Cardia (TuttoC.com): ''Catania, un errore far scappare Tacopina. Baldini ottimo tecnico''

Ivan Cardia, direttore di tuttoc.com e collaboratore di tuttomercatoweb.com

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Dalle attuali difficoltà finanziarie al mancato affare Tacopina, passando dal tecnico Baldini per arrivare all'exploit di Moro ...

Per analizzare il momento attuale del Catania, suddiviso inevitabilmente tra questioni societarie e andamento della squadra allenata da Baldini, la nostra redazione ha intervistato il giornalista Ivan Cardia, direttore della testata giornalistica TuttoC.com e collaboratore di Tuttomercatoweb.com.

Caro Ivan, il momento attuale del Catania è estremamente delicato. La situazione finanziaria del club è in forte sofferenza e, dopo il mancato pagamento degli stipendi che ha portato alla messa in mora da parte dei giocatori, il rischio di non concludere la stagione è alto. Tu come la vedi?

È una situazione molto particolare che, non ti nego, rattrista non poco. Stiamo parlando, infatti, di un club che ha fatto la storia recente del calcio italiano. Per la mia generazione, il Catania degli argentini in Serie A era una squadra dalla quale attingere fortemente in ottica Fantacalcio, con tanti bravi giocatori capaci di fare la differenza ed è un peccato che si sia arrivati a questo. Secondo me, arrivati a questo stadio, forse la soluzione più conveniente sia tentare la strada del fallimento, per salvaguardare il titolo sportivo e la categoria stessa. È una strada che hanno seguito già diverse altre società e, pertanto, potrebbe essere una strada che, in presenza di eventuali nuovi investitori, potrebbe permettere un discreto rilancio.

Ad inizio anno sembrava quasi concluso il passaggio della proprietà del club a Joe Tacopina. Poi, per diversi motivi, l’affare è saltato ed il manager americano ha acquisito la Spal. Perché è saltata questa trattativa?

Per il Calcio Catania è stato un grave errore farsi scappare uno come Tacopina che ha un modello di business molto chiaro: lui prende delle società in difficoltà economiche, le ristruttura, le risana, le fa salire di categoria e poi le vende. L’ha fatto con il Bologna, con il Venezia ed è stato tra gli artefici della Roma post Sensi e per quanto posso essere un modello di business che può essere discutibile, è una garanzia di rilancio accertata dai fatti ottenuti nelle piazze appena citate. Era molto interessato al Catania e lo dimostra il fatto che poi ha acquistato comunque una società di calcio, la Spal, con la quale sta cercando di portare avanti le idee che aveva per il club siciliano.

Tra le idee di Tacopina c’era anche il rilancio di Torre del Grifo. Credi che, al momento, il centro sportivo rossazzurro continua ad essere una risorsa o una zavorra?

Quando è stato costruito era obiettivamente proporzionato alla dimensione di un Catania che stazionava in Serie A e cominciava ad avere ambizioni europee. Si tratta di una struttura bellissima come non ce n'è in tutto il Sud Italia ma che nel corso degli anni è risultato un peso. La gestione di un centro sportivo come questo per un club di Serie C che, ovviamente, genera dei costi non è facile. Sento dire che possa essere sganciato come ramo d’azienda ma è qualcosa di paradossale perché, mi ricordo, fino a poco tempo fa quando sentivo parlare di soggetti interessati all’acquisto lo erano principalmente per la presenza di Torre del Grifo.

Passando al calcio giocato, nonostante le tante difficoltà, la squadra sta riuscendo ad ottenere risultati importanti. Ti aspettavi questo tipo di rendimento a fronte di una società che non è in grado nemmeno di pagare gli stipendi?

Partiamo dal presupposto che l’organico del Catania è abbastanza competitivo, quindi c’è un fattore tecnico importante. Dinanzi ad una situazione societaria delicata, deve essere bravo il tecnico a gestire il gruppo e, posso dirti, che sembrerà strano ma in questi momenti è, forse, più facile riuscire a fare gruppo ed essere compatti. Si cerca di gestire l’emergenza e di dimostrare di essere dei validi professionisti. In passato ci sono state altre situazioni simili come il Trapani di Italiano o il Pisa allenato da Rino Gattuso, oppure ancora il Bari nell’anno di Serie B con la squadra che riuscì ad ottenere grandi risultati nonostante i libri in Tribunale. Quindi il momento tecnico del Catania non mi sorprende anche perché alla guida c’è un allenatore, Baldini, che è bravo a saper gestire il gruppo.

