Il Bisogno non aguzza l'ingegno...

Tonucci, rientro in

Tonucci, rientro in "rosso"... 

Max Licari sul pari interno con la Cavese. Catania in calo fisico, soliti limiti offensivi. Troppe due espulsioni.

Stesso copione, soliti limiti
Chi pensava che la gara con l’ultima in classifica fosse un “pro forma”, malgrado le tante assenze in casa rossazzurra, evidentemente non conosce ancora bene questa infame categoria. Difficile, difficile con qualunque avversario nel girone meridionale della C. Soprattutto quando devi sviluppare un copione che ti risulta indigesto, in virtù di limiti chiari e inequivocabili. Il match con la Turris fa scuola: chi si pone davanti al Catania, pur consapevole di un ipotetico gap tecnico, in dieci dietro la linea del pallone, per poi tentare sporadiche (ma, talora, efficaci) ripartenze, è sempre depositario di una buona idea. Gli uomini di Raffaele mostrano difficoltà quasi invalicabili quando devono fare gioco contro avversari chiusi, indipendentemente dal valore del contendente stesso. È una questione puramente di caratteristiche e qualità degli interpreti. Il Catania non ha elementi in grado di scardinare le difese chiuse, creando la superiorità numerica e consentendo agli attaccanti di tirare in porta. Anche contro il fanalino di coda Cavese, probabilmente il team meno attrezzato con cui una qualsiasi compagine etnea si sia confrontato negli ultimi sei anni, tali limiti sono venuti fuori, amplificati dalle assenze dei due centrocampisti di maggior qualità in rosa: Maldonado (squalificato) e Rosaia (infortunato). La partita del “Nobile” di Lentini ha detto chiaramente che Welbeck non può fare il regista (non ne ha le qualità tecniche) e ribadito che Biondi non si trova a suo agio da mezzala. Se, a riguardo dell’esterno offensivo catanese, pochi dubbi potevano sussistere, sulla base di più riprove, ebbene, ci siamo tolti anche quelli riguardo al mediano ghanese, fin qui fra i migliori dell’intero organico. Da mezzala “recupera palloni”, Nana gioca alla grande; quando deve cantare e portare la croce simultaneamente, ecco emergere palesemente carenze tecniche in fase di palleggio, comunque ben conosciute. Ci rendiamo conto che il tecnico rossazzurro abbia dovuto fare le nozze con i fichi secchi, ma è un dato di fatto come non esista in rosa un sostituto di Maldonado. Nessuno, nemmeno Rosaia, può interpretare quel ruolo. Ma, ricordiamolo, contro la già citata Turris, alcuni elementi fondamentali erano pure in campo. Pertanto, è evidente come la difficoltà più forte sia sulla trequarti. Il Catania ha un centravanti che, seppur ancora “in fieri”, sta rendendo: Pecorino, a segno anche contro i “mettelliani” (sebbene, nell’occasione, la “papera” del portiere campano sulla girata di testa di Emanuele sia da “Mai dire gol”), ha siglato finora quattro reti, il suo lo sta facendo. Ma, non viene quasi mai messo in condizione di tirare in porta, così come Sarao (in evidente ritardo di forma). Del resto, la coppia “pesante” non ci pare per nulla ben assortita, giacché costringe la squadra a un unico tipo di gioco, quello “fisico”, cosa (fra l’altro) che nemmeno riesce bene. L’assenza di Reginaldo si è sentita, essendo l’esperto ex fiorentino l’unico ad avere un piede “educato” in grado di produrre qualche palla interessante in avanti. Contro l’undici di Maiuri, imbottito di ragazzini, gli etnei non hanno sostanzialmente fatto un tiro in porta, considerato che il colpo di testa di Pecorino trasformato in gol da Bisogno non era null’altro che un “passaggio” al medesimo estremo difensore ospite. Copia-incolla, quindi, rispetto al match giocato qualche settimana fa, sempre a Lentini, contro la Turris. È questo il dato più rilevante, quello su cui è necessario lavorare. Anche perché, malgrado Piccolo (sulla carta, il giocatore più qualitativo dell’attacco rossazzurro) sia rientrato almeno in panca, è lì che il deficit qualitativo risulta più ampio. Insomma, a parte Piovanello nel finale (bravo, quando è stato sistemato esterno destro di un 4-3-3, a mettere dentro l’area qualche cross interessante) e l’impegno di Pecorino, è proprio in questa zona del campo che si fa scena muta. Sarao impalpabile; Emmausso, che avrebbe dovuto mangiarsi il campo nei 45’ concessigli da Raffaele, non pervenuto. Così, non è per niente facile. Poi, se a tutto ciò si aggiungono due espulsioni negli ultimi 10’, che avrebbero potuto anche condurre all’incredibile sconfitta interna con l’ultima in classifica, non si può che accettare di buon grado un punto che, in ogni caso, muove la classifica. Se il “rosso” a Welbeck, inevitabile, certifica una prestazione da dimenticare, quello al rientrante Tonucci non appare giustificabile: una plateale manata in area ospite, senza senso, a due passi dal direttore di gara, un’ingenuità colossale (il Catania è stato costretto a giocare 5’+4’ di recupero in nove contro undici), inconcepibile per un giocatore dell’esperienza e della bravura dell’ex foggiano.

