Alla scoperta de 'IL ROSSO, L'AZZURRO - Catania, novant'anni di una maglia'

 

Il nuovo 'oggetto prezioso' a forti tinte rosse e azzurre .

Il pomeriggio di sabato 2 maggio la pagina Facebook di CalcioCatania.Com si è trasformata in un’esplosione di rosso e di azzurro, l’occasione giusta per presentare il nuovo libro di Buemi, Fontanelli, Quartarone, Russo e Solarino per la Geo Edizioni. Ha fatto gli onori di casa Salvo Emanuele che con eleganza e sobrietà ha passato il microfono ai suoi grandi amici-ospiti, facenti tutti parte della nostra redazione. Protagonista della trasmissione la maglia rossazzurra che, a rombi, a strisce orizzontali o con bande diagonali oppure a tinta unica e bordi stilizzati ricalca l’essenza di questo notevole lavoro editoriale.

«Il Catania ‘29 - parola a Enrico Salvaggio - è la prima compagine cittadina a livello istituzionale nei campionati organizzati dalla Federazione. È vero che vi erano già altre realtà ma la prima società che rappresenta la città tutta è il Catania ‘29 e non è certo un caso che la squadra adotti i colori rossazzurri, motivo principale per cui oggi nasce questo bel libro. Tra l’altro io sono un collezionista di maglie e, seppur in questo periodo oscuro, ripercorrere la storia del nostro club grazie alla storia della maglia sicuramente può allietarci. La maglia a cui sono più affezionato è quella della stagione 2004-‘05, quando cioè ho iniziato a far il tifo per il Catania. Era una maglietta che avevamo ereditato dalla Galex a livello di fornitura ufficiale ed era diversa da quella degli anni precedenti. L’ho sempre ritenuta bella ed elegante per un aspetto che mi sta a cuore, ovvero il font e cioè il carattere dei nomi e dei numeri.»

Una delle tante illustrazioni presenti nel libro 



«Non può essere un caso – continua Giuseppe Cortese - se in questo preciso momento sto indossando la maglia del biennio 2008-‘10 che tante emozioni ci regalò, due su tutte: il 4-0 a Palermo datato primo marzo 2009 e il 3-1 del 12 marzo dell’anno successivo sull’Inter che poi avrebbe vinto il ‘triplete’. A dire il vero, io non ho una maglia preferita ma adoro quella tutta verde (uno dei due colori dedicati a Sant’Agata) indossata dal portiere Bizzarri il pomeriggio della storica vittoria alla ‘Favorita’. Mi piace molto pure la casacca del campionato 2003-’04, quando ancora giocava con noi un certo Lulù Oliveria. In quella maglia, tra l’altro, ci sono alcuni disegni caratteristici e una striscia nera che li separa dallo sponsor, una sorta di ‘unicum’ come espediente stilistico che la rende ancora più bella. Ho poi un debole per quella dell’ultima promozione in B indossata da Edy Baggio e dai suoi compagni, ma sono pure legato a moltissime maglie di riserva e soprattutto alle terze divise ufficiali che racchiudono in sé ricordi molto particolari. Devo dire che sono molto contento che sia uscito un libro come “Il Rosso & l’Azzurro. Catania novant’anni di una maglia”, un lavoro che mette in risalto quali siano effettivamente i nostri colori sociali. Basti pensare che una volta sono inorridito nel momento in cui un telecronista televisivo ci ha etichettato “squadra rosazzurra”, un errore clamoroso che non so se sia stato dettato da ignoranza o da daltonismo.»

