Il borsino del girone C: Bari e Ternana, corsa a due per la promozione diretta

Gaetano Auteri, alla guida della superpotenza Bari

Gaetano Auteri, alla guida della superpotenza Bari 

La valutazione delle squadre del girone del Catania, con l'individuazione dei possibili obiettivi ai quali possono ambire.

Con il Catania malinconicamente fermo a causa dell'esclusione dal campionato del Trapani, l'occasione è propizia per dare uno sguardo alle altre squadre del girone C, a come queste ultime si sono mosse sul mercato, in modo da stilare il "borsino" delle possibili protagoniste di questa stagione.

Le favorite per la promozione diretta
La formazione che parte coi favori del pronostico è senza dubbio il Bari, reduce dalla finale playoff persa al termine della scorsa stagione e forte della proprietà economicamente più attrezzata della categoria. L'unico dilemma relativo ai galletti sta a monte della programmazione di questo campionato: separarsi da Vivarini, artefice di una rimonta straordinaria e di una promozione sfiorata, non sembra una scelta molto appropriata, tanto più per affidarsi ad Auteri che, sotto il profilo dei risultati, non conosce vie di mezzo. La società, in ogni caso, ha sfruttato le proprie risorse affidando al tecnico di Floridia un organico da sogno, calzante con le proprie idee di gioco. Gli ha infatti messo a disposizione i pupilli Celiento e De Risio (oltre ai già presenti Maita e D'Ursi), esterni a tutta fascia quali Semenzato e D'Orazio, ed una batteria di attaccanti semplicemente devastante: Marras, Antenucci, Candellone, Montalto e Citro. Peccato soltanto che in campo ne debbano scendere al massimo 3, e a Catania abbiamo imparato che avere troppa abbondanza in quel ruolo (si ricordi il trio Marotta-Di Piazza-Curiale) può essere un'arma a doppio taglio. Ad ogni modo, la corazzata biancorossa sembra praticamente "condannata" a vincere il campionato, con l'unica incognita rappresentata dalla tenuta tattica e mentale, non sempre efficiente nelle squadre di Auteri. Ma come la scorsa stagione, grazie alla qualità e abbondanza presente, in caso di eventuali problemi un cambio in corsa potrebbe risolvere tutto.
La rivale più accreditata del Bari sembra essere la Ternana di Cristiano Lucarelli. Altra società forte per la categoria, che contava su un'ottima base tecnica, confermata in buona parte nonostante la scorsa stagione, nel complesso, non abbia reso secondo le aspettative. Rivoluzionare, tuttavia, spesso è controproducente ed appare lungimirante la scelta di proseguire con il precedente organico, puntellandolo con pochi ma significativi colpi nei vari reparti: i difensori Kontek e Boben, i terzini Laverone e Frascatore, il ritorno in prestito di Palumbo in mediana, l'aggiunta di Falletti (un lusso per la Serie C) e Peralta sulla trequarti, l'innesto di Raicevic là davanti. Adesso sta all'ex tecnico del Catania, che è stato messo nelle condizioni di tornare a lottare per il vertice. Per lui è una sorta di anno da dentro o fuori: vincere (o sfiorare la promozione) sarebbe una conferma di quanto di buono si è detto sul suo conto, fallire significherebbe ridimensionare il suo biglietto da visita.

Lucarelli: ora o mai più 



Le inseguitrici più accreditate
L'unica squadra proveniente dalla serie cadetta è la Juve Stabia, con la quale i rossazzurri hanno giocato e vinto pochi giorni fa. Retrocedere dalla B alla C equivale ad un disastro dal punto di vista tecnico ed economico, ne sa qualcosa lo stesso Catania che nel 2015 dovette ricostruire una squadra da zero, in quanto in terza serie i contratti stipulati con giocatori di categoria superiore non sono sostenibili. Non è un caso che le vespe abbiano riconfermato pochissimi elementi (Troest, Allievi, Mastalli), il cui legame contrattuale risale ad un periodo precedente alla disputa del campionato di Serie B. Per il resto, la squadra è praticamente nuova ed è stata affidata a Pasquale Padalino, un tecnico che conosce la Serie C ed ha dimostrato in passato di possedere buone qualità. La politica seguita dai dirigenti stabiesi è quella di puntare perlopiù su prospetti giovani e interessanti (Mulé, Berardocco, Vallocchia, Bentivegna) e su pochi elementi di spicco per la categoria (il terzino sinistro Rizzo, gli esterni Golfo e Orlando, il centravanti Cernigoi). Non sembra, dunque, una compagine in grado di puntare all'immediato ritorno in B, ma se il progetto tecnico di Padalino dovesse attecchire potrebbe dire la sua nelle parti alte della zona playoff.
Altra compagine ambiziosa è il Catanzaro del presidente Noto, che da anni investe in modo importante inseguendo il sogno della cadetteria. Dopo una stagione a dir poco deludente, i giallorossi sono ripartiti da un tecnico di categoria come Antonio Calabro, rinnovando parecchio la squadra. Tra i riconfermati di punta, i difensori Martinelli, Riggio e Pinna, i centrocampisti Corapi, Carlini e Casoli e la punta Di Piazza. Tra gli innesti, molta gente di esperienza come Fazio, Garufo, Curiale ed Evacuo, profili da terza serie quali Verna ed Altobelli ed anche qualche giovane come Riccardi e Risolo. Un organico che può dire la sua per le posizioni immediatamente successive alle prime.

