Catanzaro-Catania 2-1: Discesa libera

Sempre più giù...

Sempre più giù... 

Un Catania a corrente alternata paga alcuni errori individuali ed inanella la quinta sconfitta consecutiva.

Dopo il poker, ecco il pokerissimo. Il Catania di Giovanni Pulvirenti infila una serie negativa da record per la terza serie, che desta forti preoccupazioni sotto due profili: il primo è quello dei rincorsa ai playoff, che restano sempre relativamente vicini, dal punto di vista puramente numerico (due i punti da recuperare al duo Fidelis Andria-Fondi), ma sempre più lontani per l'insufficienza cronica delle prestazioni sciorinate da Biagianti e compagni da qualche settimana a questa parte; il secondo è quello che i tifosi etnei mai avrebbero potuto immaginare fino a poco tempo fa, e riguarda la forbice con la zona playout che giornata dopo giornata si va assottigliando sempre più. Visti i tempi che corrono, il +7 attualmente vantato su Catanzaro e Reggina non può fare dormire sonni tranquilli: finché i rossazzurri non riusciranno a rialzarsi e non ricominceranno a fare punti, bisognerà tenere gli occhi aperti e sperare di non vivere per la quarta stagione di fila l'angoscia della lotta per non retrocedere.

Il ritorno del centravanti
Confortato dai passi avanti, sul piano dell'atteggiamento, offerti dai suoi ragazzi in occasione della sfida contro il Foggia, Giovanni Pulvirenti decide di insistere con il 4-3-3 ma, al contempo, apporta alcune modifiche nella formazione titolare, indotte in parte dalle indisponibilità di Marchese (infortunato) e Scoppa (squalificato): al posto del terzino, sulla fascia sinistra, viene rilanciato Djordjevic, mentre in mediana trova spazio Fornito, con conseguente spostamento di Bucolo al centro, davanti alla difesa. La vera novità rispetto alla gara di sette giorni fa è però rappresentata dal ritorno dal 1° minuto di un centravanti vero, nella fattispecie Pozzebon. Ne fa le spese Di Grazia, che va in panchina, mentre Mazzarani torna ad occupare il ruolo a lungo interpretato durante la gestione Rigoli: quello di “esterno adattato”.
Un solo cambio, invece, per Alessandro Erra, che conferma il 4-4-2 e 10/11 della formazione scesa in campo lo scorso turno a Castellammare di Stabia. L'unica novità è il ritorno tra i titolari di Simone Icardi, che rileva Cunzi nel ruolo di esterno di centrocampo.

Ennesimo gol subito su calcio piazzato
Neanche il tempo di prendere le misure ed ecco che il Catania passa in svantaggio, a causa dell'ennesimo gol subito su palla inattiva (il quarto consecutivo, da Pagani in avanti). Nella circostanza è Drausio che si perde il proprio uomo, Sarao. I ragazzi in maglia bianca, se non altro, dimostrano di voler uscire dal tunnel in cui sono entrati e sfiorano immediatamente il pareggio. Tuttavia, Pozzebon, ovvero il giocatore acquistato a furor di popolo a fine gennaio per risolvere il problema della sterilità offensiva, comincia a far venire qualche dubbio sul produttivo esito di tale operazione di mercato centrando il palo da buonissima posizione con un debolissimo colpo di testa. Pulvirenti prova ad incoraggiare i suoi a giocare palla a terra, invertendo la posizione di Bucolo e Biagianti (col capitano che si sposta davanti alla difesa) e chiedendo a Mazzarani di farsi vedere sulla trequarti, in posizione accentrata, per aiutare il centrocampo ad imbastire buon trame offensive. Il possesso palla migliora ma il camaleontico modulo (un 4-3-1-1-1 in cui la fascia opposta rispetto a quella dove gioca Russotto risulta sempre sguarnita) non aiuta certo a raggiungere l'area di rigore avversaria.

Drausio, ancora tu?
Al 22° un altro erroraccio di Drausio, che si sbilancia fino al cerchio di centrocampo per riconquistare il pallone, non riuscendo neanche a commettere il fallo tattico che sarebbe stato opportuno e provvidenziale, da il là all'azione del 2-0 giallorosso, alla quale giova non poco l'involontario assist di fondoschiena di Bergamelli, che consente a Sarao di lanciare il rapidissimo Giovinco verso la porta difesa da Pisseri. Se agli errori si aggiunge anche la sfortuna, c'è davvero poco da fare. Resta il fatto che da qualche tempo a questa parte il centrale difensivo brasiliano sembra essere tornato sugli standard negativi di inizio stagione, e sarebbe il caso di riflettere non solo sull'opportunità di affidargli nuovamente una maglia da titolare nel prossimo campionato, ma anche sulla possibilità di dare qualche chance al giovane Mbodj, il quale nella sua unica partita disputata in campionato, lo scorso dicembre contro la Fidelis Andria, non aveva sfigurato.

