E' ora di farsi sentire

L'arbitro Sacchi protagonista in negativo della gara

L'arbitro Sacchi protagonista in negativo della gara 

Max Licari sul pari ottenuto in extremis dai rossazzurri sul Crotone, nell'ambito di una gara inficiata dagli errori di Sacchi.

Giusto farsi sentire…
Chissà cosa avranno pensato i “je suis Carpì”, i cantori del “beato frusinate”, i “Temistocle” dell’indignazione provinciale, assistendo all’inverecondo scempio di Catania-Crotone. Mi costa molto dirlo, ma con tutta probabilità ha ragione il tecnico dello Spezia quando dice che Lotito ha falsato il campionato. Ma non a favore delle “grandi”, no. A favore delle candide “cenerontoline” che vengono giornalmente vessate dal “mostro” metropolitano. Povera Italia, sempre più barzelletta pallonara!!! I gravi errori dell’arbitro Sacchi, due rigori nettissimi (di cui uno, il fallo di mano volontario in piena area di Clayton, incredibilmente evidente) che non possono non essere concessi nemmeno in terza categoria, pesano più della sfortuna (due traverse di Sciaudone e Maniero) o della bravura del miracoloso Cordaz (pazzesca la parata su Schiavi) o delle maiuscole prestazioni degli splendidi Dezi e Maiello. E meno male che all’ultimo minuto, così come era accaduto all’andata a parti inverse, il neo entrato Castro, a onta delle contumelie ingenerosamente ricevute in poco più di trenta minuti, ha rimediato in parte a quello che si sarebbe rivelato come uno dei furti più gravi subiti al “Massimino” negli ultimi quarant’anni. Il suo perentorio colpo di testa (stile Catania-Fiorentina di non più recentissima memoria) ha consentito al Catania di mantenere la striscia positiva e, soprattutto, lasciare il Crotone a tre lunghezze. Se questo pareggio in extremis potrà essere “funzionale”, lo si scoprirà solo a Pescara: se i rossazzurri continueranno a giocare con questo piglio e riusciranno finalmente a vincere in trasferta, allora anche il pareggio con i “pitagorici” avrà avuto un suo perché; altrimenti, prezioso (non perché immeritato, tutt’altro) punto salvezza e stop. Resta il rammarico di una gara comunque giocata con il cuore, sfortunata e gravemente inficiata da una direzione non adeguata alla categoria. Non ingiustificate, dunque, le vibrate proteste di Cosentino a fine partita, a rompere un silenzio durato troppo a lungo. Di fronte a situazioni del genere, necessario alzare la voce. E alzarla forte, perché l’impressione è che quella rossazzurra complessivamente non sia una squadra “fortunatissima” con gli arbitri. La realtà è che il Catania è ancora invischiato nei bassifondi della classifica e la vittoria contro il Crotone si sarebbe rivelata oro, anche sotto il profilo psicologico. Perciò, pensare partita dopo partita diventa imperativo categorico. Anche in ragione del fatto che, il Crotone lo ha “insegnato” a dovere, nessuno ti regala niente e tutti lottano alla morte fino all’ultima palla. Gare scontate in B non ce ne sono, in un senso o nell’altro. Accettiamo il verdetto del campo, nella consapevolezza della sua profonda ingiustizia. Ma nel calcio ci sta. Non è stata la prima volta, né sarà l’ultima. Magari, questa “fortuna arbitrale” un giorno capiterà al Catania…

Contro un muro…
Il Catania del primo tempo, dopo un avvio shock dovuto al vantaggio crotonese (bravo il nisseno Torregrossa a girarsi sotto porta) su palla inattiva, avrebbe meritato di chiudere il parziale almeno un gol avanti, sebbene gli ospiti si siano sempre schierati in 10 dietro la linea del pallone, difendendo e talora ripartendo con discreta eleganza. Come già accennato, due traverse, due rigori negati, un miracolo di Cordaz. Basta questo a certificarlo. Il fatto di aver chiuso in svantaggio la prima frazione ha certamente pesato come un macigno su Calaiò e compagni. E la colpa di ciò va principalmente addebitata all’arbitro Sacchi: quando ci sono accadimenti così evidenti, gli errori grossolani possono “uccidere” la squadra danneggiata, autorizzata poi a sentirsi “vittima” di complotti internazionali. Un Catania già sull’1-1 a fine primo tempo avrebbe sicuramente vinto la partita. Lo dico e lo ribadisco con la forza della certezza. Tuttavia, non si può celare come il 4-3-1-2 di Marcolin, dal punto di vista fisico, sia un po’ calato nella ripresa, durante la quale il Catania ha creato meno ed è sistematicamente andato a sbattere sul muro avversario, non riuscendo a sfondare sulle fasce con Belmonte e Mazzotta, nonché facendo fatica in mediana con Sciaudone e Rosina, vistosamente in difficoltà a servire i controllatissimi Calaiò e Maniero. In certi frangenti, il solo Rinaudo, migliore dei suoi, è riuscito, con il suo strapotere fisico, a reggere la baracca, consentendo alla squadra di recuperare palloni importanti sugli accenni di ripartenza rossoblù e di mantenere il minimo svantaggio fino al liberatorio pareggio di Castro. Magari qualcuno si sarebbe atteso gli interventi dalla panchina una decina di minuti in anticipo, considerato il fatto che gli ingressi di Castro prima e Martinho poi hanno certamente giovato a mutare il piano tattico della gara, proponendo nuove difficoltà agli uomini dell’ex Drago, in specie sulle corsie laterali. Interessante il 4-2-3-1 con Castro a sinistra e il mancino Martinho a destra, una variante che potrà essere riproposta anche in futuro, in specie -ritengo- in trasferta, dove è possibile sfruttare maggiormente le ripartenze veloci. In ogni caso, mi sento di poter dire che dal punto di vista dell’impegno nulla può essere rimproverato ai ragazzi, i quali hanno lottato fino alla fine, riuscendo a evitare una sconfitta assurda. Proprio la prova di carattere può far ben sperare in vista dei prossimi impegni, quasi tutti lontano dalle mura amiche, dove la grinta e la determinazione servono più che il fioretto. Non si può rimettere tutto in discussione per una gara sfortunata e gravemente inficiata da decisioni arbitrali cervellotiche. Se si crede in un “percorso”, bisogna perseverare. Se tale “strada” sarà quella giusta lo vedremo dalla prossima partita all’Adriatico.

Crocevia Pescara
A Pescara sarà un’altra battaglia, anche perché gli abruzzesi provengono da un momento delicato (pareggio interno con il Cittadella e sconfitta a Latina). Quella allenata da Baroni è una buona squadra, con buoni interpreti di categoria, in un campo tradizionalmente ostico ai colori rossazzurri. Bisognerà cercare di migliorare giorno dopo giorno condizione e convinzione di poter ottenere risultati pure in trasferta. Poi, se si gioca complessivamente bene come lo si è fatto anche con il Crotone, i risultati non potranno non venire. Per tirarsi, intanto, fuori dalla zona pericolo. Perché, ricordiamolo ossessivamente, ancora lì siamo... Let’s go, Liotru, let’s go!!!