deficit tecnico rispetto ai superiori avversari, cominciando ad arretrare il baricentro. In quelle condizioni, normale prendere i due gol di Leto su splendide “imbucate” di Cani, prezioso come uomo-boa intorno al quale giravano Sebastian e Alessandro. Peccato che lo stesso Rosina non fosse in grande giornata, perché altrimenti il Catania l’avrebbe vinta la partita, al 86’, quando Monzon, al culmine della più bella azione corale della squadra rossazzurra, forniva al fantasista ex torinista il più comodo dei “rigori in movimento”: errore del “10” etneo più che bravura di Gomis, comunque pronto a respingere di piede. In ogni caso, il positivo risultato finale “copre” magagne che anche al “Provinciale” si sono riscontrate; problematiche che devono essere assolutamente risolte nel più breve tempo possibile.

Il riscatto dell’Indesiderato
I segnali di risveglio mostrati contro il Varese erano reali. Una volta che Sannino, “aiutato” dall’infortunio di Martinho, lo ha supportato con un’altra punta, il “mago” ha risposto finalmente presente, mostrando le qualità per cui era giunto in pompa magna a Catania: fisicità, tecnica e fiuto del gol. La doppietta mostra capacità di tiro e “rapacità” sotto porta. Inoltre, ha corso e lottato per tutta la partita. Mi sembra che tutto possa essere pronto per un suo completo “reintegro” nei cuori dei tifosi, magari con un’altra prestazione maiuscola domenica prossima al “Massimino” contro il Latina. A quanto si è capito, ha raccolto applausi convinti da parte di tutti all’uscita dal campo al “Provinciale”; che siano i primi di una lunga serie… La sua rinascita, inoltre, potrebbe far riconsiderare le “priorità” di gennaio. Il Catania ha uno degli attacchi migliori della categoria e una delle peggiori difese: serve… cosa?

Continuità
A questo punto, sarebbe un delitto non proseguire la rincorsa, omettendo di incamerare i tre punti al “Massimino” contro il pur redivivo Latina. Mancherà Spolli, ammonito e diffidato, e si tratterà di un’assenza pesante, viste le contemporanee indisponibilità di Gyomber e Peruzzi per infortunio. Potrebbe, però, essere pronto al reintegro definitivo, a proposito di “redivivi”, l’uruguagio Rolin. Altrimenti, Sannino dovrà inventare… Da verificare, inoltre, le condizioni di Martinho. Ritengo che sia giunto il momento di farlo recuperare con calma, anche in considerazione della rinnovata disponibilità di Almiron, la cui capacità di gestire il gioco in mezzo non potrà che essere indispensabile per il futuro. Ho l’impressione che il trio composto da Sergio, il “fito” ed Escalante possa costituire l’ossatura titolare del centrocampo. Ciò dovrebbe indurre Sannino a riconsiderare il 4-4-2, dato che Almiron non può certo fare la seconda punta… Consoliamoci, però: l’assenza del capitano sarà controbilanciata dal rientro dell’Arciere Calaiò. E non è poco… Let’s go, Liotru, let’s go!!!