La classifica non "Menti"!

Castro partita generosa, ma poca qualità...

Castro partita generosa, ma poca qualità... 

Max Licari sullo scialbo pareggio ottenuto dal Catania a Vicenza. Carenze di coraggio e gioco che destano perplessità...

Gara di bruttezza “esemplare”
Marcolin è soddisfatto. Io non tanto… Assistere a spettacoli come Vicenza-Catania mi avvilisce non poco. E, sia chiaro, mi interessa zero il fatto che neanche i tanto decantati biancorossi di Marino abbiano prodotto una gara sufficiente; me ne infischio altamente che gli etnei siano riusciti a fermare a domicilio il ripescato “squadrone” veneto. Io guardo al Catania, solo ed esclusivamente al Catania. E non posso non notare come una squadra con l’organico dei rossazzurri, con i due cannonieri del campionato, con Rosina, con Castro, con Mazzotta, con Sciaudone, non faccia un tiro in porta contro una difesa come quella vicentina, lasciando ai padroni di casa le uniche palle-gol, con annesse parate miracolose di Gillet, dell’intera, penosa gara. È vero, non si è perso, inanellando il quarto pareggio consecutivo, quinto in sette gare (con due sconfitte); non si è perso come a Bari e a Modena, ma almeno in terra emiliana il Catania aveva prodotto quattro nitide occasioni da rete. Almeno al “Braglia” si era potuto recriminare su qualcosa, foss’anche soltanto il destino cinico e baro. Al “Menti” nulla di nulla, solo una ripartenza interessante di Castro nel finale, peraltro vanificata da un controllo per l’ennesima volta inefficace di questo ragazzo, cui niente si può dire adesso sul piano dell’impegno e del sacrificio, ma assolutamente lontano da standard di rendimento decenti sul piano della qualità. E a livello di determinazione e voglia di lottare, questo va sottolineato, nulla può essere rimproverato a nessuno dei ragazzi che sono andati in campo. Avevano promesso di impegnarsi per tirarsi fuori da questa situazione e lo hanno fatto, con i limiti del momento, ma lo hanno fatto. Tutti hanno corso, ringhiato sulle caviglie degli avversari e mai tirato indietro la gamba; ciò va riconosciuto a scanso di equivoci. Tuttavia, con la politica dei pareggi, ce ne sia consapevolezza, si retrocederà in Lega Pro. Non è questa la strada per la salvezza. Non è la mentalità giusta. Abbiamo constatato come in casa non si possano vincere tutte le partite – e, per la verità, nelle ultime tre si sono inanellati due punti; pertanto, se gli uomini di Marcolin non vinceranno qualche match esterno, il baratro si aprirà. Sono numeri, realismo spicciolo, dati di fatto, non “se” e “ma”. Mi auguro che la tanto attesa “svolta” possa avverarsi a partire dallo scontro diretto di Chiavari di sabato prossimo, ma faccio sommessamente notare che: a Bari ci si attendeva questa famigerata “svolta”, poi a Modena, successivamente in terra ligure, infine non si sa dove… Chi di speranza vive, disperato muore e senza coraggio si soccombe. E questo Catania sparagnino, rintanato in difesa, quasi restio a ripartire per non sguarnirsi troppo, ingolfato di difensori, fra i quali l’imbarazzante Capuano, protagonista di svarioni da brivido, di coraggio ne mostra poco, quasi niente. Posso comprendere la limitazione psicologica del “dover fare di necessità virtù”, posso comprendere il momento, posso comprendere tutto; ma non posso non rimanere profondamente deluso dalla strada intrapresa dal “nuovo Catania” costruito a gennaio con tante belle speranze. Attese tante, delusioni troppe. E mi chiedo se possa essere, come adombra il tecnico, solo una questione di resa atletica, di errori “ventroniani”, oppure ci siano dentro anche “buchi” d’organico e scelte non idonee a livello tecnico-tattico. L’unico vantaggio di questo punto ritengo sia da ascrivere al profilo psicologico, in senso di continuità nel risultato anche minimo, giacché una sconfitta si sarebbe rivelata devastante. Ma solo quello. Il Catania, a undici gare dal termine, rimane terz’ultimo, a un punto dalla quart’ultima piazza (Brescia) e a tre da Cittadella e Pro Vercelli. L’Entella di cui sopra dista cinque lunghezze, dopo l’incredibile farsa di Frosinone conclusasi con il pareggio di Sforzini su rigore al 92’. Pertanto, non riuscire a far bottino pieno nemmeno contro i ragazzotti di Prina, significherebbe rimanere ancor più invischiati nei bassifondi della graduatoria. E depressi a più non posso, squadra e ambiente. Come Marcolin possa pensare di vincere, seppur contro un team sulla carta più debole (ma solo sulla carta, perché se si va a considerare l’organico del Vicenza, a parte Di Gennaro, gli altri nomi sembrano più o meno congruenti su entrambe le sponde), basandosi sulle strategie esperite a Vicenza, bisognerebbe chiederlo direttamente a lui…