«Non vedo l’ora - dice Bruno Marchese - di avere questo prezioso libro tra le mani. So già che si tratta di un volume che è una chicca di per sé per l’impressionante mole di informazioni storiche che contiene. La prima maglia rossazzurra che ho visto mi ha lasciato un ricordo indelebile, la indossava il numero undici Aquilino Bonfanti, era a strisce larghe ed eravamo in serie A, accadeva nel lontano 1970. Era la prima volta che andavo allo stadio e ancora mi ricordo dei tubi ‘Innocenti’, io avevo dieci anni e il portiere era Rino Rado che era in campo con una maglia tutta nera. Ma in assoluto quella che preferisco è la tenuta della stagione 2012-‘13 forse perché mi fa ricordare belle sensazioni. Devo dire che molte volte è stato osservato come le seconde maglie abbiano portato sfortuna e mi ricordo qualche partita del Catania addirittura con una maglietta giallo canarino, per non parlare di quella sorta di mimetica che era davvero agghiacciante, una sorta di camouflage che indossammo appena precipitammo in serie C, dopo i maledetti “treni del gol”. Ho notato infine che col passare degli anni i colori sono cambiati, in particolare l’azzurro attuale è un po’ diverso da quello delle annate precedenti, avvicinandosi verso il blu mentre talvolta il rosso somiglia un po’ al colore amaranto. È un peccato, perché conservare i colori sociali intatti è importante, un po’ come mantenere la fede al dito.»



