'Il S...ane ce lo possiamo comprare'

Baldini, scelte non vincenti...

Baldini, scelte non vincenti... 

Max Licari sulla sconfitta di Latina. Squadra mogia, tanta confusione tattica e poca gamba. Per il derby servirà altro...

Un Catania “mogio”
Una sconfitta dolorosa, questa di Latina. In primis perché giunge al cospetto di una squadra assai modesta, poi perché si “aggiunge”, perfidamente, a un periodo di per sé delicatissimo, in cui si è perso tre volte su quattro, si sono incamerati i primi due punti di penalizzazione, si è prossimi alla definizione, tra mille incertezze e dubbi, delle intricate vicende societarie e, non ultimo, si è alla vigilia di un derby sentitissimo contro una formazione, quella rosanero, obiettivamente più attrezzata e, classifica alla mano, lontana a distanza siderale rispetto al sodalizio di Via Magenta. Forse si poteva evitare di perdere, questo sì; il Catania ha avuto tre palle buone per segnare il gollettino che avrebbe consegnato alla storia di questo campionato un pareggino tutto sommato giusto per quello che si è visto in campo. Ma con i “se” e i “ma” non si va da nessuna parte. Questa volta la prestazione complessiva degli uomini di Baldini non si è rivelata all’altezza, sotto il profilo atletico e anche mentale. Non a caso, si è trattato del peggior match giocato dal bomber Luca Moro, non andato a segno come, invece, ci si aspettava un po’ tutti vista la composizione della difesa laziale, impostata sul lentissimo Esposito, ex non proprio rimpianto dalle parti dell’Etna. Probabilmente, è necessario un reset psicofisico per questi ragazzi, un pronto “mentalizzarsi” sull’obiettivo primario stagionale, che rimane la conduzione di un campionato tranquillo, lontano dalla zona playout. In questo senso, quello con il Latina poteva essere considerato una sorta di scontro diretto (con i tre punti conquistati al “Francioni”, i padroni di casa hanno agganciato a quota 20 giusto i rossazzurri), una partita da approcciare in modo più “cattivo”. Invece, gli etnei hanno tentato di giocare “da grande” non avendone le stimmate, facendosi infilare, al solito, dal classico “un tiro un gol” già visto a Pagani, per esempio. I limiti della difesa catanese, del resto, sono noti a tutti. Non ha tenuta e, in qualsiasi momento, può prendere la rete che va a complicare la situazione. Nel derby, dunque, bisognerà comportarsi esattamente in maniera contraria: il Latina dovrà essere il Catania… corsa, combattimento e tigna, altrimenti saranno dolori!

