A un passo dal baratro

I giocatori chiedono scusa ai tifosi a fine partita...

I giocatori chiedono scusa ai tifosi a fine partita... 

Max Licari sull'ennesima delusione targata Catania al cospetto del Frosinone. Situazione grave, urge intervento di Pulvirenti...

Ventrone, game over
Tre cose sono certe, dopo Catania-Frosinone: il Catania rischia seriamente la Lega Pro, pur con una squadra per 8/11 rinnovata; la società rossazzurra, dati di fatto alla mano, non conta in pratica nulla in Lega, perché altrimenti sarebbe inspiegabile l’arbitraggio di Pasqua di Tivoli, dopo lo scempio perpetrato da Sacchi di Macerata con il Crotone; il tempo di Ventrone al Catania deve per forza considerarsi finito e il suo allontanamento divenire realtà nel più breve tempo possibile, visto il disastro atletico evidenziato nella ripresa dall’undici etneo e dalla ricomparsa di infortuni a catena. Cominciamo dall’argomento più importante: l’ex “marine”. Ormai non può non considerarsi assolutamente fallimentare e sostanzialmente conclusa la sua esperienza alle falde dell’Etna, sulla base di risultati a dir poco terrificanti. Quello che fa più pensare e preoccupare i tifosi è l’evidente calo atletico palesato dai nuovi giocatori rispetto alle prime due partite. Com’è possibile che una squadra che correva con sufficiente lena meno di un mese fa si produca in due secondi tempi come quelli di Pescara e del ”Massimino” contro il Frosinone? Qualcosa di non “funzionale” deve esserci, a meno di non ipotizzare paranormali “mali oscuri” o pittoresche “nuvole fantozziane” da commedia di costume. E siccome non voglio offendere l’intelligenza di nessuno, scarterei queste fantasiose ultime ipotesi. Il corollario è inevitabile: una società desiderosa di non cadere definitivamente nel baratro, alla luce di tali risultati, non può non affidarsi a un altro preparatore. Ci aspettiamo che questo avvenga nel più breve tempo possibile, anche perché, dal punto di vista ambientale, quella di Ventrone non è più una permanenza sostenibile a Catania: a memoria, non ricordo mai nella storia del Catania un coro della curva contro il preparatore atletico. Siamo a un punto di non ritorno. Ovviamente, l’aver voluto, a dispetto di tutto e tutti, continuare su una strada che non spunta da nessuna parte costituisce un errore evidente di Pablo Cosentino il cui operato, del resto, sulla scorta dei risultati fin qui ottenuti, non può non essere giudicato fallimentare. Il Catania è passato in meno di due anni dall’ottavo posto in A all’ultimo in B, con concreto rischio di retrocessione in Lega Pro. Non si tratta di simpatia o antipatia, si tratta di risultati. E su quelli non si può obiettare. E, attenzione, una squadra come il Catania, rifondata su profili “alti” per tentare la rincorsa playoff, rischia seriamente la retrocessione, non essendo abituata a lottare con il coltello tra i denti nelle paludi della bassa classifica di B. E non mettiamo in mezzo le certe penalizzazioni che piomberanno su Brescia e Varese, altrimenti faremmo un ulteriore errore e, soprattutto, porgeremmo sul piatto d’argento ulteriori giustificazioni, alibi, speranze d’accatto a un gruppo che deve solo prendersi le proprie responsabilità e sputare sangue in campo al fine di non prodursi nell’ultima, definitiva umiliazione, secondo illustri esempi, stile Novara o Reggina. Il Catania è ultimo, signori. E meritatamente, perché quando passeggi in campo per un campionato intero, non puoi non trovarti in una situazione del genere.