«È un vero piacere - così Alessandro Russo - essere qui con voi ora; mentre in altre stanza si sta discutendo del futuro della nostra maglia, oggi celebriamo questi primi novant’anni ma soprattutto continuiamo ad augurarci che ce ne siano altri novanta e poi ancora novanta, continuando il percorso di maglia e matricola come un binomio indissolubile. Adesso mi rivolgo a coloro i quali mettono in dubbio l’attendibilità storica del Catania ’29 e dico loro di dimenticarsi per un attimo di quella squadra. È però indubbio che la maglia rossazzurra è comparsa proprio nel 1929 e quindi va in questo momento sottolineato che questa maglia e quindi anche questa bandiera sono le protagoniste assolute della storia del calcio catanese. Sfido chiunque a fare le ricerche che abbiamo fatto noi autori e dire che la società che precede quella attuale non abbia una continuità diretta per dirigenti, calciatori e allenatori. Sfido chiunque a contraddirmi e lo ripeto, perché la causa della separazione tra queste due realtà calcistiche, quella nata nel ‘29 e quella rifondata diciassette anni dopo, è stato il fenomeno bellico dello scoppio della seconda guerra mondiale. Se si vuole guardare la realtà aprendo gli occhi non si può non riconoscere che novant’anni orsono, già nel 1929, c’era in campo in città in piazza Giovanni Verga una squadra di calcio in maglia rossazzurra. In questo lavoro noi autori abbiamo immaginato di ritrarre una signora che appena compiuto novant’anni; abbiamo voluto portare in rassegna tutte le volte in cui questa signora novantenne si è mostrata a noi cittadini, ai tifosi e ai fotografi. Quindi l’abbiamo riprodotta in questo libro partendo da quelle che erano le prime maglie che indossava e che forse in questo momento sembrano un po’ anacronistiche ma che riportano gli stessi identici colori. Negli anni si sono verificati diversi aggiustamenti progressivi, è indubbio. Questo però accadde affinché piano piano entrasse entrare sempre più nel cuore di tutti noi, perché se una maglia non piace o se addirittura porta sfortuna i tifosi poi fanno in modo che venga cambiata nell’anno successivo. A mio parere difficilmente si potrà però immaginare una maglia ufficiale del Catania calcio diversa da quella che è sempre stata la divisa numero uno e cioè a strisce verticali rossazzurre. Quella maglia rimane il riferimento e sono certo che continuerà a essere quella maggiormente utilizzata negli anni, perché la nostra divisa da gioco non potrà mai essere totalmente rivoluzionata. Vero è che nella stagione 1983-‘84 la casacca storica a strisce verticali lasciò spazio a una a tinta unica rossa o azzurra ma nel mondo del calcio stava prendendo piede la sponsorizzazione e si aprivano nuove frontiere. Quell’anno il Catania non si fece trovare pronto a questi cambiamenti perché l’abbinamento con il marchio dello sponsor (in quel caso un noto supermercato) non consentiva una risposta valida dal punto di vista grafico utilizzando la maglia tradizionale. Si preferì una soluzione un po’ alla buona tradendo forse la maglia rossazzurra consueta, ma poi con gli anni la situazione migliorò sensibilmente. Le ricerche che abbiamo condotto sono tutte cristalline. Ancora prima del ‘29 c’erano realtà calcistiche locali ma si trattava di squadrette amatoriali, realizzate da calciatori che decidevano di spostarsi a piedi giungendo fino ad Acireale, Giarre, Augusta o addirittura a Messina per effettuare delle sfide. Si giocavano delle partite saltuarie e soprattutto i nostri colori non erano rossazzurri. Ricordo che il libro contiene la prefazione illustre del professore Tino Vittorio e chiudo con alcuni aneddoti che sono per lo più frutto di ricerche e di ricordi dell’amico Filippo Solarino. Il 20 agosto 1980 eravamo appena stati promossi in B e portavamo in dote un certo numero di tifosi “sicuri”. All’epoca i sorteggi per la Coppa Italia erano combinati e non fu un caso che la prima partita ufficiale si giocò con l’Inter che aveva appena vinto lo scudetto, con relativo record d’incasso del ‘Cibali’. Quel pomeriggio c’era molto caldo e si verificò un fatto inusuale che è giusto oggi ricordare. Il Catania scese in campo in maglia rossa e il primo tempo si concluse zero a zero ma dopo i primi quarantacinque minuti di gioco le nostre casacche erano talmente intrise di sudore da essere quasi irriconoscibili. Ebbene nel secondo tempo la squadra tornò in campo con la tradizionale maglietta a strisce rossazzurre. Quando nell’agosto ‘81 il gigante Aldo Cantarutti arrivò a Catania, durante le prime amichevoli indossò la maglia rossazzurra con il numero 9 sulle spalle che però apparteneva l’anno prima a Marco Piga che era molto più basso di lui. In quelle occasioni, per indossare quella casacca numero 9, il buon Aldo fece una fatica immane con un risultato finale a dir poco comico. Ricordo infine Giampiero Spagnolo che talvolta, durante alcune interviste di fuoco negli anni Settanta, decideva di attaccare frontalmente la società e soprattutto il presidente Angelo Massimino. Ebbene la prima cosa che ripeteva ai giornalisti era che le cose nel Catania non funzionavano perché le divise da gioco non erano cucite e stirate correttamente. Inutile aggiungere che queste sono chicche che solo chi ha passato giornate intere in biblioteca a studiare la storia del Catania può conoscere. La storia del Catania calcio è fatta anche di questi piccoli aneddoti che cuciono un unico filo conduttore passando sopra tanti incidenti di percorso.»

«Spero tanto - la palla va a Salvo Emanuele - di poter essere presente al centenario nel 2046 ma come ha sottolineato Alessandro Russo ancor prima di quel centenario ci sarà da festeggiare un altro compleanno tondo tondo tra appena nove anni. Congratulazioni Alessandro per questa nuova fatica editoriale, complimenti soprattutto per la sincera passione che tu, Filippo, Antonio, Roberto e Carlo ci avete messo. Grazie all’amico Alfio Lombardo per il suo solito eccezionale lavoro dietro le quinte e appuntamento imperdibile quindi con tutti i lettori in libreria. Da Cavallotto in corso Sicilia 91 e in viale Ionio 32, da Catania Libri in viale Regina Margherita 2H e alla Mondadori di Via Giuffrida Castorina 23B. “Il Rosso & l’Azzurro. Catania novant’anni di una maglia.” di Buemi, Fontanelli, Quartarone, Russo e Solarino. Geo Ed. 2020. pp112 €15. Chapeau!».