Buon Sarno non mente...

Sarno, rete decisiva...

Sarno, rete decisiva... 

Max Licari sul sofferto ma fondamentale successo sulla Virtus. Gran carattere, pur con qualche pecca difensiva. Ottimo Welbeck.

Nelle difficoltà, una significativa conferma
Lo si sapeva. Da cinque anni, ormai, affondiamo le ginocchia nella mota della Serie C e sappiamo bene cosa significhi. Non ci eravamo, quindi, illusi che potessero essere tutte rose e fiori dopo la roboante vittoria inaugurale di Avellino. Si sapeva che sarebbe stato difficile avere la meglio su una squadra tosta come la Virtus Francavilla, ben messa in campo e preparata sotto il profilo atletico, e così è stato. Si è sofferto, ma alla fine si è avuto ragione in rimonta dell’avversario, dimostrando di avere il carattere necessario a veleggiare nelle posizioni di testa. Non tutto è andato bene, soprattutto in difesa, dove questa squadra dimostra ancora di avere qualche pecca, in specie in zona centrale, tuttavia la voglia di spingere, di recuperare, di sviluppare comunque gioco ha pagato, regalando agli uomini di Camplone una vittoria importante in termini di classifica e di morale. Chiaramente, è ancora troppo presto per parlare di altro che non sia la stretta attualità delle prime partite, ma mettere fieno in cascina fin dall’inizio, come si è visto per esempio l’anno scorso in relazione alla Juve Stabia, può diventare decisivo. Tanto più che il “pane duro” della C è difficile da ingerire per tutti, come dimostra la sconfitta interna (1-3) del favorito Bari con la Viterbese (sembrerebbe che già Cornacchini possa essere ai titoli di coda) o lo stesso pari in rimonta del Catanzaro a Bisceglie. I rossazzurri, per adesso, si assestano in testa alla classifica insieme alla Ternana e alla stessa Viterbese, incalzati dai calabresi di mister Auteri e dalla scintillante Reggina (5-1 alla Cavese al “Granillo”) e ciò non può che aiutare in termini di autostima ed entusiasmo. Lo hanno compreso bene anche gli ottomila del “Massimino” che non hanno smesso di incitare ed applaudire i giocatori per tutta la partita, anche e soprattutto quando i rossazzurri si trovavano sotto e in difficoltà sull’ottimo pressing dei ragazzi di mister Trocini. Il clima sembra cambiato, pare esserci un rinnovato feeling tra la squadra e la sua principale forza, il tifo, ma soltanto i risultati e le prestazioni potranno cementare tale “avvio” di luna di miele.

”Turi” Welbeck suona la carica
Le scelte di Camplone sono apparse logiche, alla luce della prestazione di Avellino e delle caratteristiche dell’avversario, impostato su un 3-5-2 molto compatto. Solo due uomini diversi, il rientrante Calapai in difesa e “Turi” Welbeck in mediana, dovendo contrastare dirimpettai assai più fisici rispetto ai teneri irpini. Alla fine, il centrocampista ghanese si è rivelato il migliore in campo, dando ragione al tecnico. La Virtus ha letto bene il match fin dalle prime battute di gioco, pressando nella metà campo etnea e mettendo il bavaglio a Lodi, seguito come un’ombra dal ringhiante Gigliotti. I rossazzurri hanno, dunque, subito la verve dei pugliesi, non riuscendo, pur lodevolmente tentandoci, a sviluppare le trame palla a terra viste al “Partenio”. Molto bene Vasquez e Perez in fase di non possesso palla e i due esterni Albertini e Sparandeo (preferito all’ex Nunzella), nonché il giovane Tchetchoua, sostituto dello squalificato Bovo, tutti poi pronti a riproporsi in ficcanti ripartenze brevi. Il gol (secondo stagionale “beccato” da palla inattiva) subito al 26’ da Perez su azione da corner (male Furlan nell’occasione) non è da considerarsi una sorpresa. Le difficoltà maggiori, sul pressing avversario, derivano dalla poca propensione tecnica della coppia centrale difensiva, costretta a cominciare l’azione senza poter agevolmente passare la palla a Lodi o Welbeck. Con un Dall’Oglio ancora un po’ imballato e i due esterni d’attacco Sarno e Di Molfetta ben francobollati, il Catania ha dato l’impressione di affidarsi più ai singoli che al gioco. Fondamentale, in questi casi, trovare sollecitamente il pareggio, come accaduto al 38’ in virtù di un rigore procurato da “Turi” e trasformato dallo specialista Lodi. È piaciuta, in ogni caso, la capacità di reazione della compagine dell’Elefante che, in chiare ambasce, non ha rinunciato a “rischiare” anche qualche ripartenza pericolosa pur di raggiungere il pareggio prima dell’intervallo. Evidentemente, negli spogliatoi Camplone deve essersi fatto sentire, perché la squadra si è ripresentata sul terreno di gioco in modo diverso, più tonico e più proclive all’aggiramento dell’avversario sulle corsie laterali, con un Sarno più coinvolto e presente. Complice pure il naturale calo del giovane sodalizio pugliese, il Catania ha preso campo, grazie al pressing di Welbeck (più volte applaudito dal pubblico, che pare averlo già “adottato”), costruendo in profondità un paio di occasioni importanti con Di Piazza e trovando il vantaggio con una stoccata dal limite di Sarno, non trattenuta dal baby estremo difensore ospite Costa. Il vantaggio ha favorito i rossazzurri, apparsi più sciolti nelle trame di gioco. Tuttavia, il Catania non è riuscito, pur avendone la possibilità, a chiudere la partita. Poco precisi, oltre allo stesso Di Piazza, i subentrati Mazzarani, Llama e Catania. Così, si è finito per soffrire fino al 96’, con la Virtus (che già aveva protestato per un possibile rigore non assegnato dall’arbitro a Gigliotti) capace di creare al 93’ una clamorosa palla gol fallita da Zenuni. Ma si è vinto. Ed è questo che conta. Da apprezzare, inoltre, lo spirito di Camplone, la sua filosofia volta a mai arretrare, come testimoniato dalle sostituzioni: nel finale, fuori due attaccanti, Di Piazza e Sarno, dentro due attaccanti, Curiale e Catania. In passato, avevamo assistito ad altro…

A Potenza una prova già rilevante
Questo confortante inizio di campionato deve dare la spinta alla squadra per inanellare un filotto di prestazioni positive importantissimo in termini di autostima. A Potenza sarà difficile, in un campo piccolo e ostico che già nella scorsa stagione fu fatale per le ambizioni degli etnei. Vedremo che Catania si presenterà. Sarà nuovamente disponibile Esposito, probabilmente si proporrà con più benzina nelle gambe Mbende, dato che la difesa è il reparto che “rassicura” di meno. Ma vorremo vedere la stessa voglia di attaccare, di vincere. Mai un passo indietro! Let’s go, Liotru, let’s go!