A Caccetta della vetta!

Cristian, primo acuto al

Cristian, primo acuto al "Massimino"... 

Max Licari sulla meritata vittoria degli etnei sul Catanzaro. "Senatori" fondamentali, Di Grazia-Russotto ok, Caccetta decisivo

Lecce chiama, Catania risponde
Serviva la terza vittoria consecutiva per rispondere alla “superserie” del Lecce di Liverani e gli uomini di mister Lucarelli non hanno fallito la prova. Vittoria pienamente meritata quella conseguita al cospetto di un comunque volitivo Catanzaro; vittoria che consente al Catania di mantenersi in scia rispetto ai salentini e fortificare l’autostima in vista di un finale di 2017 molto importante e impegnativo. Difatti, al di là di qualunque considerazione contingente, sarà necessario non allontanarsi troppo dalla “lepre” giallorossa, in vista della fase cruciale, da gennaio-febbraio in poi, durante la quale si decideranno le sorti del campionato. Al momento rimangono cinque i punti di distacco al termine di un quattordicesimo turno che ha visto le due battistrada rispettare il pronostico contro Siracusa e Catanzaro, mentre il Trapani di Calori ha incredibilmente perso due lunghezze dopo essersi fatto rimontare tre reti a Matera. Fare i conti adesso sarebbe, però, l’errore più grosso. Continuare con questo passo appare, di contro, l’unica strada da seguire. E il Catania lo sta facendo con la necessaria forza. Del resto, i numeri parlano chiaro: secondo miglior attacco (23), a una rete da Lecce e Trapani, nonché seconda miglior difesa (9), con due gol subiti in più rispetto al Monopoli, peraltro in calo nelle ultime gare. Il fattore positivo del match contro i calabresi di mister Dionigi è il cosiddetto “clean sheet”, lo “zero” nella casella reti subite, dopo qualche gol di troppo incassato ultimamente. Le 10 segnature in 3 gare, infine, ci dicono di un attacco in salute, facilitato dal passaggio al 4-3-3, sebbene contro il Catanzaro si sia registrata una certa “sofferenza” nel bucare la porta di Nordi, malgrado le tante occasioni create. Ecco, forse questo può essere considerato l’unico “neo” di una gara ben condotta, ottimamente giocata e perfettamente conclusa con un successo limpido e inequivocabile lungamente applaudito dagli 11.000 del “Massimino”, sempre pronti a incitare dal primo all’ultimo minuto.

I “senatori” dettano legge
Qualcuno, anche legittimamente, aveva in estate espresso qualche dubito in merito alla possibile tenuta in una categoria così “fisica” di giocatori di indiscussa caratura tecnica, ma un po’ avanti con l’età come i trentatreenni Lodi, Marchese e Biagianti, nonché il trentunennne Caccetta, tutti elementi che costituiscono il nerbo centrale della struttura di gioco rossazzurra. Ebbene, la risposta sul campo, confermata dalla prestazione sciorinata contro i calabresi, sembra sia chiara. Questi “ragazzi” hanno preso in mano il centrocampo, sacrificandosi e dando il massimo anche sotto il profilo atletico. Gli elogi nei confronti dei quattro “senatori” espressi con sincerità da Lucarelli a fine partita non passino inosservati, in quanto “mirati” e, soprattutto, meritati. Splendida la prestazione, in special modo, di Caccetta, capace di far filtro, proporsi in avanti e decidere un match che stava complicandosi per un pizzico di imprecisione (almeno cinque le palle gol nitide fallite, in qualche caso anche per la bravura di Nordi) e una certa sfortuna (traversa di Aya e rete annullata per un ipotetico supermillimetrico fuorigioco a Curiale). Proprio per tali ragioni, la capocciata vincente del mediano ex cosentino al 55’ assume valore triplo, a coronamento di una prestazione maiuscola. Il 4-3-3 di Lucarelli (che ha fatto pochissimo turnover, sostanzialmente inserendo i soli Tedeschi e Marchese in difesa e posizionando Aya nel ruolo di laterale destro), sia nel primo tempo, sia nella ripresa (con qualche interprete cambiato a partire dal 65’), ha nettamente messo sotto il 3-4-3 di Dionigi, sebbene debba riconoscersi alla squadra ospite una buona predisposizione al gioco e sicura volontà di giocarsi la partita fino all’ultimo, grazie a un tridente sempre potenzialmente pericoloso, in specie nel “folletto” Letizia, nettamente fra i migliori in campo. Da sottolineare, comunque, che l’unica vera palla gol creata dal Catanzaro in tutto il match porta la firma di Marin, su assistenza di Zanini, al 68’: la stoccata da non più di sette-otto metri, posizione centrale, del centrocampista ospite è degna di Italia-Fiji, match internazionale di rugby giocato il sabato pomeriggio al “Massimino”. Per il resto, a parte il lodevole forcing finale e qualche sprazzo a metà ripresa da parte degli ospiti, si è trattato di un monologo rossazzurro dettato dalle imbucate di Lodi e Biagianti per gli straripanti Marchese-Di Grazia sulla sinistra e Russotto sulla destra. Non parrebbe, dunque, eresia pensare che, se il Catania avesse una forza d’urto centrale in grado di concretizzare le azioni create a getto continuo, vincerebbe veramente tutte le partite con cinque gol di scarto! Curiale si è impegnato tantissimo, è stato anche iellato (fuorigioco millimetrico nel primo tempo e ribattuta miracolosa di Nordi nella ripresa), ma non è una prima punta “classica”; Ripa appare in ripresa, soprattutto fisicamente, ma il fatto che ancora una volta parta dalla panchina, anche dopo aver segnato il primo gol stagionale a Pagani, appare indicativo. Anche lui è stato molto sfortunato nel finale quando, protagonista di un’azione splendida in slalom “ronaldeggiante”, ha trovato un clamoroso palo a portiere battuto. Tuttavia, in quelle situazioni e in questa categoria, sarebbe preferibile intanto metterla dentro in modo “ignorante”, perché non chiudere certe gare risulta pericolosissimo. E il Catania, in una rincorsa così “a filo” come quella in atto rispetto al Lecce, non può permettersi ulteriori passi falsi (i salentini hanno perso un solo match, quello di Catania; i rossazzurri tre, malgrado abbiano una partita in meno).

A Castellammare di Stabia altro crocevia stagionale
Il tradizionalmente ostico campo di Castellammare di Stabia dirà se il Catania ha definitivamente “svoltato” anche sotto il profilo della stabilità tattica, dopo tre gare in cui il 4-3-3 sembra aver indicato il percorso da seguire. Le “vespe” sono una buona squadra e nel proprio stadio si esaltano, in specie quando vedono “rossazzurro”. Sarà necessaria, quindi, un’altra prestazione gagliarda, anche perché il Lecce avrà a disposizione un non difficilissimo match interno con la Reggina (che, come Sicula Leonzio e Siracusa, dopo aver giocato “la partita della vita” contro il Catania, ha regolarmente incontrato più di una difficoltà) e il Trapani si giocherà al “Provinciale” un inedito scontro al vertice con la sorprendente Virtus Francavilla. Non si può più sbagliare, il campionato lo impone. I tre bonus ce li siamo già giocati… Let’s go, Liotru, let’s go!!!