In Sila per tre (pareggi consecutivi)

Plasmati, buona prestazione e gran gol...

Plasmati, buona prestazione e gran gol... 

Max Licari sull'ennesimo pareggio colto dai rossazzurri al "San Vito". Bene il carattere, ma il gioco non decolla...

Un pareggio nell’ordine delle cose
Prima della partita, considerate le caratteristiche delle due squadre, 99 tifosi su 100 di Cosenza e Catania avrebbero pronosticato un pareggio. E, purtroppo, non avrebbero sbagliato. Dico “purtroppo” perché si tratta dell’ennesimo “vorrei ma non posso” della truppa di Pancaro, prigioniera di sé stessa, dei suoi pregi e dei suoi difetti, del suo trend tecnico-tattico, dell’indubbia qualità (per la categoria) degli interpreti congiunta all’ormai endemica lentezza, pesantezza, carenza di cattiveria sportiva. Così continuando, sarà un lento trascinarsi al termine di un campionato in cui non puoi retrocedere, ma non riesci nemmeno ad accendere un barlume di entusiasmo nei tuoi tifosi. Assai frustrante per una piazza come la nostra. E pericoloso, perché rischi l’indifferenza, il peggiore dei mali. Alcuni numeri fotografano bene l’andamento del Catania: quarto pareggio nelle ultime cinque gare; nove pareggi in totale, uno in meno della “primatista” Juve Stabia; due vittorie in undici partite, 3 in 13, più o meno una ogni quattro partite. Un percorso non da Catania. Su questo non ci sono dubbi. Un percorso che non può non trovare le critiche di tifosi e addetti ai lavori. Nessuna malevolenza o irriconoscenza, solo dati oggettivi. Certo, poi i tifosi, quelli che "tagliano corto", quelli che ragionano con la “semplicità dell’evidenza”, senza stare lì a distinguere o a spaccare il capello, ti chiedono: come fa il Catania a pareggiare al “Massimino” con una squadra come il Monopoli che, la gara dopo, perde in casa con l’Akragas, formazione la quale aveva inanellato due punti (uno, ahinoi, sempre a Catania) nelle ultime 423 partite? E tu cosa rispondi? La “scossa”, il buon Pino, le “imponderabili dinamiche del calcio”? No, il problema sta nel Catania, non negli altri.

Una Lamborghini parcheggiata a Ognina...
Si ha sempre l’impressione che quella rossazzurra sia una “Lamborghini” utilizzata la domenica mattina per andare a comprare i frutti di mare a Ognina e, per giunta, inevitabilmente destinata a ricevere improperi per un parcheggio a lisca di pesce in quarta fila. Ciò che, forse, non si riesce a comprendere è un dato di fatto abbastanza semplice: il pareggio di Cosenza, contro una buona (non ottima) squadra di categoria, ottenuto con indubbio carattere, in rimonta e in inferiorità numerica, sarebbe stato salutato come un buon risultato in una situazione diversa. Non in quella attuale. Riuscire a capirlo, eviterebbe la reiterazione di tiritere che non trovano il gradimento generale della tifoseria. Non possono trovarlo, pur in presenza della migliore predisposizione verso Pancaro o i giocatori. La partita del “San Vito” non ha fatto altro che confermare in pieno tutto ciò che si sapeva e si era detto del Catania di questo campionato: attenzione tattica congiunta a monotonia di gioco, una certa impermeabilità difensiva unita a scarsa capacità di creare occasioni da rete. Il Cosenza, ovviamente, ha giocato la solita partita accorta e pronta alle ripartenze; il Catania l’ennesima gara volta a masticare gioco con lentezza e spesso in orizzontale. Primo tempo in cui i rossazzurri tirano una sola volta verso la porta (non nello specchio) con Falcone e gli uomini di Roselli falliscono l’occasione con Arrighini (bravo il solito Liverani). Ripresa in cui gli etnei, come spesso capita, prima falliscono l’unica grande occasione creata con Calil (primo tiro nello specchio) e poi quasi si suicidano su una palla simile a quella ciccata da Nunzella ad Andria; solo che, questa volta, il doppio clamoroso errore di Musacci e Ferrario (che aveva improvvidamente sostituito Bergamelli a inizio frazione) conduce Pelagatti a un fallo da ultimo uomo in area su Vutov: “rosso” e rigore (trasformato dallo stesso bulgaro) al 60’. Altra trasferta quasi gettata via, al cospetto di 165 supporters giunti al freddo e al gelo da Catania. Buona, comunque, la reazione dei rossazzurri che, al 37’, grazie a una prodezza del migliore dei suoi, Plasmati (seconda rete stagionale), riescono a impattare, complessivamente meritando il punto. Tuttavia, se analizziamo l’intero match, si evince come il Catania di Pancaro non riesca in alcun modo, partita dopo partita, a invertire un trend di gioco, di atteggiamento, di risultati attestato sul “piattume”, anche se in qualche modo si cerca di mutare questo o quell’interprete.