Un frame di Catania-Juve Stabia 



Sorprese a caccia di difficili conferme
L'anno scorso, davanti a formazioni più blasonate sono giunte Monopoli e Potenza. I biancoverdi hanno puntato sulla continuità, confermando l'ottimo Scienza, ma hanno dovuto rimescolare le carte dell'organico poiché i talenti lanciati sono finiti nel mirino di società importanti (su tutti Fella e Donnarumma, ceduti a squadre di Serie B). Ci vorrà tempo, dunque, per amalgamare i nuovi acquisti (Giosa, Paolucci, Starita e Marilungo quelli di maggior spessore), ma la prima metà della graduatoria sembra ampiamente alla portata.
Non si può dire lo stesso del Potenza che ha perso il suo valore aggiunto, Peppe Raffaele, e con lui buona parte dell'ossatura della squadra che ben ha figurato gli ultimi due anni (Ioime, Emerson, Giosa, Sales, Silvestri, Dettori e Longo). Al nuovo tecnico Somma ("strappato" a Rai Sport), è stata affidata una rosa composta da pochi riconfermati e tanti volti nuovi, alcuni di sicuro affidamento (Zampa, Di Livio, Salvemini, Baclet), altri da scoprire. Un progetto sostanzialmente nuovo, che riparte da un modulo diverso (il 4-2-3-1): il raggiungimento dei playoff non sembra del tutto scontato, vista la folta concorrenza.

Mister Scienza, il fuoriclasse del Monopoli 



Blasonate e ambiziose
Due società che si affacciano al campionato con la malcelata intenzione di ben figurare sono sicuramente Palermo e Avellino. Due grandi piazze, alle quali sta stretta la Serie C, ma che devono fare i conti con le risorse delle rispettive proprietà, importanti ma non a tal punto da poter puntare ad occhi chiusi alla promozione. I rosanero, appena tornati tra i professionisti, hanno nel tecnico Boscaglia (e nel suo curriculum in questa categoria) il loro migliore acquisto. Ad alcuni riconfermati, protagonisti della vittoria del campionato di Serie D (tra questi, Pelagotti, Lancini, Crivello e Floriano, gente di spessore anche in terza serie), Sagramola e Castagnini hanno aggiunto diversi elementi provenienti da squadre di categoria superiore. Nessuno di questi, però, fa gridare al miracolo: quella dei siciliani sembra un'ottima rosa per la Serie C, ma con potenzialità che non vanno oltre il terzo/quarto posto, nella migliore delle ipotesi.
Stesso dicasi per gli irpini. L'Avellino, come il Palermo, ha puntato su un tecnico di sicuro affidamento quale Piero Braglia, al quale ha affidato una squadra totalmente rinnovata, rispetto a quella che ha chiuso al 10° posto l'anno scorso. Alcuni acquisti sono davvero di rilievo (i difensori Luigi Silvestri e Tito; i centrocampisti Aloi e De Francesco; l'esterno terribile Fella e la punta Maniero). Ma nel complesso è difficile pronosticare più di un onorevole piazzamento in zona playoff.

Boscaglia ai tempi del Trapani (Foto: SiciliaToday) 



