Aggrappati alla 'Cordata'!

Catania 46, unico grande amore

Catania 46, unico grande amore 

Occorre essere un tutt’uno, spingere forte verso un unico obiettivo, perché il Catania è un bene comune, di TUTTI

Catania è un bene comune, di TUTTI
Oggi è lunedì 18 Maggio 2020. Dodici anni fa come oggi, nel pomeriggio inoltrato, una zampata all’ultimo respiro di Jorge Martinez permetteva al Catania di Walter Zenga di agguantare in un colpo solo la Roma e la Salvezza, soffertissimo bis dopo la vittoria conseguita l’anno prima in quel di Bologna contro il Chievo Verona. Lo ricordo bene quel giorno, ancora, in tutti i suoi dettagli: lo stadio stracolmo, già da qualche ora prima del fischio d’inizio del signor Saccani di Mantova; il rosso e l’azzurro presente a iosa in tutti i settori, in ogni forma; l’ansia e la trepidazione di oltre ventimila cuori presenti nel catino bollente del “Massimino”; il gol a freddo di Vucinic; la paura di non farcela; le tante occasioni mancate; le radioline che portarono a Catania il gol in terra di Parma segnato da Ibrahimovic; il pareggio del Malaka; l’invasione di campo; la gioia per le strade; la nascita di mio cugino Christian, proprio durante la partita. Ricordo bene, ancora, quella domenica 18 Maggio 2008.



Eravamo tutti uniti, una cosa sola. Ben lontana da quel che siamo adesso, logorati da una paura che a differenza di allora ci divide. Paura di perdere per sempre il nostro amato Calcio Catania 1946, matricola federale 11700, l’unico vero Catania, così resistente da sopravvivere a mille avversità, allo sciagurato e maldestro tentativo di “sostituzione atletista” perpetrato all’indomani della tentata radiazione del 1993 (sfociata poi in esclusione dal professionismo con conseguenza ripartenza dai dilettanti, dall’Eccellenza per la precisione); così resistente da sopravvivere dall’altrettanto bollente estate di 10 anni più tardi, quella del “Caso Martinelli” tramutatosi poi in “Caso Catania”; così resistente da sopravvivere ai vergognosi deragliamenti del 23 Giugno 2015 e a tutto quel che ne è seguito. La paura c’è, è tantissima, ma a differenza di allora, di altre volte, non ci unisce, ma ci divide. Catania come una babele social. Una caccia all’uomo, al post, al commento da incriminare. Tutti contro tutti, come se la vera vittoria fosse poter dire “avevo ragione io”. Poco importa chi ha ragione. Anzi, non conta proprio nulla. Adesso, oggi, 18 Maggio 2020, bisogna “fari ruppu”! Bisogna essere compatti, tutti, tifosi, stampa, istituzioni, città, ambiente, anche il vento che spira sulla nostra terra deve soffiare per far sventolare ancora per tanto tempo la bandiera del NOSTRO Calcio Catania 1946, matricola federale 11700, l’unico vero Catania. Repetita iuvant. TUTTI UNITI fino all’ultimo respiro. Oggi non conta essere di CalcioCatania.Com o di Catanista, di Pianeta Catania o Unica Sport, del giornale La Sicilia o Catania Channel, di MondoCatania o TuttoCalcioCatania o delle altre realtà che si occupano del Catania Calcio. Oggi non conta essere un tifoso della Curva o della Tribuna, appartenere allo zoccolo duro od essere un occasionale. Occorre essere un tutt’uno, spingere forte verso un unico obiettivo, perché il Catania è un bene comune, di TUTTI.


Ancora si può salvare il Catania 



#ancorasipuò
Passerà alla storia come la “Notte di San Torquato” quella che ci siamo messi alle spalle da qualche giorno. Alle spalle dal punto di vista temporale, ma non i suoi strascichi che ci “accompagneranno” nel tempo chissà per quanto tempo ancora. Per sempre. Perché l’Elefante ha memoria ferrea e tende a non dimenticare le sconfitte, le umiliazioni e il male subito. Nella tarda serata di venerdì, 15 maggio 2020, come riportato tempestivamente da Attilio Scuderi su “Catanista” (e successivamente ribadito anche in diretta su “Pianeta Catania”), la Procura della Repubblica ha presentato al Tribunale di Catania l’istanza di fallimento del Calcio Catania 1946, fissando per al 25 Maggio la prima udienza. Ieri, nel frattempo, è arrivata la notizia delle doppie dimissioni dell’ingegnere Giuseppe Di Natale e dell’avvocato Ignazio Scuderi dalle cariche sociali di amministratore delegato e vicepresidente del club etneo. Dimissioni, non ancora confermate ufficialmente dalla società, che di fatto hanno smembrato il CdA, lasciano il solo presidente Gianluca Astorina. Al di là degli aspetti strettamente giudiziari, dei tecnicismi e di ciò che ne conseguirà, questo scenario apocalittico, che sembra presagire una morte imminente del 46, NON DEVE far cessare la speranza della possibile salvezza dell’amato Catania. Non è ancora giunto il tempo del “De Profundis”, non ancora. La speranza, l’unica speranza concreta esistente, è rappresentata dalla “Cordata” capeggiata da Fabio Pagliara e Maurizio Pellegrino. L’unico VERO gruppo imprenditoriale REALMENTE interessato all’acquisto dello storico club dell’Elefante (debiti compresi) e del mutuo riguardante il centro sportivo di Torre del Grifo. Ad oggi, 18 Maggio 2020, c’è solo questo “Consorzio d’imprese” pronto a costituire nelle prossime ore, mercoledì 20, la S.p.A. che presenterà successivamente l’offerta (la terza) per rilevare il Calcio Catania 1946. Una luce infondo al tunnel. Ma bisogna fare presto, perché il tempo per salvare il Catania è sempre di meno. Una luce, nella buia notte di San Torquato... E chissà che dopo Gerusalemme, non venga liberata anche Catania...