Carattere senza condizione

Curiale, il primo

Curiale, il primo "squillo" non basta... 

Max Licari sull'esordio stagionale dei rossazzurri contro il Fondi. Pari amaro, ma il carattere è quello giusto...

Pari amaro, prestazione incoraggiante
Il Catania comincia con un pareggio interno che, sicuramente, non può far felici né la società, né i tifosi. In primis, perché conseguito contro un team evidentemente non trascendentale, proveniente da un’estate caldissima in bilico tra abbandoni societari e traslazioni di comune (a un certo punto, sembrava quasi fatta per il passaggio del titolo a Latina); in seconda battuta, perché indubbiamente i rossazzurri, per distacco, partono (ovviamente, in coppia con il Lecce di Rizzo) avendo dalla propria parte i favori del pronostico e, di conseguenza, ci si aspetta che, nei match giocati nel fortino del “Massimino” contro formazioni di seconda o terza fascia, vengano mediamente acquisiti i tre punti. La realtà, dunque, è che la mancata vittoria con l’undici allenato dal “principe” Giannini risulta l’ennesima dimostrazione che in Serie C si mangia pane duro, durissimo; si tratta di una categoria in cui puoi trovare difficoltà con chiunque, soprattutto a inizio stagione, quando la condizione normalmente non è al massimo (anche i salentini giallorossi, dopo essere passati in vantaggio a Francavilla Fontana, si sono fatti inopinatamente raggiungere) e le compagini meno attrezzate cercano di partire “sparate” al fine di raccogliere il maggior numero di punti in vista di tempi di “vacche magre”. Tutto ciò lo sapevamo, lo sappiamo. Eppure, l’1-1 con i laziali non può essere, a mio parere, giudicato negativamente. La prestazione dei primi 45’, quando ancora i garretti reggevano, è risultata convincente. Pressing costante, propensione al gioco offensivo, occasioni da gol, almeno tre nitidissime oltre alla rete nel finale di frazione di Curiale in mischia su azione susseguente a corner. E, soprattutto, verticalizzazioni. Sconosciute allo stressante, sterile tic-toc orizzontale e privo di qualità attribuibile al Catania della scorsa stagione, gli etnei, grazie alla sapienza tattica (unita al piede che conosciamo) di Lodi e alla tecnica congiunta alla capacità negli inserimenti di Silva, è riuscito a macinare gioco, schiacciando inesorabilmente gli avversari nella propria metà campo. Clamorosi, per esempio, gli errori sotto porta di Di Grazia e Russotto; errori che, se il Catania vorrà recitare un ruolo da protagonista in questo torneo, non potranno ripetersi con frequenza. Lo sbaglio più rilevante, purtroppo, è stato quello di aver pensato, una volta sbloccato il risultato, di aver risolto la pratica. Infatti, l’approccio alla gara della ripresa è risultato, mentalmente e atleticamente, insufficiente, tanto che gli ospiti, quasi mai pericolosi nel primo tempo, fin da subito sono riusciti a trovare gli spazi per affondare sulle fasce, complice un evidente calo sia di Semenzato, sia di Djordjevic, raggiungendo al 51’ il pareggio con il centravanti De Sousa, capace da solo (letteralmente) di creare gravi difficoltà ai tre centrali difensivi. Nell’occasione, la disattenzione proviene dal terzetto Semenzato-Tedeschi-Marchese, ma è un po’ tutta al squadra a mancare di compattezza. Poco lucida, sebbene apprezzabile per il carattere, la reazione degli uomini di Lucarelli, non certo “avaro” nelle sostituzioni. Evidentemente, il calo poteva essere messo in previsione. Il Catania ha impostato con Bartali una preparazione sul “lungo” e non può, non deve essere al massimo adesso. La grande parata di Pisseri sulla “pantera” De Sousa al 77’ dice come il Catania abbia un grande portiere in grado di garantire punti pesanti (se l’esperto centrattacco italiano di origini angolane avesse segnato, probabilmente sarebbe stato difficile rimediare), così come la scarsa incisività degli attaccanti, in specie il subentrante Ripa, evidenzia ancora una certa precarietà di condizione, del resto sottolineata dallo stesso tecnico livornese nelle dichiarazioni del postpartita. Gli applausi rivolti alla squadra, che ha tentato fino all’ultimo di far propria la gara, dal buon pubblico del “Massimino” (circa 8.500) dimostrano come l’approccio complessivo possa essere considerato positivo, sebbene sia necessario nell’immediato futuro il conforto dei numeri. In ogni caso, analizzando i risultati di questo primo turno (riposava al Sicula Leonzio di mister Rigoli), si può notare come un po’ tutte le squadre favorite siano in fase di rodaggio. Vittoria striminzita di Trapani e Matera in casa con Siracusa e Akragas, pareggi per Catania e Lecce, sconfitta per il Cosenza a Monopoli (con gol, addirittura, di Scoppa per i pugliesi…). Insomma, c’è tempo, siamo alle prime battute e si potrà fare bene, a patto che si cresca nel modo giusto.

