Errori e Terni

L'arbitro Candussio mostra il rosso a Leto

L'arbitro Candussio mostra il rosso a Leto 

Max Licari sull'incredibile sconfitta patita a Terni. L'ennesimo suicidio che mortifica la classifica...

Un passo indietro preoccupante
Suicidarsi contro la peggiore squadra vista finora poteva riuscire solo al Catania “storico” da trasferta. E “storica” si è rivelata, puntualmente, la prestazione di questa squadra, come sempre incapace di trovare un minimo di equilibrio e di credibilità fuori dalle mura amiche, nemmeno davanti alla Modestia personificata, una Ternana finora mai vittoriosa al “Liberati” e depositaria di valori tecnici, a parte il centravanti uruguagio Avenatti, autore del gol vittoria, da Serie C2 di una volta. E ciò suona come tranciante condanna per l’undici allenato da un Sannino fin qui “incendiario” in casa e “pulcino” a domicilio, anche lui purtroppo coinvolto nella “sindrome”, ormai da analisi freudiana, che attanaglia gli etnei quando si allontanano dal “Massimino”. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: anche io penso che, ancora una volta, si sia assistito a un’esibizione da teatro dell’assurdo da parte dell’ennesimo arbitro inadeguato; Candussio ne ha combinate di tutti i colori, invariabilmente a danno del Catania. E tale accanimento deve fare riflettere non poco, visto che è ampiamente “recidivo” (ammonizioni solo agli etnei, atteggiamento provocatorio, etc.). Ma, se il sodalizio rossazzurro perde incredibilmente contro la Ternana non lo deve all’arbitro, giacché l’unica cosa che azzecca il “fischietto” friulano (sebbene questo “hobby”, a occhio, poco gli si attagli…), è la tragicomica espulsione di Leto, fino a quel momento paradossalmente fra i migliori dei suoi, il quale, dopo aver ricevuto un fallo, prima protesta e poi platealmente reitera le proteste (evidentemente con fiorite elocuzioni che il direttore di gara deve aver ritenuto lesive e, in questo senso, in relazione al referto, potrà anche rischiare più di una giornata di stop), beccandosi un istantaneo “giallo-rosso” da guinness dei primati (in negativo, ovviamente). Un’assurdità pazzesca che, al 54’ di una gara in cui l’avversario non ti ha fatto letteralmente un tiro in porta, rimane incomprensibile ai più. Il Catania perde, invece, perché gli uomini migliori, in primis Rosina e Calaiò, deludono ancora una volta in campo esterno. Il Catania perde perché deve fronteggiare la consueta marea di infortuni e squalifiche in un unico reparto, la difesa, perdendo Rolin dopo 18’ e costringendo Rinaudo a esibirsi da centrale arretrato, avendo già in campo un ragazzino, Parisi, sulla corsia destra. Il Catania perde perché chi deve sostituire il “punto fermo” Escalante, il centrocampista argentino Calello, nuovamente delude. Il Catania perde perché si conferma la squadra più ammonita della B, con addirittura 6 espulsioni totali, segno di una mancanza di serenità che ancora Sannino non è riuscito a “inquadrare”. Il Catania perde perché, una volta in inferiorità numerica, invariabilmente becca il gol della sconfitta, non riuscendo mai a organizzare una difesa razionale. Il Catania perde, soprattutto, e mi spiace doverlo sottolineare, per l’atteggiamento complessivo che l’allenatore campano “imposta” per la partita. Contro un team del genere, non puoi entrare in campo “predisposto” al pareggio, con così poca propositività e cattiveria. Il Catania ha prodotto, in tutto, un paio di occasioni, sebbene una sia stata nitida (Calaiò), in tutto il match. Troppo leziosi, troppo compassati. Troppo poco, insomma, per una squadra che sbandiera ambizioni di promozione. Questo è ciò che maggiormente si è tentati di imputare al tecnico ex Watford, il quale sembra non riuscire a guarire il ”mal da trasferta” di questa squadra. E quel che fa più rabbia non è il mancato passo avanti in classifica, perché 0 o 1 punto cambia poco (seppure, sotto il profilo psicologico, chiaramente, il pareggio sarebbe risultato utile), ma il dover ingoiare il boccone amaro della bruciante sconfitta nella consapevolezza della gigantesca limitatezza dell’avversario. Significa che, ancora, dal punto di vista mentale, non sei preparato. E, così, in Serie A, non ci vai… Questo, in definitiva, lo ritengo un passo indietro inatteso e preoccupante, con l’aggravante dell’enorme, galattica inadeguatezza dell’avversario. A questo punto mi chiedo se il Catania possa essere capace di vincere una partita in trasferta almeno con un avversario di Lega Pro, dato che la Ternana più o meno a quella categoria si approssima. E i rossoverdi, presumibilmente, per evitare di ripiombare in quella categoria lotteranno fino all’ultimo... Una cosa è pacifica: finora, di squadre meno attrezzate non se ne sono viste… Tuttavia, il Catania, a quota 19 (come gli stessi rossoverdi…), è adesso più vicina ai playout che ai playoff; e di questo dobbiamo disquisire, con realismo, senza voli pindarici di sorta.

Uniche note positive…
Se vogliamo rinvenire un pizzico di positività in questa deludente trasferta in terra umbra, lo possiamo cercare nella prestazione di due ragazzi, uno esordiente, l’altro semi-esordiente. Il primo, il giovanissimo ghanese Odjer, dopo un inizio difficoltoso sulla corsia esterna (fra l’altro con ripetuti scivoloni dovuti ai tacchetti…), una volta accentratosi nel ruolo prediletto di mediano, ha messo in mostra personalità, corsa e piede, risultando fra i migliori nel convulso finale. Il secondo, l’esterno basso destro Parisi, ha giostrato con sufficiente disinvoltura, raramente andando in difficoltà sulla sua corsia. Si tratta di due risorse che potrebbero risultare utili nel prosieguo, in specie il centrocampista africano, uno di cui si dicono mirabilie e, analizzandone l’esordio, a mio parere a ragione. Ci sarebbe il terzo, l’altro argentino Piermarteri, ma i 10’ (compreso il recupero) giocati non ne consentono il giudizio, sebbene al 94’ abbia avuto sulla testa la palla del clamoroso pareggio.

Big match?
Sabato prossimo al “Massimino” sarà di scena il Bologna, altra nobile decaduta di questo terrificante campionato di Serie B. Con una differenza, però. I felsinei, se domenica batteranno il Bari in casa, si presenteranno con 26 punti a Catania. Cioè, fra mille difficoltà societarie e giocando male, con 7 punti in più dei rossazzurri. Equiparando l’emergenza infortuni del Catania alle enormi deficienze gestionali vissute dai rossoblù, il confronto al momento vede vincitori questi ultimi. Sulla carta, per blasone e qualità tecniche, si presenta come la sfida fra le formazioni più accreditate e attrezzate del lotto. Ma lo è? Io sono abituato a ragionare solo sui risultati e sui numeri: no, non lo è. Lo diventerà quando e se il Catania “farà il Catania”. Per adesso, trattasi di un incontro fra una squadra d’alto profilo contro un team di mezza classifica. Niente di più. Ed è un peccato. Let’s go, Liotru, let’s go!!!