Il fuoco di paglia del 2-1
Dopo il raddoppio catanzarese, il Catania tira fuori l'orgoglio e gioca finalmente con convinzione, anche se la disposizione tattica “originale” manda in confusione gli stessi etnei che spesso, una volta arrivati sulla trequarti, non sembrano avere le idee chiare su cosa fare e si perdono in inconcludenti iniziative personali. Per fortuna, ad avere una buona intuizione al 30° è Biagianti, il quale una tantum riesce a verticalizzare e servire Mazzarani in area. Il numero 32 è freddo e spiazza De Lucia, riaprendo il match. Purtroppo si tratta di una sfuriata isolata, in quanto nei minuti successivi la squadra di Erra prende le misure e argina ogni timido approccio di manovra degli ospiti. Il primo tempo si chiude così sul 2-1 a favore del Catanzaro.

Erra si chiude a riccio
Nell'intervallo nessuno dei due tecnici cambia qualcosa e la partita riprende con lo stesso canovaccio della seconda parte della prima frazione di gioco: il Catania si proietta nella metà campo dei padroni di casa, che a loro volta non sembrano minimamente interessati a spingersi avanti e difendono il prezioso vantaggio. Non che i calabresi siano così imperforabili: un'uscita poco felice di De Lucia in occasione di un corner consente a Biagianti di calciare a porta vuota ma il capitano, essendo in fase di “atterraggio”, non riesce a coordinarsi al meglio e spedisce fuori. I rossazzurri aumentano la pressione, Mazzarani prova a trascinare i compagni conquistando preziosi calci di punizione ma non arriva mai l'episodio decisivo. Erra fiuta l'aria che tira e toglie il centrocampista Mancosu, ammonito, per inserire un difensore, Patti, e passare ad un copertissimo 5-3-2.

Pulvirenti, ancora una volta cambi tardivi
Pulvirenti risponde facendo entrare Di Grazia al posto di Bucolo. Il conseguente 4-2-3-1 consente agli ospiti di preoccupare la retroguardia avversaria soltanto su calcio piazzato, come al 69° quando una conclusione di Di Grazia si stampa sulla traversa dopo una deviazione, ed al 72° quando a provarci da fuori area è Mazzarani, che sfiora il palo. A poco più di dieci minuti dalla fine (con un ritardo simile a quello già “ammirato” nella gara contro il Foggia), arriva quello che potrebbe essere il cambio risolutivo: la “staffetta” Tavares-Pozzebon. Il numero 9 si è reso protagonista di una prova assai negativa, attraverso la quale ha dimostrato che, forse, il suo tecnico non aveva avuto tutti i torti ad escluderlo contro i satanelli: poco incline ad aiutare i compagni, troppo nervoso, autore di parecchi errori in fase di controllo di palla. Purtroppo neanche il portoghese riesce a fare molto meglio, seppur in un arco di tempo decisamente inferiore. Neppure l'ultima mossa (Barisic per Russotto) sortisce l'effetto di produrre occasioni degne di nota. Così, al fischio finale del sig. Paterna da Teramo giunge la quinta sconfitta consecutiva.

Rigoli? Aspettiamo Virtus Francavilla e Vibonese...
L'ipotesi ventilata da più parti, quella del ritorno di Rigoli, non sembra essere la mossa più opportuna in questo momento, visto l'immediato impegno infrasettimanale che attende il Catania al “Massimino”. Certo, se la sfida contro la Virtus Francavilla rivelazione di stagione dovesse essere considerata come una sorta di spareggio per i playoff, allora persino una mossa della disperazione potrebbe essere giustificata. Ma viene da chiedersi: a che pro? La domanda che ci poniamo da settimane (ovvero: che prospettive avrebbe questa squadra in caso di qualificazione alla coda di stagione?) continua a ricevere la stessa risposta, sulla base di quanto si vede sul terreno di gioco. Potrebbe essere invece una buona idea quella di approfittare dei pochi giorni che separano il gruppo dalla prossima partita per mischiare un po' le carte e far rifiatare alcuni giocatori in evidente difficoltà, fisica e psicologica. Soltanto dopo le prossime due gare (quindi, anche dopo il successivo impegno contro la Vibonese) potrebbe risultare necessario tracciare un bilancio, capire verso quale obiettivo si sta andando, e provvedere di conseguenza.