Del gruppo rossazzurro fa parte Luca Moro, centravanti classe 2001, capocannoniere della Serie C con 10 reti. Trattandosi di un calciatore in prestito dal Padova, pensi che a gennaio possa già lasciare Catania?

Molto dipenderà dall’evoluzione della situazione del Catania perché se non si dovessero continuare a pagare gli stipendi, sarebbe lo stesso Moro a cercare altre strade. Poi ti dico che il Padova potrebbe avere interesse a riprendersi il ragazzo perché una delle pecche della squadra veneta è proprio la mancanza di un centravanti che la butta dentro e vedendo ciò che sta facendo Moro a Catania… In ogni caso, in questa situazione è difficile fare ipotesi fino a gennaio perché bisogna tenere in considerazione che non è detto che il Catania sia ancora in vita fino a gennaio.

Una possibilità per poter continuare a restare in vita, lo dicevi all’inizio, potrebbe essere il fallimento pilotato. In cosa consiste esattamente?

Si portano i libri contabili in Tribunale, con quest’ultimo che nomina un curatore fallimentare che deve gestire la società per il periodo corrente, guardando tutti i conti. È una strada seguita anche in altre piazze che permette di proseguire la stagione in corso, mantenendo titolo sportivo e categoria e che, a seguito di un iter spesso non breve (il curatore verifica i conti, apre aste con incanto e senza incanto, ecc..) può portare alla cessione del club ad eventuali nuovi investitori.

La situazione economica del Catania è molto seria ma, più in generale, tutte le società di Lega Pro sono in forte sofferenza. Per te, quali potrebbero essere le soluzioni più opportune per migliorare questa situazione?

C’è in atto una discussione per ottenere un aiuto fiscale da parte del governo che può dare una boccata d’ossigeno, rimandando il pagamento di alcuni adempimenti fiscali (IRPEF e INAIL). C’è poi la volontà di strutturare la Lega Pro come il campionato dei giovani, cercando di lanciare dei giovani che possano sfruttare la Serie C come trampolino di lancio per la propria carriera ma, in tal senso, penso che già quest’anno con l’obbligo del minutaggio nei confronti degli Under 23 si sia intrapresa la strada giusta. Poi credo che la riforma dei campionati sia necessaria per cercare di ottimizzare al meglio il numero di società professionistiche. Se ne parla già da diverso tempo ma, secondo me, ne stanno parlando male perché qualcuno dovrà anche “venderla” questa riforma e, come nel caso della SuperLega, ci saranno tante discussioni. Ognuno cerca di riformare senza dover rinunciare a qualcosa, come ridurre il numero di squadre o ridistribuire un po' meglio i soldi che ricevono. Insomma, mi sembra che si stia perdendo un po' di tempo per concretizzare una riforma più che necessaria.

Per finire, al netto delle difficoltà economiche, come vedi il campionato del Catania. Che tipo di percorso può seguire la squadra di Baldini?

È un buon organico che, probabilmente, in difesa ha qualche lacuna che il solo Claiton non può colmare. Ha un buon allenatore perché Baldini, oltre alla gestione del gruppo, sta dimostrando di avere idee tattiche interessanti e poi ci sono dei giovani molto interessanti come Moro e Greco. Non credo possa ambire alle prime 4 posizioni in classifica perché ci sono squadre più attrezzate come Bari, Catanzaro, Avellino e Palermo. Però il Catania può stare bene tra la settima e decima posizione per poter entrare facilmente nei playoff e poi chissà… magari cambia la proprietà e a gennaio arrivano dei calciatori nuovi che ti fanno fare il salto di qualità ma quello non lo possiamo mettere in conto. Ti dico, però, non sono molto ottimista quando sento parlare di fondi internazionali perché spesso si sono rivelati poco attendibili. In ogni caso auguro al Catania di riprendersi e tornare a far sognare i propri tifosi.