Si può cambiare qualche interprete, ma il canovaccio rimane sempre quello…
La scorsa settimana invocavamo un Catania “diverso” in vista del match di Cosenza. Diverso non lo è stato né nell’atteggiamento, né nei risultati. Leggermente diverso negli interpreti, questo sì. Ma non è quello il problema, continuiamo a ripeterlo fino alla noia. Questa volta Pancaro, del resto, qualche cambiamento lo ha apportato all'undici iniziale. Non al modulo, ovviamente, ma sceglie nuovamente una mediana “raziocinante” con Agazzi e Musacci contestualmente in campo e Plasmati al centro dell’attacco, spostando Calil sull’esterno. Si può dire che, di queste “mosse”, riesca solo quella relativa a Gianvito. Non si può dire, infatti, che Pancaro sia allenatore che si faccia influenzare dalle critiche o dai primi “insuccessi” nelle sue scelte. Infatti, “obliando” benevolmente il caso Bastianoni, la convivenza tra Agazzi e Musacci è sempre stata oggetto di critiche, in quanto pare rallentare di parecchio il gioco. Ebbene, a sorpresa li ha riproposti, lasciando in panca per tutta la gara Castiglia (immaginiamo ci tenesse a giocare nella sua città…) e Scarsella. Risultati? I medesimi di sempre. Ennesima bocciatura. Gioco lento e vulnerabilità alle ripartenze veloci, in specie al centro con Musacci, tanto che il gol preso viene proprio da lì, da un colpo di testa all’indietro assai improvvido del mediano ex parmense, poi “perfezionato” dal secondo o terzo “liscio” di fila di Ferrario (prestazione a dir poco insufficiente quella dell’ex leccese). La mediana, in diverse occasioni, è stata messa in difficoltà dal pressing di Arrigoni, Fiordilino e Pinna, riuscendo a venir fuori raramente con verticalizzazioni efficaci. Inoltre, si è registrata l’ennesima attestazione del fatto che, con Calil sull’esterno, in pratica il Catania giochi con un uomo in meno. Anche questa una riflessione suffragata da prove sul campo, non da congetture. Tanto che, le uniche cose fattive poste in atto dal brasiliano si sono rivelate quelle realizzate in tandem con Gianvito. Cioè, quando ha giocato spalla a spalla con l'ariete classico (occasione fallita e gol dello stesso Plasmati). Sarebbe una buona soluzione, ritengo, in un 4-4-2 o, al limite, in un 4-2-3-1 con Calil proprio dietro al centravanti materano. Nel 4-3-3, meglio a quel punto mettere Calderini o, in futuro, Giannone (che è stato preso dalla Reggiana). Chiaramente, trattasi di opinione strettamente personale. Ciascuno fa quel che meglio ritiene. Poi, si giudicano i risultati, solo quelli. Un’ultima considerazione: se la condizione dei ricambi al centro della difesa è questa, speriamo che Bergamelli e Pelagatti possano giocare sempre. Purtroppo, contro il Matera mancherà sicuramente l’ex ascolano, espulso. E Bergamelli non si sa…

Prossimo avversario, un Matera che va a mille
Che il Matera possa fare "filotti" di vittorie impressionanti e il Catania no, carusanza, dobbiamo farcene una ragione. La prossima gara del “Massimino”, quindi, sarà difficile e, visto l’andamento attuale, difficile da pronosticare decisamente favorevole ai rossazzurri. Ci aspettiamo sempre un guizzo, una svolta, un qualcosa che faccia cambiare faccia a questo grigio inizio di girone di ritorno, ma finora siamo rimasti frustrati. La speranza è che Pancaro riesca a trovare il bandolo della matassa, seppure la realtà delle cose dice che il torneo stia dirigendosi verso i tre/quarti del suo svolgimento complessivo. Il tempo stringe e la luce non si vede. Sarà bene che almeno il "barlume" di luminosità al quale accennavo a inizio articolo cominci presto a manifestarsi, altrimenti, si tratterà di un lento calvario verso il prossimo campionato. Di Serie C. Let’s go, Liotru, let’s go!!!