Strategia conservativa
Il Catania è sceso in campo al “Menti” con la formazione annunciata, il 3-5-2 “che copre meglio il campo”, in realtà “coperta di Linus” difensiva per ogni squadra sulla soglia del precipizio. Ma, perlomeno, questa volta più logica, se non nel modulo (che al sottoscritto non piace punto), almeno nelle caratteristiche degli interpreti. Un esterno (Parisi, alla fine tra i più positivi), e non Sciaudone, al posto degli infortunati Belmonte o del Prete; un mediano di gamba, Odjer (buona personalità, ottime premesse, ma ancora un po' troppo falloso il ragazzino ghanese), al posto dello squalificato Rinaudo (e non il lento Escalante). Con una squadra così impostata, con Castro e Calaiò in non grande giornata e isolati, o Rosina fa la partita “monstre” a raccordare centrocampo e attacco oppure non fai un tiro in porta, pur ipoteticamente limitando le offensive degli avversari. Ovviamente, si è verificata la seconda ipotesi, a detrimento delle arterie del 99% dei tifosi dell’Elefante… Sì, il sacrificio dei centrocampisti e degli stessi attaccanti ha impedito ai padroni di casa, privi di pedine importanti (in primis del cannoniere Cocco e poi del sostituto Petagna, quasi subito out per infortunio), di procurarsi spazi sulle corsie laterali e a di Gennaro, fra l’altro mal spalleggiato dai disastrosi Cinelli e Moretti (ex accreditato di mirabilie che ha prodotto la stessa, identica tipologia di prestazione cui ci aveva abituato in Sicilia…), la possibilità di avere più opzioni di passaggio, ma contestualmente ha di fatto inaridito ogni possibilità di creare gioco propositivo in avanti. Una gara impostata unicamente per arraffare lo 0-0. Questa è stata la partita del Catania a Vicenza. E la “certificazione” di tale strategia è fornita dalle scelte in corsa di Marcolin: sostituzioni “ruolo per ruolo”, senza cercare di cambiar nulla sotto il profilo tattico al fine di vincere il match, per il chiaro timore di perderlo. Del resto, le dichiarazioni postgara, cui ho accennato in apertura di commento, dicono tutto. Ritengo, comunque, che nella ripresa, con un po’ di coraggio in più, si sarebbe potuto sfruttare il calo atletico dei biancorossi e cercare di portare a casa i fondamentali tre punti. La “svolta” non può essere cercata con “la giocata” o il colpo di fortuna, ma tramite una strategia di gara funzionale alla ricerca della vittoria attraverso il gioco. Il Catania non lo sta facendo perché forse l’allenatore pensa che ancora i suoi non abbiano la brillantezza atletica per farlo? Speriamo… E speriamo che possa farlo nel prossimo futuro, me lo auguro fortemente, ma se già questo “cambiamento” non avverrà dalla terza trasferta consecutiva in Liguria, la situazione si farà drammatica, caricando di significati “da ultima spiaggia” la successiva gara interna con una compagine come quella avellinese in piena corsa per la promozione.

A Chiavari solo per la vittoria
Già, a Chiavari in condizioni disperate. Chi lo avrebbe immaginato a inizio torneo? Però, è questa la situazione e tutti ne dobbiamo essere consapevoli. Si andrà a battagliare per la vita contro una formazione pari grado che può vantare di un discreto vantaggio in classifica. Una partita difficilissima che per il Catania potrà avere un solo risultato: la vittoria, per evitare che le dirette concorrenti sfruttino il 32mo turno e “scappino via” pericolosamente. Chiediamo a Marcolin il coraggio di impostare la gara in questo senso, potendo contare sul recupero di giocatori importanti come RInaudo e Del Prete, nella speranza che il lavoro del preparatore atletico Neri, già un minimo visibile in queste ultime uscite (anche a Vicenza il Catania ha comunque retto nella ripresa, pur non brillando), possa far sbocciare nuove risorse fisiche nei giocatori. A sostegno!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!