Catania-Reggina: le dichiarazioni dei protagonisti

L'esultanza di Giovannino Marchese

L'esultanza di Giovannino Marchese 

Le parole di Marchese, Tavares e Russotto raccolte nella sala stampa del "Massimino"

GIOVANNI MARCHESE
"Non potevo volere di più da questa giornata, piena di grandi emozioni con la maglia che amo, nello stadio che amo e davanti alla gente che amo. Ho baciato la maglia perché per me l’amore per il Catania non è mai finito. Il gol è frutto di uno schema che proviamo parecchio in allenamento. Dedico il gol a mio figlio Calogero, a mia moglie, a quelli che mi sono stati vicino e alla gente di Catania. Nel primo tempo abbiamo fatto bene, anche se il terreno di gioco ci ha penalizzato molto: noi siamo una squadra che inizia l’azione da dietro con la palla a terra. Siamo felici e bisogna continuare a giocare così, senza paura. Lodi? Con Ciccio ci sentiamo spesso, perché siamo amici. A lui piacerebbe tornare, ma questo è un aspetto che riguarda la società. Detto ciò, pensiamo ai nostri centrocampisti, come Scoppa e Biagianti, ed a continuare a vincere”.

ANDREA RUSSOTTO
“È stata una bella giornata, abbiamo vinto e sono riuscito anche a fare gol. L’esultanza è una sorta di abbraccio ideale alla gente di Catania. In questo periodo ci sono state molte voci e ci tenevo a dimostrare che io non voglio andare via da qui né adesso né in seguito. La volontà mia e della società è la stessa. Sono contento di aver segnato in casa, davanti alla nostra gente, di aver fatto il gol che ha chiuso la partita, per la rete di Tavares e per aver portato a casa i tre punti. È chiaro che ci saranno anche dei momenti meno felici, ma se perdi la felicità bisognerebbe cambiare mestiere. Sono consapevole di non avere il posto assicurato e proprio per questo bisogna lottare ogni giorno in allenamento. Il palo colpito all’andata? La vita ti dà e ti toglie, oggi è andata bene".

DIOGO TAVARES
"Sono arrivato in gruppo forte che mi ha fatto sentire subito a mio agio e per questo ringrazio i miei compagni di squadra. Anche a Catanzaro mi trovavo bene, ma li sono successe anche altre cose che hanno portato ad una situazione particolarmente difficile. Sono dell’idea che nel calcio il singolo giocatore non va da nessuna parte. Proprio per questo, credo che il primo difensore sia l’attaccante; ho sempre ragionato così. C’è da lottare fino alla fine, non solo gli undici che vanno in campo ma anche quelli che subentrano. Il gol? La palla mi è rimasta un po’ sotto ho tirato più angolato possibile, anche perché il difensore stava per accorciare… Sono contento per il gol che è frutto del lavoro di tutta la squadra”.