Nel limbo tra i playoff e mediocrità
Ogni anno, puntualmente, in terza serie si affacciano realtà che, a dispetto dei pronostici, finiscono col frequentare le zone nobili della classifica o comunque raggiungere i playoff. Al pari di Monopoli e Potenza, un'altra matricola terribile degli ultimi anni è stata la Virtus Francavilla, che per la terza stagione di fila si affida a Bruno Trocini ed è una delle squadre che ha cambiato meno, il che potrebbe rappresentare un vantaggio, quantomeno a inizio stagione. Ha cambiato parecchio la Vibonese, che si è affidata a un tecnico, Galfano, che a questi livelli è un'incognita, e ad un gran numero di volti nuovi che, nel complesso, sembrano più adatti a lottare per la salvezza piuttosto che per l'accesso agli spareggi promozione. Discorso simile per la Cavese, che vanta un organico sulla carta da metà classifica. Il valore aggiunto, nel caso dei metelliani, è rappresentato dal ritorno in panchina di Giacomo Modica, ormai una certezza per la categoria, oltre che sinonimo di spettacolo.
Nel limbo tra nobiltà e mediocrità stanno anche società che soltanto pochi anni fa hanno inseguito traguardi importanti, salvo poi aver subito dei ridimensionamenti nei programmi e nelle ambizioni. In primis la Casertana, che riparte da una scommessa (il tecnico Guidi) e da un organico rinforzato apparentemente in modo virtuoso (significativi gli innesti di Carillo, Valeau, Izzillo, Icardi e Fedato). Le carte in regola per riemergere, dunque, sembrano esserci. Stesso dicasi per la Viterbese, che ha cambiato poco, ma bene (vedasi gli ex Catania Mbendé e Salandria), affidandosi a un sergente di ferro quale Agenore Maurizi. Chi non aveva bisogno di rivoluzionare, e non l'ha fatto, è il Teramo, che già l'anno scorso contava su un'ossatura di assoluto valore, che però ha reso al di sotto delle aspettative: toccherà al nuovo tecnico Massimo Paci (altra scommessa per la C) provare a fare di meglio.

Ciccio Salandria, rinforzo della Viterbese 



La zona pericolo
Con la retrocessione diretta "scongiurata" - salvo modifiche regolamentari - dall'esclusione del Trapani, le altre due retrocesse in Serie D saranno decretate dai playout. Sabbie mobili in cui potrebbero finire, in alcuni casi a sorpresa, in altri no, talune delle squadre citate nel segmento dedicato al "limbo tra playoff e mediocrità". Ma le formazioni più accreditate a sgomitare per non retrocedere sono, indubbiamente, Paganese, Turris, Foggia e Bisceglie. La Paganese è una società abbonata da alcuni anni a campionati di bassa classifica, in virtù delle modeste risorse a disposizione che hanno obbligato gli azzurrostellati a puntare quasi esclusivamente sui giovani. Anche quest'anno il canovaccio non dovrebbe cambiare, con la truppa affidata al confermato Erra e la speranza che l'esplosione di alcuni talenti (come Guadagni) aiuti il club a salvarsi e al contempo a fare cassa a fine stagione. La Turris è, insieme al Palermo, l'unica vera neopromossa, nonché la rivelazione di queste prime giornate. I corallini hanno proseguito il sentiero tracciato in Serie D col tecnico Fabiano, integrando la rosa con alcuni elementi di categoria come Rainone, Signorelli, Sandomenico e Giannone. Ci sono le potenzialità per stupire, ma il campionato è lungo e la salvezza sembra l'obiettivo maggiormente realistico per i torresi. Il Foggia è un vero e proprio enigma, per le irrisolte vicende societarie, con la panchina affidata a Marchionni dopo ben tre precedenti rinunce. Qualche giocatore di buon valore c'è, su tutti l'ex Catania Curcio, ma in questo momento la priorità è trovare una quadratura del cerchio che possa garantire ai satanelli di disputare l'intero campionato senza intoppi. Con queste premesse, anche la salvezza sarebbe un traguardo apprezzabile. Infine, il Bisceglie, "miracolato" dal caso Picerno-Bitonto e riammesso in Serie C. I nerazzurri si sono affidati a Bucaro, un tecnico che in terza serie non ha mai sfondato. La rosa a disposizione sembra sulla falsa riga delle precedenti, che sul campo sono retrocesse dopo aver perso i playout.

Dopo tre anni, si torna allo "Zaccheria" 



E il Catania?
Al termine di questa lunga carrellata, rimane soltanto lo spazio per individuare in quale segmento collocare la squadra affidata a Raffaele dopo il cambio di proprietà, che ha scongiurato la morte della matricola 11700. Nonostante le notevoli problematiche che hanno accompagnato i nuovi dirigenti, il duo Pellegrino-Guerini, di concerto col tecnico, ha messo in piedi un organico di tutto rispetto, attrezzato per poter competere ad armi pari con buona parte delle pretendenti alla zona playoff. La squadra rossazzurra, al momento, sembra un gradino sotto le corazzate Bari e Ternana, ma il trio dei centrali difensivi e la quantità e qualità di esterni di centrocampo e d'attacco ci consentono di poter inserire il Catania nel lotto delle inseguitrici più accreditate.

Su Calciocatania.com (https://gat.to/t4hmx) approfondisco valori ed ambizioni delle 18 avversarie che Catania affronterà...

Pubblicato da Enrico Salvaggio su Sabato 10 ottobre 2020