Fondi di copertura...

Mazzarani spiazza Coletta e assicura il pareggio al Catania...

Mazzarani spiazza Coletta e assicura il pareggio al Catania... 

Max Licari sul pareggio in rimonta del Catania a Fondi. Buona la reazione, ma l'approccio ancora non convince...

Ripresa di campionato sulla falsariga della conclusione del 2016
Se qualcuno si attendeva novità sostanziali in fatto di atteggiamento propositivo in trasferta dal Catania di Rigoli, ebbene, non le ha ricevute dalla prima gara dell’anno in quel di Fondi. Si ricomincia da dove si era finito. Squadra per circa un’ora quasi improduttiva in avanti, piuttosto farraginosa in mezzo e punita alla prima disattenzione, addirittura dall’ex Calderini, apparso, in posizione di centravanti (Pochesci doveva fare a meno del titolare Albadoro), un incrocio tra l’attuale Belotti e il Keegan dei bei tempi. Non basta l’ultima buona mezzora, figlia di un tardivo cambio in senso offensivo e contraddistinta dal pareggio su rigore (giusto) di Mazzarani (capocannoniere etneo con 6 reti), a mutare un giudizio sostanzialmente “di sospensione” in merito al tanto atteso mutamento di modulo su cui il tecnico ha lavorato per circa una ventina di giorni. Il 3-5-2, interpretato in maniera nettamente difensiva, non ha funzionato, malgrado l’innesto di Marchese abbia innegabilmente innalzato il livello tecnico della squadra. Ma, se l’unica variante di questo schieramento è: palla a Giovanni e cross dalla trequarti mancina per l’isolata “torre” centrale, allora non siamo messi benissimo. L’unica consolazione è che il Catania ha sicuramente un buon organico, “roster” che verrà rinforzato ulteriormente con gli innesti di un centravanti titolare e, con tutta probabilità, del regista indispensabile per le trame di gioco, il buon Lodi, il quale sembrerebbe a un passo dal Catania. Ma si dovrà cambiare marcia, riuscendo finalmente a comprendere che il Catania del primo tempo, quello con 5 difensori e 3 mediani, il Catania difensivo di FONDI, NON è ciò che la piazza si attende; che il pareggio di FONDI in rimonta NON è un “buon pareggio” per una squadra che si chiama Catania; che le gare si deve tentare di vincerle DAL PRIMO MINUTO e non, in affannosa rincorsa, nella ripresa. Se Rigoli, eventualmente con i nuovi acquisti, ripartirà dall’ultima mezzora, quella con Di Grazia e Mazzarani in campo a supporto di un centravanti, in questo caso il neoacquisto Tavares (subentrato allo spento Anastasi), allora qualche speranza potremo coltivarla. In caso contrario, meglio non accedere ai play-off e programmare la prossima stagione. La classifica, del resto, è lì. Il Catania continua a perdere contatto dal QUINTO posto, -7 rispetto alla sorprendente Virtus Francavilla (e non stiamo parlando di Matera e di posizioni di vertice), inanellando pareggi sostanzialmente inutili, mentre le più forti continuano a vincere in casa e in trasferta.

Modulo inizialmente troppo difensivo
In settimana si era detto che avremmo voluto vedere come questo interessante cambiamento di idea tattica, il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2, sarebbe stato interpretato. Se, cioè, si sarebbe trattato di un Catania più “alto”, spregiudicato sulle corsie laterali e in grado di inserirsi con più uomini in avanti; oppure, una squadra ancorata a 5 sulla propria linea difensiva e impostata sulle ripartenze dei due attaccanti. Per un’ora, prima dell’improcrastinabile “ravvedimento” di Pino Rigoli, si è visto un 5-3-1-1, con i neoacquisti Marchese (il migliore del Catania nella prima parte) e Baldanzeddu subito in campo e con Mazzarani a supporto di uno spaesato Anastasi, due mediani difensivi (assenti Scoppa e Di Cecco per squalifica) e un Fornito troppo bloccato per poter garantire il raccordo tra i reparti. Nel primo tempo, in pratica il Catania non ha tirato in porta, se non su un calcio d’angolo a favore di vento dello stesso Fornito sospinto dalla strana traiettoria verso la linea di porta e salvato da un difensore sulla linea. Per il resto, solo agonismo. Ha fatto meglio il Fondi, più propositivo, più ficcante con i vari Squillace, De Martino, D’Angelo e Tiscione, pronti a cercare, almeno, di trovare la profondità con maggiore convinzione rispetto a un avversario lento e compassato soprattutto in mediana, dove la prestazione di Bucolo (graziato nella ripresa dall’arbitro Amabile, prima di essere sostituito,) e Biagianti non si è rivelata all’altezza né sotto il profilo quantitativo, né sotto quello qualitativo. L’impressione è che il Catania non possa permettersi di cominciare la partita con un centrocampo così poco tecnico. Potrebbe rivelarsi una buona arma in corso d’opera, quando magari v’è da tenere un risultato, non come “idea programmatica”. Il gol di testa di un”ipermegastraesultante” Calderini, forse nell’unica distrazione dei difensori centrali, appare un giusto premio almeno alla caparbietà dei padroni di casa. Nulla di trascendentale, intendiamoci, ma comunque più coraggiosi rispetto agli etnei.

La strada è quella della propositività…
Qui non si tratta di buona o cattiva prestazione dei singoli. Il Catania non rischia di perdere a Fondi perché Djordjevic non è in giornata, Biagianti e Bucolo non mordono o Anastasi non incide. Qui si tratta di decidere finalmente cosa fare da grandi perché arrivare ottavi, noni (come adesso) o decimi risulta essere la medesima cosa. Qui si tratta di decidere finalmente di giocare per vincere tutte le partite non solo a parole, ma con i fatti. Fin quando il Catania continuerà “pensare calcio” come fatto nel primo tempo del “Purificato”, non ci saranno moduli che tengano, 4-3-3, 3-5-2 o simili. Bisogna cominciare a tirare fuori il coraggio. Quando Rigoli lo ha fatto, ma pur sempre in una condizione di svantaggio, la risposta c’è stata. Quando ha tolto l’inutile Bucolo e messo lo sgusciante Di Grazia (decisivo il suo ingresso in campo), giocando con due mezze punte e una punta centrale (Tavares forse più adatto tecnicamente a dialogare con i compagni), una sorta di 3-4-2-1, il Catania ha cominciato a pressare, mettere in difficoltà la non eccelsa difesa locale, procurarsi qualche buona occasione e, infine, pareggiare meritatamente su rigore con Mazzarani (impeccabile, questa volta, la sua trasformazione), poi improvvido nel fallire, a 5’ dal termine, il match point sulla sola incursione proficua di Djordjevic in tutta la partita. Ecco, bisogna farlo dall’inizio, non aspettare di andare sotto per “provarlo” in emergenza. Questo è un errore gravissimo. Un errore che i rossazzurri in Lega Pro non possono permettersi.

Con la Reggina vittoria d’obbligo
Domenica prossima, con i calabresi di mister Zeman, non sarà possibile che un solo risultato, la vittoria. Lo sa bene Rigoli, che avrà l’obbligo morale di ripresentare, almeno, il Catania visto a Fondi nell’ultima parte di gara, sia come modulo, sia come atteggiamento. Magari con un paio di giocatori importanti in più provenienti dal mercato, magari con un Russotto nel motore, a meno che non sia in partenza per altri lidi. Spazio per “distinguo” o alibi predefiniti non ce n’è più. Let’s go, Liotru, let’s go!!!