Cosi di Catania (Calcio): Cosi ccò micciu

Luca Moro, bomber rossazzurro a quota 4 reti

Luca Moro, bomber rossazzurro a quota 4 reti 

Nuovo appuntamento con la seguitissima rubrica del nostro Alessandro Russo

Buongiorno, buongiorno.
Scrivo in diretta - dallo studio di casa mia - questo nuovo articoletto corrispondente al trentaquattresimo appuntamento con Cosi di Catania (calcio), una rubrica in onda da quasi quattro anni qui su calciocatania.com che ha come unica e sola caratteristica quella di avere tutte le puntate diverse l’una dall’altra. Dal momento che recentemente abbiamo disquisito sull’amore per il Calcio Catania ’46 e sui suoi effetti financo catastrofici, oggi ci occuperemo piuttosto di un’Amicizia speciale, questa qui propriamente con la A in maiuscolo, nata grazie alla lunga passione per il club che ha per stemma l’elefante.

Orsù, sono molto felice di presentarvi il caro Vito Presti, cultore e amante delle tradizioni catanesi sanguigne e veraci, oltreché grande tifoso rossazzurro, che poco fa è venuto a bussare qua a casa mia. Con abilità e perizia e con meticolosa pazienza, il buon Vito ha raccolto in un volumetto stampato in proprio duemilaeseicento detti catanesi; sarebbe a dire che il libricino realizzato da Vito Presti contiene duemilaseicento forme di comunicazione incisive e immediate che danno luogo a una espressione breve, intensa e allusiva. In tal modo, non concedendo divagazioni e non consentendo prolissità, si va al sodo trasmettendo un messaggio chiaro e circoscritto che obbliga l’interlocutore a focalizzare il vero senso. Inizio a sfogliare il libro e subito mi emoziono; “Ad Alessandro - così mi scrive Vito in prima pagina - dedico con tutta la mia stima questo mio lavoro”. «Chissà se son presenti –mi domando- degli allacciamenti con la storia del Catania millenoventoquarantasei slash matricola undicimilasettecento, passato rapidamente dai lustri della serie A a vivacchiar in C?»

Comincio a leggere e trovo all’istante “Mumentu capotrenu, ca a signora è ndo gabinettu“ e vi scorgo un velato e innocuo richiamo allo zio Nino e ai “Treni del gol”. Proseguo con “Chi facisti l’ova a du russi?”, una domanda da girare quanto prima allo zio Pietro, amico e compare dello zio Nino. Continuo con “Mangiarisi l’anchi e li patanchi” che non abbisogna secondo me di alcuna nota esplicativa nè di ulteriori commenti. Vado avanti con “Cu a voli cotta e cu a voli crura”, dove lampante è il riferimento alle infinite discussioni nei bar e sui social su ‘numero di matricola, maglia rossazzurra e Catania ‘46, sei il mio unico amor’. Leggo quindi “Quannu voli u Signuri”, dove emerge il fatalismo del catanese, come a dire “Siamo nelle mani del Signore e le cose avvengono secondo la sua volontà”. Proseguo con “U mari tira petri“ ‘(con i suoi cavalloni, con i suoi marosi rimuove e trascina con sé sulla spiaggia tanto petrisco, tanta ghiaia)’, una locuzione adoperata ancor oggi dagli anziani nel senso che “Ci sono le acque agitate, la situazione, specie quella economica è difficile”. Passo ora a “Mi veni di ittari” che traduco alla lettera con “Sto per vomitare” e dunque scorgo “Semu petri petri”, “Unni arrivu mettu puntu” ,“Fari cunti a fimminina”, “Fari a cumparsa di Pepè”, “A pignata ncomuni non ugghi mai” e soprattutto a “Ni mancaunu scecchi a fera” e “Mi inghisti na casa di pipi” dove ci sono piccoli riferimenti all’attualità e al cosiddetto fattore extra-campo del pianeta rossazzurro. Trovo poi l’interessante domanda “Cu si menti nta sti centu missi?” che significa “Chi è disposto a correre tutti questi rischi ?” e proseguo con “Viriri a catta malapigghiata”, espressione che indica il subodorare, l’intuire in anticipo che una certa situazione sta per degenerare e prendere una brutta piega per cui, prevedendone gli effetti, negativi, sarà meglio defilarsi per non restarne invischiato. Nel nostro caso, senza scomodare storielle per descriverne le origini diciamo che carta sta per situazione.
Prima di completare interamente la puntata numero trentaquattro di Cosi di Catania (calcio), di seguito riporto “Cu s’accontenta do picca godi” detto che ci invita alla modestia e ad accontentarci. Leggo poi “Megghiu u picca a godiri, cca u o assai a trufuliare”, meglio insomma il poco da godere che il troppo da soffrire, da tribolare. Chiudo con “Cosi cco micciu”, che si dice di cose buone, speciali, luminose come la luce che manda “u micciu” (stoppino di canapa per lumi che, acceso, fa luce). Senza dubbio alcuno l’allusione è alla vittoria ottenuta dal Catania ieri pomeriggio presso lo Stadio comunale “Donato Curcio” di Picerno. Il gol è stato realizzato su rigore a poco più di dieci minuti dal termine dal centravanti del Catania Luca Moro, maglia rossazzurra numero ventiquattro, nato a Monselice il venticinque gennaio del duemilaeuno. Dopo un po’ il Picerno ha perfino centrato un clamoroso palo, insomma “Una vittoria cco micciu”.

Picerno, 4 ottobre 2021
7. giornata serie C girone C-

PICERNO-CATANIA 0-1
Picerno: Albertazzi, Setola (87’D'Angelo) , Allegretto, Ferrani, Guerra, Dettori, Pitarresi, Vivacqua (46’De Marco), Reginaldo, Carrà,Coratella (64’Terranova ). All. Palo

Catania: Sala, Calapai, Claiton (60’ Ercolani), Monteagudo, Pinto, Rosaia, Maldonado (84’ Izco), Greco (84’ Ropolo), Piccolo (72’ Provenzano ), Moro, Biondi (60’ Russotto).All. Muraloni

Arbitro: Carrione di Castellammare di Stabia

Gol: 79’ Moro (rigore)