Un pari giusto
Diciamocelo chiaro, i campani hanno lottato oltre i loro limiti, nella ripresa hanno messo il cuore in campo e, meritatamente, hanno portato a casa un insperato punto. Non a caso, a punire gli etnei è risultato l’elemento più qualitativo della rosa “metelliana”, quell’Andrea Russotto che a Catania conosciamo bene, nell’unica vera occasione creata dai pur volenterosi ragazzi campani (con difesa etnea ferma e colpevole). E ciò fa male, lo “esterniamo” con sincerità, molto male. Di contro, non si può non prendere atto dell’ineluttabile. Che, in definitiva, vista la composizione della panchina, Raffaele potesse fare poco più rispetto a ciò che ha fatto, non è possibile metterlo in dubbio. Ha dovuto far di necessità virtù, il trainer di Barcellona Pozzo di Gotto, peraltro "sorprendente" in virtù dell'inserimento di Piovanello da mezzala dal primo minuto, inserendo quasi subito Zanchi al posto dell’infortunato Claiton, mettendo dentro a inizio ripresa (come detto) Emmausso allo scopo di tentare di mutare l’assortimento della coppia d’attacco (articolando un 4-3-3, con Pinto mezzala e Piovanello insieme all’ex Vibonese sulle corsie laterali offensive), per cambiare infine, sull’1-1, il medesimo Pinto con Albertini, al fine di conferire più forza fisica alla mediana. Tuttavia, nulla da fare, il risultato è rimasto modesto e il Catania non ha mai impegnato seriamente Bisogno. E dire che sarebbe bastato tirare in porta, vista la non eccelsa “forma” esibita dal portiere della Cavese! Detto ciò, non bisogna, però, fare il solito errore. Lo ripetiamo quasi con stanchezza, perché già sappiamo che accadrà esattamente il contrario di quanto da noi auspicato. Ma tant’è… NON ERAVAMO FENOMENI DOPO LE VITTORIE CON AVELLINO E BISCEGLIE, NON SIAMO BROCCHI DA FALLIMENTO ADESSO!!!!!!!!!!!!!!!!! Il Catania, sesto in classifica a due punti dal Catanzaro quarto, è una squadra dignitosa, compatta, composta da ragazzi che si impegnano dal primo all’ultimo minuto, un gruppo “vero”. Contestualmente, è un organico che presenta alcuni evidenti limiti che possono essere colmati solo innestando qualità a gennaio. Non dimenticando, per onestà intellettuale, come determinate assenze a centrocampo e l’indisponibilità fin qui totale di Piccolo abbiano certamente depauperato il potenziale tecnico della squadra.

A Viterbo, altra gara simile a quella giocata contro la Cavese
Alla prossima, si andrà a Viterbo a giocare contro un’altra formazione nei bassifondi della classifica. I laziali provengono dal successo in rimonta a Potenza; quindi, sarà una gara assai difficile, da non sottovalutare. Curiosamente, l’ex centrale difensivo rossazzurro Mbende, protagonista di una clamorosa doppietta in Lucania, ha siglato finora una rete in più della coppia Sarao-Reginaldo... L’emergenza, in difesa e a centrocampo, sarà totale. Claiton probabilmente sarà out e Tonucci sarà squalificato; in mediana si recupererà l’indispensabile Maldonado, ma Welbeck sarà squalificato. La speranza è che almeno uno fra Izco, Rosaia e Dall’Oglio possa andare in campo. E che in attacco qualcuno si svegli, perché il peso del reparto non può essere sempre sostenuto da un ragazzo di diciannove anni, lui sì lesto a comprendere come muoversi in questa categoria… Let’s go, Liotru, let’s go!