Marcolin, per la salvezza deve riconsiderare il modulo
Dopo le prime due partite, il “modello Marcolin” ha cominciato a scricchiolare. Il 4-3-1-2 così concepito può funzionare solo se si corre come si è corso con Provercelli e Perugia. Altrimenti, con la gamba molle, imbarchi ripartenze a mai finire. E la riprova la si è avuta nella ripresa contro gli uomini di Stellone che, senza strafare, ma solo correndo come si deve correre in un campo di calcio, hanno portato a casa la partita. Gucher, Frara, Carlini, Dionisi, Ciofani hanno fatto quello che hanno voluto, infierendo sui resti di una pattuglia a pezzi dal punto di vista fisico. Veramente preoccupante l’involuzione di giocatori come Mazzotta, fra i peggiori e in palese difficoltà atletica, nonché dei tre centrocampisti. Rinaudo, peggiore in campo, Sciudone irriconoscibile come a Pescara, Coppola vittima dell’ennesimo infortunio e destinato a uno stop non si sa quanto lungo. In queste condizioni, con il solo Rosina a tentare di cantare e portare la croce, anche il miglior Castro stagionale, autore di un gran gol, non può bastare. I rifornimenti per le punte, fra cui uno spento Maniero, latitano e i difensori vanno in difficoltà sul pressing avversario. L’obiettivo del Catania adesso è una difficile salvezza e, in frangenti similari, serve la clava, il punticino strappato con le unghie e con i denti, quindi un modulo più coperto e tanta, tanta attenzione difensiva. Riconsiderare il tutto diventa imprescindibile e pare che il tecnico lo stia facendo, anche alla luce delle parecchie defezioni che, come un incubo, si ripresenteranno nelle prossime partite. A questo quadro fosco, ovviamente, vanno aggiunti il solito pizzico di malasorte che, quando le cose vanno in una certa maniera, non manca mai (il salvataggio sulla linea sul colpo di testa di Maniero sull’1-2 è incredibile) e l’immancabile direzione arbitrale punitiva (ammonizioni solo ai rossazzurri, un rigore nettissimo negato). Questo Catania, non solo ha sbagliato tutto quello che vi era da sbagliare, a cominciare dal preparatore atletico, il nocciolo del problema, ma pare non godere di eccessive garanzie, non dico “ausiliarie” per il blasone, ma nemmeno di imparzialità da parte del calcio italiano… e siamo in B! Un fallimento su tutta la linea.

Improcrastinabile un intervento del presidente
In una situazione del genere, non puoi non ricevere una contestazione dura, cori impietosi e “inviti” pressanti a interventi massicci. Il presidente Pulvirenti deve prendere saldamente in mano la situazione, prendere atto del fallimento su tutta la linea delle strategie poste in atto e intervenire immediatamente. Innanzitutto sistemando la situazione Ventrone, ma anche la questione Cosentino. A dispetto dei Santi, nessuno può continuare determinate avventure. E quella del procuratore argentino a Catania è cominciata male e sta proseguendo peggio. Non è nemmeno fortunato, visto quanto accaduto con Moretti. Un paio di settimane prima, la “piazzata” contro la stampa per le critiche sulla “dismissione” del centrocampista al Vicenza, quindici giorni dopo veneti di Marino terzi in classifica e Moretti miglior centrocampista della B, nonché autore di gol incredibili… Anche in questo caso, prendere atto della gravità della situazione prima che succeda l’irreparabile pare sensato. Il problema non è solo di carattere tecnico. È soprattutto di profilo comunicativo. Il Catania in una stagione e mezza ha quasi azzerato i rapporti con tifosi e stampa, sostanzialmente isolandosi dal mondo e autocondannandosi al fallimento. Questa è una direzione suicida che va assolutamente mutata e, anche in questo caso, serve un intervento del presidente Pulvirenti. Deve venir fuori e ricucire il rapporto con queste due componenti essenziali prima che sia troppo tardi. Da soli, sperando unicamente nel risultato o nel mutamento della sorte, non si va da nessuna parte...

A Bari in condizioni difficilissime
In Puglia, contro il redivivo Bari proveniente dalla vittoria di Modena (in rete l’ex rossazzurro Boateng…), il Catania si presenterà con i cerotti, senza Coppola, Calaiò e forse Martinho infortunati, Maniero, Schiavi ed Escalante squalificati. Probabilmente vedremo in campo ancora i Chrapek, i Barisic e via dicendo. Un salto indietro evidente. Quindi, nessuna illusione, sarà un’altra gara di grande sofferenza in cui si spera che almeno gli etnei mettano in campo grinta e determinazione da squadra con l’acqua alla gola. Che almeno chi va in campo ci metta il cuore, solo così sarà possibile quello che si profilerebbe come un miracolo sportivo. Un passo avanti sarebbe affrontare la sfida con i “galletti” nella consapevolezza che la società stia facendo quello che deve fare... In ogni caso: let’s go, Liotru, let’s go!!!