Catania-Atalanta 2-1: commento "a caldo"

Lodi sigla il primo gol su azione in maglia rossazzurra

Lodi sigla il primo gol su azione in maglia rossazzurra 

Il commento post-partita alla vittoria con cui gli etnei salutano la A e mandano alcuni messaggi per il futuro...

Primo tempo "balneare"
Che Catania-Atalanta non fosse una partita "vera" lo si era già capito quando la Lega aveva anticipato alle 15 il match originariamente previsto per le 20.45. Stessa fascia oraria delle altre due partite (Juventus-Cagliari e Genoa-Roma) con in campo squadre senza obiettivi. L'ulteriore indizio era arrivato ieri con le convocazioni, caratterizzate da una cospicua presenza di giocatori della Primavera da una parte e dall'altra e dalle assenze per infortuni (veri o presunti) di giocatori titolari come Spolli, Barrientos, Consigli e Carmona.
La conferma definitiva si è avuta con la lettura delle formazioni: Catania sperimentale, che sopperisce alle indisponibilità del reparto difensivo schierando Gyomber a destra e Capuano al centro (prima assoluta in quel ruolo nella difesa a 4 per il campano), e sostituisce Barrientos con Fedato nel ruolo di interno di centrocampo con compiti di palleggio e inserimento che, nei piani di Pellegrino, avrebbero dovuto trasformare il 4-3-3 in 4-2-3-1 in fase di possesso palla. L'ex Bari in realtà, alla prima da titolare, si mostra parecchio spaesato, condizionato, forse, anche da un ruolo che non gli appartiene.
Non meno improvvisata l'Atalanta di Colantuono, a caccia del record i punti, che "copia" la soluzione difensiva etnea schierando un terzino, Bellini, al fianco del centrale Benalouane. Il tecnico orobico, inoltre, lascia gli esterni (come Bonaventura e Estigarribia) in panchina e punta su una mediana più folta, con Konè e Baselli che supportano le trame di Cigarini, mentre in attacco "El Tanque" Denis ha il compito di aprire gli spazi per gli inserimenti degli fantasisti tascabili Brienza e Maxi Moralez.
I ritmi sono molto blandi, è il Catania che cerca trame sulla trequarti e sulle fasce più dell'Atalanta (che preferisce giocare di rimessa, esaltando le caratteristiche dei propri trequartisti). Ma finisce quasi puntualmente per scontrarsi contro il muro disegnato da Colantuono e restituire il pallone indietro a Rinaudo che, trovandosi di fronte all'immobilismo di Fedato e Leto, non sa che pesci prendere. I tiri da fuori, l'unica arma possibile per colpire da una parte e dall'altra, arrivano a sfiorare a malapena i fotografi. Si chiude così una prima frazione di gioco deprimente.

Ripresa, sussulti di orgoglio
Forse strigliate dai rispettivi allenatori, entrambe le squadre mostrano più vitalità nel secondo tempo. In particolar modo l'Atalanta, aumentando il proprio raggio d'azione, permette al Catania di trovare più spazi in fase di ripartenza. Ma Bergessio e compagni non riescono a inquadrare la porta quando messi nella condizione di calciare da buona posizione. Intanto, Pellegrino ha ritoccato il proprio scacchiere, spostando Fedato in un ruolo più congeniale, quello di esterno, accentrando al suo posto un deludente Leto che da lì a poco uscirà tra i fischi per far spazio a Lodi. Con l'ingresso del n°10 si chiude il cerchio: passaggio al 4-3-3 con Rinaudo spostato sul centro-sinistra.
Colantuono, da par suo, inserisce tre giovani (Caldara, Olausson e Bentancourt) ma il leit-motiv orobico è sempre lo stesso: palla a Denis che lotta e apre gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Con questo canovaccio, però, l'Atalanta si rende pericolosa solo sui calci piazzati o con tiri da fuori.
A sbloccare la partita è un bella combinazione tra Lodi e Bergessio che porta il centrocampista etneo a calciare da solo davanti a Sportiello: sinistro di giustezza e palla nell'angolino. Si tratta, tra l'altro, del primo gol su azione di Lodi in maglia rossazzurra. Poco dopo Fedato, più in palla, centra un clamoroso palo di testa su cross di Monzon.
Quando la partita sembra chiusa, l'Atalanta trova il pari, subito dopo aver rischiato di subire il raddoppio del Catania grazie al miracolo di Sportiello che respinge con un gran riflesso sulla linea il colpo di testa ravvicinato di Bergessio: sul ribaltamento di fronte, Denis centra la traversa con una conclusione da fuori, il più lesto di tutti è Konè che fredda Frison da due passi.
Sembra il preludio a un deludente pareggio, accompagnato dall'esordio in Serie A dei giovani Aveni e Garufi a cui Pellegrino concede gli ultimi scampoli, e invece la buona vena dello stesso Aveni, pimpante sulla fascia sinistra, dimostra che il Catania vuole salutare il pubblico e la massima serie con una vittoria che salverebbe il terz'ultimo posto in classifica. Su una palla proveniente dalla sinistra è proprio Aveni che mette dentro, non prima che un difensore avversario tocchi col braccio il pallone determinando il frettoloso fischio dell'esordiente Aureliano che concede il rigore ma allo stesso tempo toglie la meritata gioia del gol all'esordio al n°29 etneo. Sul dischetto Lodi cede il pallone a Bergessio che realizza e tocca quota 10 gol, raggiungendo la doppia cifra per il secondo anno consecutivo.

La Serie B è già cominciata?
Al di là degli aspetti tecnici (pochi) e psicologici (molti), va sottolineata qualche indicazione che dalla partita di oggi è possibile trarre in vista della prossima stagione, che il Catania disputerà in Serie B con l'obiettivo di risalire immediatamente nel massimo campionato. Il primo, importantissimo, segnale, è la conferma ufficiale del tecnico Pellegrino: si potrà dibattere sull'opportunità della scelta, quel che è certo è che l'uomo di fiducia della società ha dalla sua uno score eccellente nelle poche partite che ha avuto a disposizione da quando è stato chiamato alla guida della panchina etnea. Altro segnale la prestazione di Capuano, migliore in campo in un ruolo inedito, e parecchio apprezzato dal pubblico anche per l'abnegazione con cui ha interpretato una partita sulla carta inutile. Il n°33, inoltre, è stato il primo a presentarsi sotto la curva per scusarsi coi tifosi. Non c'è dubbio che si tratti di un leader silenzioso, di una figura positiva per lo spogliatoio, e l'impressione è che, anche alla luce delle garanzie tecniche mostrate oggi, potrà guadagnarsi il rinnovo di un contratto ormai prossimo alla scadenza. Il terzo segnale è il lancio e l'utilizzo di diversi giovani: da loro, prima di tutto, si dovrà ripartire per programmare la prossima stagione, e lo stesso Cosentino ha sottolineato come la società guarda a ragazzi come Gyomber e Rolin, senza dimenticare i primavera, come possibili punti di partenza per la costruzione dell'organico del prossimo anno. Eloquente è stato anche il segnale di chi ha evitato di farsi beccare dai tifosi ed ha preso in tutta fretta la via degli spogliatoi. E' probabile che il Catania, da loro e con loro, non ripartirà.