La Virtus affonda nel... Golfo

Carattere di ferro...

Carattere di ferro... 

Max Licari sul successo contro la Virtus, Ancora decisivi i cambi: bene Giosa, Dall'Oglio e Maldonado. In crescita Golfo.

Tre punti di…carattere
Complimenti alla Virtus Francavilla. Veramente una bella squadra, ben messa in campo, preparata atleticamente e ottimamente guidata dalla panchina. Non costituiscono un caso i buoni risultati fin qui ottenuti dal simpatico sodalizio pugliese. Il Catania, “questo” Catania targato Pellegrino-Guerini-Raffaele, vince la sfida del “Massimino” unicamente perché, ormai, rappresenta la classica “brutta bestia” di categoria, un team rognoso, compatto, solido, in grado di raccogliere il massimo pur nelle giornate meno brillanti. E, contro il team di Trocini, i rossazzurri si sono dimostrati tutto fuorché “vivaci” dalla trequarti in su, bisogna ammetterlo con onestà intellettuale. Gli ospiti hanno saputo, praticamente per tutto il match, bloccare le fonti di gioco etnee, inaridendole grazie a organizzazione tattica (un 3-5-2 molto ordinato) e pressing intelligentemente condotto sul portatore di palla avversario. In gare del genere, non potendo disporre degli uomini più qualitativi (Piccolo e Russotto), puoi portare a casa il risultato pieno solo in virtù di un episodio, nella consapevolezza di dover soffrire fino all’ultimo secondo. E così è stato. Il rigore fischiato al 75’ dal signor Cascone di Nocera Inferiore, a causa di un netto atterramento subito in piena area dallo sgusciante Golfo, è parso ineccepibile oltre che “ingenuo” da parte del difensore della Virtus Sparandeo, così come impeccabile si è rivelata la trasformazione del subentrato Dall’Oglio (che ha esautorato Sarao), al suo terzo sigillo stagionale. Una rete trovata solo con la forza del carattere e della coesione di gruppo, all’insegna del classico motto “non mollare mai” radicatosi all’interno dello spogliatoio catanese. Una rete difesa fin oltre il 90’ dalla buona reazione degli ospiti. Una rete che ha consentito di incamerare tre punti importantissimi ai fini della classifica. Adesso, i rossazzurri, attestati a quota 37, occupano il quinto posto in graduatoria, a 7 lunghezze dalla seconda piazza appannaggio adesso dell’Avellino, vittorioso a Castellammare di Stabia, a 5 dal Bari (che ha osservato il turno di riposo, a differenza dei biancoverdi), nonché a un solo punto dal Catanzaro (corsaro a Foggia) quarto. Ovviamente, con due partite in meno rispetto ai “lupi” irpini e, sempre, con il ricorso pendente relativo ai 2 punti di penalizzazione. Insomma, non male, al momento, il campionato della truppa capitanata da mister Raffaele, sebbene il prosieguo si preannunci davvero terribile, giacché nel giro di tre settimane Silvestri e soci dovranno affrontare, al ritmo di una gara ogni tre giorni, Ternana, Bari, Paganese (recupero), Vibonese, Palermo e Bisceglie.