Luca Tedeschi e Matteo Pisseri 



Lucarelli sfrutta le innovazioni regolamentari, ma non risulta sufficiente...
La prima di Lucarelli al “Massimino” ha fatto intravedere un lavoro tattico interessante. La squadra sembra aver acquisito un’idea di gioco offensivo che non aveva, una fisionomia ben precisa e carattere irriducibile, marchio di fabbrica dell’allenatore. Ovviamente, alcune scelte hanno convinto maggiormente rispetto ad altre, non dimenticando comunque come il fattore condizione fisica, al momento, diventi decisivo. Il 3-5-2 di partenza consente sicuramente a Lodi di avere gli spazi per impostare il gioco e il primo tempo del regista campano è apparso incoraggiante. La scelta di impostare la mediana su due esterni di “gamba” (Semenzato e Djordjevic) e due interni complementari per caratteristiche (il più compassato ma tecnico Silva e il rapido Di Grazia) sembra futuribile, ma non tutto ha funzionato. Così come non tutto è andato bene in difesa e in attacco. I tre centrali, nella ripresa, hanno sofferto la maggiore mobilità degli avanti avversari, con l’attenuante del calo di rendimento degli esterni. L’impressione è che il Catania manchi di un centrale difensivo alla Bergamelli in grado di avviare l’azione quando Lodi è pressato o cala di intensità atletica. Tedeschi è sicuramente un bravo marcatore di categoria, ma non ha quelle doti. Forse, un’ultima “ciliegina” di mercato in questo senso potrebbe rendere ancor più forte la squadra. In avanti, la condizione è precaria. Ancora, Ripa (che, non dimentichiamolo, ha saltato il ritiro) non è pronto, Curiale non è al massimo, Russotto rimane il classico elemento cui manca un centesimo per fare un euro: si impegna, risulta il più attivo in avanti, ma alla fine, come di consueto, manca di concretezza e di lucidità nelle scelte di gioco. Mi dispiace dirlo, mi auguro di sbagliare, ma ho l’impressione che l’ennesima “battaglia” per recuperarlo possa nuovamente raggiungere risultati non brillantissimi. In Serie C, meglio giocatori “non belli” ma concreti che “belli” e fumosi. Stesso discorso valido per Mazzarani, inserito nella ripresa per cambiare le sorti del match e praticamente non pervenuto. Considerato, poi, che Pozzebon non è rientrato nelle convocazioni (forse un chiaro segnale di mercato) e Anastasi non è stato utilizzato (evidentemente è anche lui in ritardo di condizione), mi chiedo se non sia il caso di utilizzare Di Grazia nel suo ruolo di attaccante, piuttosto che mezzala o esterno di centrocampo, ruolo occupato dal catanesino per qualche tratto di ripresa alla luce delle numerose sostituzioni effettuate dal tecnico. Al di là del gol fallito, continuo a pensare che a centrocampo perda di efficacia e, a quel punto, meglio inserire un giocatore di ruolo come Caccetta (subentrato anche lui) o Biagianti. Come detto, Lucarelli le ha tentate tutte, sfruttando al massimo le possibilità del nuovo regolamento (cinque sostituzioni) e cambiando almeno tre volte l’assetto tattico della squadra. Probabilmente, sarebbe stato più proficuo inserire, oltre a Manneh, qualche elemento giovane maggiormente in palla sotto il profilo atletico (a un certo punto si è avuta la sensazione che l’allenatore etneo stesse pensando a Zé Turbo), in specie in attacco, ma sono tutte considerazioni figlie del famoso ”senno di poi”. Rimane la voglia di vincere il match profusa fino al 94’. Non è poco. Da quella bisogna ripartire…

A Caserta si attendono progressi di condizione…
Assodato che martedì sera al “Massimino”, in Coppa Italia contro l’Akragas (al Catania basterà un pareggio per qualificarsi), giocheranno, come dichiarato dallo Stesso Lucarelli, tutti coloro che non sono stati utilizzati contro il Fondi, è necessario proiettarsi al secondo turno di campionato (l’unica cosa che conti), che riserverà al Catania l’insidiosa trasferta di Caserta, campo tradizionalmente ostico. I campani provengono dalla sconfitta di misura di Catanzaro (in gol, anche qui, un ex Catania, Luigi Falcone) e vorranno riscattarsi al cospetto di una delle “corazzate” del campionato. Facile prevedere una grande partecipazione di pubblico, Sarà, dunque, difficile, soprattutto dal punto di vista ambientale. Devo dire che il piglio evidenziato nella prima partita fa ben sperare, ma sarà necessario cominciare a far risultato pieno, anche perché il Lecce giocherà in casa con il Trapani. Probabilmente, Lucarelli qualcosa in fatto di uomini la cambierà, ma ciò che importa veramente è che si registrino dei reali progressi in fatto di condizione. Un tempo non basta… Let's go, Liotru, let's go!!!