Carmelo e Fabio, per sempre con noi!

 

Nono anniversario della tragica scomparsa di Fabio Seminara e Carmelo Li Greci: tifosi rossazzurri mai dimenticati...

Da nove anni nel cuore
Son già trascorsi nove anni da quel nefasto 21 maggio 2006, ma il ricordo di Carmelo Ligreci e Fabio Seminara è sempre vivo nei cuori di tutti gli sportivi catanesi. Una carovana di settemila tifosi rossazzurri, partiti con ogni mezzo, verso la penisola salentina. Oltre mille chilometri tra andata e ritorno, un lungo viaggio in un percorso tortuoso per assistere ai novanta minuti che potevano sancire la promozione in serie A della squadra etnea. Tante speranze: il sogno di festeggiare la promozione con una giornata di anticipo, in piazza Cairoli nel cuore di Messina, con un carosello di auto tutte rossazzurre che sfrecciavano lungo l’A18. Sogni infranti: per la vittoria granata a Brescia, che prolungava il testa a testa tra Catania e Torino, ma soprattutto per la disgraziata notizia che colpì la carovana rossazzurra già dalle prime ore della mattina.

Il sogno di Fabio e Carmelo,però, si era infranto contro un albero in quel di Roseto Capo Spulico, località posta al confine tra Calabria e Basilicata. L’auto che li conduceva verso Lecce si schiantò contro un albero. L’impatto tremendo causò la morte immediata di Carmelo e Fabio e il ferimento di altri due ragazzi. A terra nessuna traccia di frenatura, nessun indizio. Si parlò di un colpo di sonno, della luce del sole che abbagliò Carmelo, che era alla guida dell’auto. Tante ipotesi, senza però capire la vera causa. O semplicemente il destino infame che li attendeva al varco, come un pavido aguzzino che ti aspetta in silenzio dietro l’angolo. E così con la morte nel cuore, il Catania scese in campo sul neutro di Lecce contro il Catanzaro. Una partita senza storia, una vittoria senza gioia. Sull’assolata tribuna del “Via del mare”, colma di tifosi etnei, il pensiero non era rivolto alla partita ma verso chi era andato via qualche ora prima.

 L'omaggio floreale di Orazio Russo

L'omaggio floreale di Orazio Russo 



La gara iniziò con un improvvisato minuto di raccoglimento (qualcuno parlò di “licenza poetica”) e con i tifosi rossazzurri in silenzio per il primo quarto d’ora. Venne esposto solo uno stendardo, quello che Fabio aveva portato da Catania: un elefante in stato febbrile (quarantasei gradi di temperatura) con accanto uno striscione fatto in fretta e furia che recitava così “Partiti per un sogno, per sempre con noi”. Nei miei ricordi, più della netta vittoria (3-1 per gli etnei), rimarranno indelebili altre istantanee. La corsa di Orazio Russo sotto la tribuna per donare un mazzo di fiori in ricordo di chi non c’era più. Il coro “Dai Catania vinci per loro!”. Il pianto di tanti tifosi presenti allo stadio al momento del primo gol di Mascara, mentre s’intonava il coro dedicato al Vulcano: il primo coro che ruppe il silenzio. Le lacrime solcavano i volti, le parole uscivano a fatica. Ma soprattutto non potrò mai dimenticare l’albero di Roseto Capo Spulico bardato da centinaia di sciarpe rossazzurre e anche da qualcuna catanzarese. Perché il dolore a volte annulla le rivalità. Ma il tempo non cancella il ricordo: Carmelo e Fabio, per sempre con noi!