Angelo Massimino, un ricordo che non muore mai

Un sorridente Angelo Massimino, tra Aldo Cantarutti, un giovane Alessandro Russo e tanti tifosi...

Un sorridente Angelo Massimino, tra Aldo Cantarutti, un giovane Alessandro Russo e tanti tifosi... 

Ventunesimo anniversario della scomparsa del Presidentissimo rossazzurro

SEMPRE PRESENTE
E sono ventuno. Ancora un anno, un altro ancora senza il Cavaliere, senza la sua pres(id)enza. Il tempo è tiranno, scorre veloce senza che nessuno riesca a stopparne il suo inarrestabile incedere. Ore, giorni, stagioni, anni passano e lasciano traccia. Nuovi racconti riempiono pagine vuote con nuove vittorie e nuove sconfitte, nuovi eroi e nuovi avversari, nuovi idoli e nuovi nemici. Quanti capitoli di storia rossazzurra sono stati scritti da quel maledetto 4 marzo 1996, giorno infausto nel quale il cuore di Angelo Massimino ha smesso di battere… sulla terra. Perché se l’asfalto bagnato di Scillato ha rappresentato il capolinea di un sessantanovenne innamorato dell’Elefante, allo stesso tempo, ne ha mitizzato per l’eternità una figura di uomo, di Presidentissimo, assai bistrattata in vita da parte anche di quella stessa gente che oggi la osanna. Perché oggi alle nuove generazioni, quelle che non hanno vissuto l’epopea massiminiana, bisogna raccontare la storia come è andata veramente. Bisogna raccontare come per anni parte di stampa e istituzioni locali prendessero di mira un simpliciunazzu che non aveva su di sé il mantello dei poteri forti, ma solo la forza delle proprie risorse: vinneva ‘n palazzu e accattava ‘n gnucaturi, chistu era Iangilu Massiminu!

Angelo e Ciccio, cuori rossazzurri 



È passato tanto tempo – a momenti sarà un quarto di secolo – ma la sua assenza non è stata ancora accettata; anzi, è sovrastata dall'invocazione del suo nome ogni qual volta la nave sta per affondare, come se fosse lui l'unica ancora di salvataggio. In fondo, però, lo è. Perché il suo ricordo, il considerarlo ancora vivo tra noi, ci fa ancorare ad un calcio d'altri tempi, sicuramente meno ricco e spettacolarizzato di quello di oggi, ma certamente più vero e genuino. Come una minestra fatta in casa, quella della nonna, capace di rilasciare nel palato un sapore più intenso, dove ogni singolo ingrediente si gusta indistintamente. Nostalgia di un pallone andato, del quale rimangono solo foto sbiadite e racconti di gente con capelli sempre più bianchi. Ma quel cuore batte sempre, idealmente, in ogni coro della curva, dopo ogni rete. Del Catania. Ciao, Presidentissimo.

Ventennale Angelo Massimino: quattro articoli per ricordare il Cavaliere a vent'anni dalla sua scomparsa (con la collaborazione di Alessandro Russo).