Il trend si ripropone: si aggiusta tutto con i cambi
Sta accadendo spesso. Il Catania comincia in un modo, magari non va benissimo, poi "Raffaele Aggiustatutto” nella ripresa propone i cambi (di modulo e di uomini) acconci alla risoluzione dei problemi. Anche in questo pomeriggio del “Massimino”, nobilitato dal minuto di silenzio osservato in memoria della “presidentissima” Grazia Codiglione, il 3-4-1-2 proposto all’inizio dal trainer barcellonese non riesce a trovare le chiavi giuste per scardinare il collaudato 3-5-2 di Trocini, peraltro non dimenticando che i pugliesi lavorano insieme con il bravo allenatore cosentino da circa tre stagioni. E si vede… Soprattutto a centrocampo, Rosaia (non in giornata) e Welbeck (pur sempre straordinario in fase di recupero palla), contrati dal pressing dei tre “mastini” Tchetchoua, Franco e Castorani, non possiedono le geometrie necessarie a innescare sulle fasce Albertini (sostituto dell’ultimo momento del titolare Calapai, vittima di un fastidio proprio a ridosso dell’inizio del match) e Zanchi, francobollati da Di Cosmo (migliore dei suoi) e dall'ex Nunzella. Così, la costruzione del gioco offensivo viene giocoforza demandata ai pochi guizzi di Golfo, comunque apparso in netto miglioramento atletico, insufficienti a mettere Reginaldo e Di Piazza, non certo nella loro migliore versione, in condizione di battere a rete. In buona sostanza, nullo il tabellino della prima frazione (forse, da segnalare solo un insidioso diagonale di Zanchi ben deviato da Costa), prevalentemente “battagliata” in mediana e sulle corsie laterali. Meno male, e bisogna rimarcarlo con forza, che in difesa il Catania, a seguito del mercato del gennaio, è diventata una squadra davvero importante. Sales, Silvestri e, in special modo, un sontuoso Giosa (senza tralasciare i panchinari Tonucci e Claiton, un lusso per la categoria) consentono alla propria squadra di reggere botta, concedendo pochissimo ai pur pericolosi avanti avversari (Vazquez lo conosciamo…). In generale, il reparto arretrato etneo permette alla Virtus di tirare una sola volta in modo pericoloso verso lo specchio della propria porta, nella ripresa, subito dopo il vantaggio di Dall’Oglio, con l’ex livornese Maiorino (oggetto del desiderio del Sottil “catanese”): ottimo il salvataggio in uscita di Confente, il quale si dimostra portiere affidabile nelle poche occasioni in cui è chiamato a intervenire. Come detto, Raffaele vince la partita con i cambi del secondo tempo. Il 3-4-1-2 non funziona, dentro Dall’Oglio e Maldonado per Rosaia e Reginaldo (il recuperato Pinto, al 54’, aveva già rilevato l’acciaccato Zanchi), passaggio al 3-5-1-1, con Golfo più spostato sulla corsia laterale sinistra ma pronto ad accentrarsi a supporto della punta centrale Di Piazza. I rossazzurri appaiono subito più “razionali” in mezzo grazie al "play" ecuadoregno e maggiormente “pesanti” in percussione con l’ex mediano bresciano. Il passaggio successivo, l’ingresso della “boa” Sarao, centravanti di ruolo rispetto all’adattata punta di Partinico, completa il quadro: un paio di minuti dopo Golfo si procura il rigore della vittoria, poi difeso con i denti fino al 94’, malgrado un paio di contropiede di Welbeck, dello stesso ex trapanese e di Pinto avrebbero potuto chiudere prima il conto. Tuttavia, appare chiaro che la qualità offensiva, per adesso, rimane in infermeria. Con Piccolo, Russotto e Volpe, determinate ripartenze avranno esito diverso…

A Terni con la testa libera
Inutile “negarcelo”, quella con l’ex tecnico etneo Lucarelli sarà una gara sentita. Troppo “fresca” la fortunata seconda esperienza catanese dell’allenatore livornese per non produrre stimoli particolari nell’ambiente rossazzurro. La Ternana è la corazzata del torneo, lo sta stradominando con merito e andrà certamente in B da prima. Tuttavia, quella del “Liberati” non dovrà essere vissuta come la “partita della vita”, caricandola eccessivamente di significati che non ha e non può avere a più di due mesi dalla fine del campionato medesimo. Sarebbe un grave errore. Di contro, il Catania dovrà affrontare la gara con la testa libera, consapevole di costituire un gruppo ben diverso rispetto a quello travolto all’andata dai rossoverdi a Lentini e contestualmente conscio dell’innegabile superiorità tecnica dell’avversario, checché ne dica lo stesso Lucarelli, ormai scafato anche nei classici “mind games” dei prepartita più "caldi". Si giocherà fra tre giorni contro una squadra riposata in virtù del rinvio del match di Potenza per neve e, quindi, un certo turnover andrà proposto da parte di Raffaele. Viviamola con serenità e fiducia. Let's go, Liotru, let's go!