La "prima" de il Russo-Azzurro

La copertina del libro il

La copertina del libro il "Russo-Azzurro" 

La presentazione dell'ultima 'fatica' di Alessandro Russo...

La nostalgia di un calcio che non c'è più
Si è svolta nel tardo pomeriggio di oggi, nella sala E7 delle Ciminiere, la presentazione del libro “Il Russo-Azzurro”, l’ultima ‘fatica’ di Alessandro Russo, già autore di “Angelo Massimino, una vita per (il) Catania” e coautore di “Tutto il Catania minuto per minuto”. Un dibattito elegante e garbato, condotto brillantemente da Daniele Lo Porto, segretario provinciale dell’Assostampa, che ha diretto con maestria i vari interventi che si sono susseguiti nel corso della presentazione.

Una serata nostalgica, resa ancor più romantica dalle note del Duo da Barba, Torquato Tricomi e Turi Pappalardo, chitarra e mandolino. Un velo di malinconia che ha sublimato i racconti dell’Avvocato Enzo Trantino: aneddoti di un calcio che non esiste più, incentrati principalmente sulla figura di Angelo Massimino, la cui assenza, in un pallone ormai privo di genuinità ed ingenuità, si fa sentire sempre di più.

Tanti gli interventi registrati, tutti accomunati da un filo conduttore: “Il calcio è un gioco per ragazzi – ha sottolineato Tino Vittorio – ma solo per chi ragazzo rimane dentro”. Il calcio un gioco popolare che penetra prepotentemente nel mondo della letteratura, attraverso firme prestigiose come Gianni Brera, Umberto Saba, Giovanni Arpino, Pier Paolo Pasolini, tutte figure ricordate dal critico letterario Katya Maugeri.

Amarezza nelle parole di Piero Isgrò, giornalista e scrittore: “Non seguo più il Catania, il ‘mio’ Catania era legato a valori che non ritrovo più neanche nella città. Il Catania muore con Massimino, figura bizzarra e innocente”. Spazio anche ai giovani, componente importante di questo libro, sapientemente elencati e raccontati da Vincenzo La Corte, profondo conoscitore del calcio giovanile: Tino Parisi, Mattia Rossetti e, lui, Andrea Di Grazia, l’astro nascente del calcio catanese.

“Bisogna rassegnarsi – ha puntualizzato Santo Privitera – il calcio di una volta, quello dei cortili e degli oratori, quello dell’educazione, ormai non c’è più. In questo contesto, però, mi piace raccontarvi che Giovanni Gavazzi, ex calciatore del Catania anni settanta, mi ha detto di aver scritto una lettera ad Andrea Di Grazia, nella quale gli chiede di mantenere l’umiltà che ha…”. Il giusto legame tra i calciatori di oggi e quelli di ieri, come Nino Leonardi, catanese ed ex calciatore rossazzurro: “Vivo di sentimenti e di valori umani, concetto che trasmetto ai ragazzini (dai 5 ai 12 anni, ndr) in una scuola calcio che gestisco con Nino Cantone. Noi giocavamo con sudore e sangue ed uscivamo dal campo sempre a testa alta”.

In questo contesto armonioso, lui, Alessandro Russo, non ha nascosto la sua profonda amarezza: “Il calcio appartiene al territorio ed io sono profondamente attaccato al mio, anche se dopo i fatti de "I treni del gol" mi sento disinnamorato e disilluso. Questo libro, tra l’altro, descrive l’atteggiamento della città nei confronti del Catania Calcio dopo aver subito la macchia di questa offesa. Per l’amore della verità bisogna lottare col coltello tra i denti". Un Alessandro Russo che si è parecchio rammaricato per il mancato contributo al dibattito da parte di un rappresentate della società etnea. Un'assenza che ha privato la discussione del contraddittorio, elemento tanto caro al "Russo-Azzurro"...

La scheda del libro
Il Catania calcio non c’è più, anzi sì pur se somiglia a un relitto fumante consumato dall’inchiesta giudiziaria dei ‘treni del gol’. Superati passaggi tortuosi e aspre feritoie, l’elefante rossazzurro si è riorganizzato e si è rimesso in gioco nel girone C del torneo di Lega Pro. 
Nella stagione 2016-’17 riparte da zero anzi da meno sette, tanti sono i punti di handicap da scontare per problematiche amministrative e ritardati pagamenti. «Eravamo sull’orlo del fallimento - puntualizza il club - ma stiamo cercando di rimetterci in piedi. Il vero campionato da vincere è quello del risanamento». 

Della rapida e impetuosa discesa agli inferi del liotru etneo ci danno contezza le pagine del Russo-azzurro. L’autore non appartiene alla schiera di disfattisti di complemento in servizio permanente, né d’altra parte si rifugia nella facile partigianeria. Con uno stile asciutto, Alessandro Russo scrive di pallone all’ombra del vulcano attivo più grande d’Europa e mette a fuoco le vicende del Calcio Catania in un momento assai delicato della sua esistenza. Intanto, lontano da ragionamenti arzigogolati, strizza l’occhio alla letteratura, alla musica e al teatro: dai Piscarias al Duo da Barba, da Biagio Antonacci a Fëdor Dostoevskij, da Lorenzo de Medici al mago Eliòdoro, a Verga e a Pirandello.

Contiene tutti i tabellini delle gare del Catania nelle stagioni 2014-’15 e 2015-’16.
Prefazione di Pippo Russo, postfazione di Enzo Trantino, copertina di Enzo Salanitro.

Estratti dal libro
«…Il fatto è che il convoglio rossazzurro si è arenato sui binari del suo patron. Fin quando sulla locomotiva ci sarà l’uomo dei “treni del gol”, io e il liotru colorato dal rosso fuoco dell’Etna e dall’azzurro del mare rimarremo due entità distinte e assai lontane. Di questo fondamentale aspetto ora io sto qui a discutere con tre amici avviliti ma confortati da un vassoio colmo di granite mozzafiato e pimpanti brioche dai capezzoli formosi.» Da IL RUSSO-AZZURRO di Alessandro Russo (Algra Ed €13 pp140)

«...chi si rifugia nell’argomento secondo cui, in ultima analisi, “criticare la propria parte significa destabilizzarla” è il più efficace alleato di chi sta distruggendo, e conta proprio sul malinteso senso di comunità per portare avanti l’opera di devastazione. Mai scambiare per amore l’acquiescenza. ci fosse stata più vigilanza, si fosse esercitato maggiore senso della responsabilità verso la propria storia calcistica, il Catania non sarebbe ridotto a ciò che è oggi. L’autore di questo libro non si è mai lasciato incantare. E adesso rileggere le sue cronache è un utile esercizio a futura memoria.»  Dalla prefazione de IL RUSSO-AZZURRO di Pippo Russo