Catania-Juve Stabia 3-1: Carattere da corazzata

Di Cecco, un gol voluto e cercato.

Di Cecco, un gol voluto e cercato. 

I ragazzi di Rigoli rimontano lo 0-1 con una reazione da big. Tante frecce nell’arco messo a disposizione del tecnico.

Il “nuovo corso” targato Lo Monaco (nella stanza dei bottoni) e Rigoli (sulla panchina etnea) comincia nel migliore dei modi, con una convincente vittoria contro una squadra indicata dagli addetti ai lavori come una delle possibili protagoniste del campionato. Vittoria che dimezza la penalità con la quale i rossazzurri hanno cominciato la stagione: si passa da -6 a -3, ma in prospettiva sarà un -4 a causa del punto di penalizzazione previsto per le inadempienze amministrative della scorsa stagione che hanno provocato un deferimento da parte della Procura Federale, senza dimenticare l’ulteriore deferimento relativo agli sviluppi dell’inchiesta sui “Treni del Gol”. Nodi di un’annata che si preannuncia complessa sotto il profilo della gestione societaria ma che, sul versante tecnico, se il detto “chi ben comincia è a metà l’opera” non sbaglia, sembra promettere bene.

Retroguardia da registrare; Calil ciliegina sulla torta nella reazione della squadra
Forte dei segnali positivi ricevuti nelle ultime settimane di preparazione ed in particolar modo nel match di Coppa Italia di Lega Pro contro l’Akragas, Pino Rigoli ripropone l’esperimento del tridente Russotto-Paolucci-Calil che prevede una grande libertà di movimento del n°10 sulla trequarti ed un ruolo da seconda punta per il brasiliano, in appoggio a Paolucci che funge da unico riferimento fisso per la difesa avversaria. Di contro, Fontana non rinuncia ad un propositivo 4-3-3 in cui lancia con coraggio l’acerbo Mastalli, figlio del grande Ennio, che ha il non facile compito di rimpiazzare l’indisponibile Capodaglio.
La buona organizzazione di gioco degli ospiti, unita all’intraprendenza del tridente Marotta-Del Sante-Lisi, mette in difficoltà nella prima parte di gara una Catania caratterizzato da una difesa non ancora registrata a dovere. In occasione dello 0-1 firmato Lisi, sbagliano tutti: Nava, che lascia Del Sante libero di colpire di testa in area; Drausio, che non va a coprire su Lisi; Pisseri, poco reattivo in uscita sul numero 23 stabiese.
Il gol subìto sveglia il Catania che dimostra di avere qualità caratteriali di prim’ordine, anche grazie alla presenza di un giocatore che da questo punto di vista rappresenta una garanzia: Marco Biagianti, che da capitano prende in mano la squadra recuperando palla a metà campo e suona la carica partendo palla al piede verso la porta avversaria. Il resto lo fa l’imprevedibilità costruita dalle mosse di Rigoli: Russotto è una scheggia impazzita in grado di creare superiorità in qualsiasi zona del campo; Calil, partendo più indietro rispetto a quello che era il suo posizionamento durante la scorsa stagione, riesce a costruirsi da solo le occasioni ed andare al tiro da fuori area; Scoppa, che per gran parte della partita resta a guardare a causa del pressing asfissiante di Salvi e Zibert, dimostra di essere una grande arma a disposizione del Catania quando al primo metro libero concesso dagli avversari imbecca Calil con un gran lancio da metà campo. Al resto ci pensa l’attaccante brasiliano che bissa, sotto il profilo qualitativo, il gol a pallonetto da fuori area già realizzato una settimana fa in coppa.

