Catania: Presentati Furlan e Welbeck

Da sinistra: Welbeck, Lo Monaco e Furlan

Da sinistra: Welbeck, Lo Monaco e Furlan 

Le prime parole da rossazzurri per Jacopo Furlan e Nana Welbeck

Questa mattina, a Torre del Grifo, sono stati presentati alla stampa il portiere Jacopo Furlan, lo scorso campionato al Catanzaro, e Nana Welbeck, centrocampista che ha militato nei settori giovanili di Brescia e Atalanta.

Jacopo Furlan:
«Sono arrivato con un annetto di ritardo rispetto alle previsioni e alle mie speranze, fortunatamente quest’anno si è ripresentata l’opportunità ed è stata colta al volo. L’anno scorso ho aspettato il Catania ma fino a novembre sono rimasto svincolato, ero convinto che Catania fosse una piazza che poteva cambiarti la carriera in meglio. Sono stato il primo acquisto, come ha detto il direttore, la proposta è stata concreta fin da subito e appena è arrivata ho subito accettato. Negli ultimi anni ho cambiato casacca quasi ogni anno, quest’anno ho firmato un biennale e a me i contratti piace rispettarli. L’obiettivo di quest’anno è fare un campionato importante e quindi spero di rimanere anche più a lungo dei due anni di contratto. Stiamo lavorando molto e bene.
Camplone e Auteri sono due allenatori diversi che fanno del gioco il loro punto di forza.
Ho avuto la fortuna, quando ero a Trapani, di trovare il 'Massimino' pieno e sentivo che spingeva la propria squadra. Ma per quel che mi riguarda lo stadio è relativo, il portiere vive una partita tutta sua. Spero possa spingere i miei compagni, il mio compito è quello di non far prendere gol alla squadra».

Nana Welbeck:
«Sono italo-ganese, sono arrivato in Italia nel 2003 dove ho giocato dieci anni prima di andare all’estero, quindi mi considero italiano. Ringrazio la società per questa opportunità e speriamo di raggiungere i nostri obiettivi. Io sono a completa disposizione del mister e del suo staff. A centrocampo posso benissimo giocare sia come play basso, come è stato negli ultimi anni, che da interno. Ho fatto cinque anni all’estero, in Danimarca ho appreso aggressività e corsa, poi in altri paesi ho acquisito esperienza, perché ho giocato di più. Sono a disposizione dei miei compagni, non posso fare la differenza da solo, mi impegnerò per aiutare al massimo la squadra».