Il nodo "accordo" da cui può dipendere il futuro del Catania

 

La procedura di ristrutturazione dei debiti e il possibile impatto sulla cessione del club e sull'iscrizione al campionato.

Poco meno di un anno fa, l'intera tifoseria rossazzurra pativa le pene dell'inferno nella spasmodica speranza che il Tribunale di Catania pubblicasse il bando per la procedura competitiva, al fine di rendere possibile il passaggio di proprietà con l'aggiudicazione al potenziale acquirente, ovvero la S.I.G.I..
Sono passati 11 mesi ed adesso il leit motiv è un altro, mentre gli stati d'animo sono pressoché gli stessi. Ancora una volta la sopravvivenza del Catania 1946, matricola 11700, è a rischio, ma anche stavolta una procedura avviata in Tribunale potrebbe salvare capre e cavoli. Si tratta del c.d. "accordo di ristrutturazione dei debiti" (art. 182 bis legge fallimentare), che necessita dell'omologa (altro termine da tenere a mente da qui al prossimo mese) del Tribunale. Ma andiamo con ordine cercando di spiegare per sommi capi di che si tratta.

Accordo di ristrutturazione dei debiti: cos'è e come funziona
L'accordo di ristrutturazione è una procedura concorsuale attraverso la quale le imprese in crisi economica possono paralizzare le iniziative dei propri creditori e, soprattutto, predisporre un piano di rientro che, con l'omologa del Tribunale, si cristallizza, in modo tale che i creditori, dopo l'omologa, non potranno pretendere un centesimo in più di quanto pattuito in sede di accordo. Si tratta, pertanto, di uno strumento particolarmente importante per aiutare il rilancio di imprese in crisi e scongiurarne il fallimento.
Il Tribunale procede all'omologa se l'accordo ha ad oggetto un massa debitoria che rappresenta almeno il 60% dei creditori e se l'idoneità del piano al soddisfacimento dei creditori viene certificata da un revisore legale indipendente, nominato dal debitore.
Per quanto concerne i tempi processuali, dal giorno della pubblicazione dell'accordo nel registro delle imprese decorrono 30 giorni entro i quali i creditori possono opporsi. Nei casi in cui non venga proposta alcuna opposizione o le eventuali opposizioni vengono rigettate, il Tribunale procede all'omologazione.

Dante Scibilia sul ruolo dell'accordo ai fini del passaggio di proprietà e dell'iscrizione
Se il passaggio di proprietà tra la S.I.G.I. e Tacopina è fin qui saltato, lo si deve interamente proprio alla mancata chiusura degli iter burocratici di accordo con Agenzia delle Entrate e Comune di Mascalucia, i cui esiti, chiaramente, finirebbero all'interno dell'accordo di ristrutturazione da presentare in Tribunale. Senza l'accordo e senza la relativa omologa del Tribunale, se Tacopina subentrasse oggi dovrebbe accollarsi un rischio d'impresa molto più oneroso e, secondo i suoi partner - Dante Scibilia, dottore commercialista, in testa - rispettare i parametri previsti dalla Figc per l'iscrizione (indice di patrimonializzazione e indice di liquidità, il cui coefficiente per la stagione 2021/22 è in fase di definizione e verrà comunicato nei prossimi giorni) sarebbe difficile se non impossibile.
Proprio Scibilia negli scorsi giorni ha approfondito la questione giuridica sul sito del quotidiano IPSOA , evidenziando una novità introdotta dal decreto Covid nel 2020 che potrebbe "snellire" la procedura. Si tratta della possibilità che il Tribunale proceda all'omologa anche in assenza dell'adesione all'accordo da parte dell'amministrazione finanziaria (che nel caso di specie sarebbero proprio i creditori erariali del Catania), ma per far sì che ciò possa avvenire occorrono due condizioni:
1) l'adesione dell'amministrazione finanziaria interessata dev'essere decisiva ai fini del raggiungimento della percentuale del 60% dei creditori;
2) il revisore legale deve attestare che per l'amministrazione finanziaria è più conveniente l'omologa dell'accordo piuttosto che la liquidazione dell'impresa debitrice.

Il Catania può sfruttare l'agevolazione?
Quel che c'è da chiedersi, a questo punto è: la soluzione prospettata da Scibilia è percorribile? In primo luogo occorrerebbe verificare se il Catania abbia già depositato la proposta di accordo, ai fini della decorrenza dei 30 giorni necessari per procedere poi all'omologa. Diversamente, saremmo piuttosto stretti coi tempi, dovendo l'omologa intervenire in tempo utile per il closing e per l'iscrizione (sarebbe opportuno concludere tutto l'iter non oltre la prima metà di giugno). E c'è da credere che fin qui la S.I.G.I. non abbia ancora vagliato questo possibile salto nel buio rappresentato da un accordo privo di adesione dell'amministrazione finanziaria interessata.
Dopodiché c'è da verificare se i debiti erariali del Catania consentirebbero di raggiungere la percentuale del 60% e se l'accordo privo di adesione dell'amministrazione finanziaria potrebbe incontrare l'approvazione di un revisore legale indipendente. I dati precisi sono ad esclusiva conoscenza dei professionisti incaricati, ma, ai fini delle probabilità di successo della procedura, è chiaro che permarrebbe quantomeno una buona dose di rischio nel presentare una domanda di accordo priva dell'adesione dei creditori istituzionali.

Senza accordo che si fa?
Che fare, allora? E' quanto mai fondamentale, ai fini di salvaguardare il futuro del Catania 1946, che S.I.G.I. e Tacopina, nell'attesa e nella speranza che gli iter burocratici e giudiziari si concludano in tempo, stiano lavorando alacremente e sotto traccia ad un piano B, che preveda la possibilità di affrontare gli ostacoli relativi all'iscrizione in assenza di una riduzione dei debiti formalizzata dal Tribunale. Senza troppi giri di parole, un piano B che preveda l'investimento di un bel po' di milioni di euro in più.
Chi è in grado di sostenerlo? E a quali condizioni? Fin qui, pubblicamente, S.I.G.I. e Tacopina hanno giocato a braccio di ferro. Nell'interesse del Catania sarebbe invece il caso di scendere a compromessi, ovviamente disciplinati attraverso un nuovo accordo che garantisca tutte le parti in causa. La ritrosia delle parti e le complicanze indotte da questo piano B portano a pensare che si tratti di una strada quasi impercorribile. Ma se nessuno ci sta pensando o lavorando, allora il futuro del Catania è più che mai a rischio, essendo appeso agli esiti di procedure dai tempi incerti, con gli adempimenti federali che sono invece ormai imminenti. Qualunque cosa stia accadendo dietro le quinte, la città di Catania e i tifosi hanno diritto almeno ad una cosa: conoscere la verità dello stato dell'arte. Si potrà pazientare e rispettare il silenzio ancora per qualche giorno. Ma entro fine maggio, la S.I.G.I. ha il dovere di esporre a chiare lettere a cosa stiamo andando incontro.