Silva sale in cattedra, Rigoli dispone le pedine nel migliore dei modi
La reazione da grande squadra messa in atto nella seconda parte della prima frazione di gioco viene replicata dai ragazzi di Rigoli nella fase iniziale del secondo tempo, grazie ad un “innesto” determinante: quello di Silva, rimasto a guardare nel primo tempo, ma pronto a salire in cattedra dopo l’intervallo. Il brasiliano, se c’è con la testa, eccelle in entrambe le fasi, come dimostrano i tanti contrasti vinti in mediana ed il lancio al bacio per Russotto al minuto numero 52 che avvia l’azione del 2-1, in occasione della quale Paolucci si conferma nelle vesti di bomber opportunista, una figura che è mancata parecchio al Catania versione 2015/16.
Il vantaggio acquisito consente agli etnei la preziosa possibilità di gestire il match, resistendo senza eccessivi problemi alle azioni imbastite sulle fasce dalle “vespe” (in particolar modo dall’attivissimo Sandomenico, entrato nella ripresa al posto di Lisi). In questa fase di gioco il limite del Catania è quello di non riuscire a chiudere il match nonostante i vari Silva, Russotto e Calil riescano ad aprire spazi interessanti sulla trequarti coi loro rapidi scambi. Limite indubbiamente provocato da una condizione fisica che per forza di cose non può essere ancora quella dei giorni migliori.
Ma a ciò sopperisce la bravura di Rigoli nel saper sfruttare un’arma che gli è stata consegnata dalla società: quella di poter alternare tanti giocatori di qualità a centrocampo ed in attacco sfruttando la duttilità degli stessi. Così, quando Paolucci non ce la fa più, ecco Fornito pronto a dare il proprio contributo in termini di dinamismo sulla trequarti, con Calil che passa a fare il riferimento in avanti; quando è capitan Biagianti ad alzare bandiera bianca, nessun ricorso alla prudenza ma fiducia a Piscitella che si sdoppia nel ruolo di esterno in fase di non possesso e seconda punta nelle ripartenze, con lo stesso Fornito a coprirgli le spalle, mentre Silva si allarga sulla destra quando è Russotto a uscire per Di Cecco che va a garantire più copertura in mediana. Rigoli, oltre che bravo, è pure fortunato, perché proprio l’insospettabile Di Cecco, da molti indicato in partenza nelle scorse settimane dopo i tanti acquisti che hanno rivoluzionato il centrocampo del Catania, va a realizzare un gol da cineteca col quale dimostra quanto tiene alla causa.

Dopo il completamento dell’opera di rifondazione, ecco l’Andria, matricola sulla carta
La posizione di Di Cecco ci ricollega ai prossimi ed imminenti impegni che attendono i dirigenti del Catania, chiamati a completare l’imponente opera di rifondazione avviata quest’estate. C’è infatti tempo fino alle ore 23:00 di mercoledì 31 Agosto per portare a compimento le ultime operazioni di mercato. Dall’impressione generale maturata al termine di questo primo assaggio di stagione, ci sembra di poter dire che Rigoli non abbia bisogno di ulteriori innesti, disponendo già di un centrocampo ed un attacco di spessore sotto il profilo numerico e qualitativo. Forse, nel reparto arretrato, un’alternativa più convincente sulle fasce non guasterebbe, ma per ragioni di spazio all’interno dell’organico un eventuale arrivo non può che dipendere, necessariamente, da una contestuale partenza (De Rossi? Parisi?). Ancor più importante sarà trovare una sistemazione ai vari esuberi (in particolar modo agli “over” Ferrario, Russo, Tortolano e Falcone) per snellire il monte ingaggi e garantire una gestione ancor più serena dell’intero gruppo.
Ultimati tali adempimenti, da giovedì (ma Pino Rigoli, ne siamo certi, lo farà già da domani) si potrà pensare alla trasferta di Andria. La scorsa stagione la squadra pugliese è risultata come una delle migliori outsider del campionato, ma quest’estate è stata profondamente rivoluzionata, passando dalla guida del bravo Luca D’Angelo a quella di Favarin (tecnico del Venezia promosso dalla D alla Lega Pro lo scorso aprile), perdendo tante certezze come i vari Cortellini, Bisoli e Strambelli e ripartendo da scommesse “esotiche” come l’ex Catania Fall e l’attaccante brasiliano Sergio Cruz, giunto in prestito dal Chievo. Sulla carta non sembra una compagine in grado di spaventare il Catania osservato oggi al “Massimino”, ma i proprio i ragazzi di Rigoli hanno dimostrato che la “carta”, se non accompagnata dal giusto atteggiamento, può essere facilmente stracciata. Concentrazione ed intensità, allora, le parole d’ordine da seguire, per cercare di ridurre ulteriormente, prima possibile, il fardello che sta accompagnando quest’inizio di stagione rossazzurra.