Partita tatticamente “confusa”
La partita ha anche detto che alcuni giocatori “esperti”, per adesso, non possono “cantare” nel coro sbarazzino costruito da Baldini. Stonano, in quanto carenti di “gamba”. Russotto, che aveva disputato una buona mezzora (non di più) contro il Potenza, impiegato da titolare (a sostituire il ben più tonico Ceccarelli, assente per "motivi personali"), ha steccato totalmente, dimostrando ancora una volta che la continuità richiesta a certi livelli, dote fra l’altro mai posseduta in massicce dosi, non la può garantire. Ma anche i redivivi Piccolo e Pinto, gettati nella mischia nella seconda frazione, sono lontani da una condizione accettabile. Lo stesso Baldini, mai troppo elogiato per il gran lavoro che sta svolgendo in tempi così perigliosi per il glorioso Liotru, non ha del tutto convinto nella conduzione della gara. Non ci aspettavamo la riproposizione del 4-2-4 in trasferta e senza Ceccarelli (Russotto, come poi confermato dal campo, unico giudice, non ha la corsa per poter fare entrambe le fasi sulla corsia di competenza, nell’ambito di questa disposizione tattica), così come non ci ha convinto il 4-2-3-1 molto confusionario che ha proposto nella ripresa, con l’ingresso di Pinto, Maldonado e Piccolo. Anche la sostituzione del migliore in campo, Russini, nel finale, ci ha lasciato un po’ perplessi, in quanto l’ex cesenate era l’unico a creare superiorità numerica in avanti. Chi scrive pensa che il lavoro impostato in estate, e poi mirabilmente proposto sul terreno di gioco in questo girone d’andata, ha sempre avuto nel 4-3-3 il suo codice genetico. Si è vinto e si è perso, disputando quasi sempre ottime gare, abbarbicati a questa identità di gioco adatta a un organico ricco di esterni d’attacco (non da 4-4-2) di buon livello. Andarlo a stravolgere del tutto, sol perché il regista (Maldonado) non ti ha reso secondo aspettative, non sembrerebbe la strada maestra. Ma si tratta, ovviamente, di considerazioni personali che non vogliono assurgere a verità assolute. Tuttavia, non ci pare che il 4-2-4 si possa mettere in campo se non con Russini e Ceccarelli; se ne manca uno, già si va in evidenti ambasce, perché né Russotto né Piccolo sono in grado di farlo, nemmeno a condizione massima, non avendone le caratteristiche, oltre che l’età. L’unico esterno potenzialmente in grado di poter fare questo lavoro sarebbe Biondi, ma si è capito che il tecnico ex Trapani non lo vede fra i titolari. Peraltro, se Sipos e Moro non sono in giornata, si naufraga in mediana, dove si rimane in chiara inferiorità numerica. Greco e Rosaia, seppur commoventi in fatto di dinamismo, non reggono l'impatto del centrocampo avversario, anche quando non è straordinario come nel caso del Latina. Infatti, contro il 3-5-2 di Di Donato, è successo proprio questo. Sono bastati quattro ragazzi ben disposti e sempre pronti a ringhiare e correre per mettere in difficoltà il Catania. La Serie C è questa e bisogna prenderne atto. Il Latina ha tre giocatori: l’interessantissimo Tessiore, centrocampista dal radioso futuro, Di Livio e Carletti (il goleador Sane, pur encomiabile, ci sembra un gradino indietro sotto il profilo tecnico). Sono bastati loro, coadiuvati da un nugolo di “mazzolatori”, per vincere la partita. La dura realtà la conosciamo benissimo, da ben sette anni. È vero, se Moro (nel primo tempo, sullo 0-0) o Russotto e Greco (nella ripresa, addirittura nel finale) avessero segnato, probabilmente la delusione dell’ambiente non sarebbe così palpabile, ma è la prestazione complessiva, come detto, a non aver convinto. Per esempio, nel primo tempo, dopo un buon inizio, preso il gol di Sane al 29’, i rossazzurri inopinatamente hanno cominciato a prendere sbandate, concedendo agli increduli padroni di casa, fin lì allineati e coperti, un altro paio di occasioni importanti per un raddoppio che avrebbe chiuso la partita precocemente. È lì che si è visto che la squadra non era “presente” come in altre occasioni. A Campobasso, contro un avversario non inferiore al Latina, si era recuperato, giocando e segnando fin da subito. Al “Francioni” no. E, in vista derby, non è un segnale positivo. Nella ripresa, si è tentato, in ogni caso, di recuperare, ma sempre in modo confusionario, anche a seguito dei già citati ripetuti cambi tecnici e tattici di Baldini. Mai una volta si è riusciti a mettere Moro in condizione di battere a rete. E, se non segna lui (o Russini), il Catania va in tilt. La speranza è che si sia trattato di un pomeriggio storto…


Risposte prima del derby
La settimana del derby potrebbe essere anche quella delle risposte (si spera) definitive. Il clima di incertezza, i silenzi non avranno più senso. Il 16 dicembre si avvicina, il 21 pure. È necessario sapere cosa voglia fare la Sigi e, soprattutto, in che modo si possa configurare l’intervento dell’ormai celebre gruppo inglese che, si dice, verserà una cospicua somma nelle casse del Catania. Come? A che titolo, eventualmente? Verrà attuata la ricapitalizzazione da parte della società? E gli stipendi? Questo conta. Sapere. Conoscenza senza ombre. Dentro o fuori, perché così non si può andare avanti. Il derby, che probabilmente porterà nuovamente la gente al “Massimino”, solo così potrà essere vissuto a pieno. Sperando che Baldini metta in campo la squadra più adatta alla bisogna, perché tutti ci tengono… . Let's go, Liotru, let's go!!!