Cinismo da provinciale

Esultanza del Catania a fine gara

Esultanza del Catania a fine gara 

Con una prestazione "di categoria" tornano i gol ed i tre punti, protetti dal catenaccio del secondo tempo.

Lucarelli lo sottolineava da tempo, quasi fosse un mantra: "Stiamo imparando a giocare come una squadra di Serie C del girone C, l'avessimo capito prima...". Ed oggi, al "Viviani" di Potenza, il Catania ha colto una vittoria che presenta tutti i requisiti coi quali le cosiddette "provinciali" sono solite compiere colpacci in partite del genere. Gare contraddistinte da corsa, intensità, duelli individuali, rimpalli su palle inattive e da poco, pochissimo gioco degno di questo nome. Tre punti che forse premiano oltremodo Biagianti e compagni, che di certo non hanno rubato nulla, ma al contempo sono stati aiutati parecchio da quegli episodi che, nelle scorse settimane, al cospetto di avversari di ben altro lignaggio, avevano girato contro. Se il Picerno avesse trovato il raddoppio con Kosovan o se il sig. Maranesi di Ciampino non avesse fischiato un rigore non scandaloso, ma neanche solare, per il contatto tra Priola e Di Molfetta al 40°, adesso probabilmente faremmo altri ragionamenti ed i commenti catastrofici si sprecherebbero. Ma ogni tanto, nel calcio, si fa viva una sorta di giustizia divina che oggi ha premiato i colori rossazzurri, risarcendoli di almeno una mancata vittoria tra quelle sfumate con Reggina e Ternana.
I tre punti, peraltro, risultano quanto mai importanti, per un duplice motivo. In primo luogo perché si è vinto lo scontro diretto contro la squadra meglio piazzata della zona playout, distanziandola di 12 punti, un vantaggio rassicurante nell'ottica del conseguimento anticipato della salvezza, obiettivo che poco meno di un mese fa sembrava poter essere messo in dubbio per il ridimensionamento tecnico ed il relativo clima che si era creato, con ripercussioni sulla squadra. In secondo luogo perché le squadre che lottano per gli ultimi piazzamenti validi per i playoff sono tutte lì, col fiato sul collo. L'Avellino si è aggiudicato il derby campano con la Paganese, la Vibonese (prossima avversaria del Catania) ha colto un importante successo nello scontro diretto con la Virtus Francavilla, sorpassandola. Accedere agli spareggi-promozione, quest'anno, sarà più complesso che mai, ed il digiuno di vittorie, che durava da più di un mese (22 gennaio, Catania-Avellino 3-1) rischiava di mettere a repentaglio l'obiettivo minimo stagionale.

Disattenzioni difensive, risveglio offensivo...
Diverse sono state le novità presentate da Lucarelli nella formazione titolare. Posto che il reparto difensivo non si tocca, venendo chiamato agli straordinari per il numero di partite consecutive disputate (ci torneremo), il tecnico ha deciso di far rifiatare sia la coppia di mediani (Salandria-Vicente), sostituita dal tandem Rizzo-Biagianti, sia tre dei quattro componenti della batteria di trequartisti e attaccanti: Mazzarani, Di Molfetta e l'unica vera e propria punta a disposizione, Beleck. Segno che questi giocatori, secondo il mister, non sono in grado di reggere un minutaggio così elevato. Sfortuna ha voluto che nel riscaldamento si sia fatto male Barisic, unico per caratteristiche fisiche in grado quanto meno di adattarsi nel ruolo di centravanti, ma nella disgrazia il Catania ha fatto di necessità virtù, rispolverando Di Molfetta e schierando un "quadrato magico", composto da giocatori validi tecnicamente, non in grado di aggredire l'area piccola ma al contempo dotati della rapidità necessaria per imbastire scambi pericolosi ed iniziative individuali interessanti.
In avvio di partita, però, i rossazzurri hanno subito l'arrembaggio di un Picerno poco dotato qualitativamente ma razionale, organizzatissimo, in grado di valorizzare la visione di gioco di Vrdoljak e la costante spinta sulla sinistra di Squillace, esperto terzino di categoria. In particolare, la retroguardia è apparsa non sufficientemente attenta e tanto meno fisicamente reattiva, in confronto a quanto di buono era stato offerto nelle ultime partite. Tant'è che è bastato il valido ma non trascendentale Santaniello (tipico mestierante di questo genere di campi) a far cedere la resistenza etnea, con un'incursione neutralizzata da Pinto prima e col gol "di rapina" siglato al 17° poi, approfittando della dormita di Mbendé e dell'uscita poco tempestiva di Furlan (che non subiva gol dalla sconfitta di Viterbo e nella circostanza ha fermato la propria imbattibilità a 312 minuti).
Fortunatamente, anche il reparto difensivo del Picerno è apparso sin dalle prime battute tutt'altro che irresistibile e persino un attacco spuntato come quello schierato oggi dal Catania è riuscito a più riprese a metterlo a dura prova. Proprio un minuto dopo aver rischiato di capitolare con l'occasione divorata in area da Kosovan, i ragazzi di Lucarelli hanno trovato il pari, grazie ad una giocata ben realizzata sugli sviluppi di un corner, con un cross d'esterno di Capanni che ha trovato prima la sponda di Mbendé, poi l'intelligente appoggio di Silvestri al centro per l'accorrente Curcio, che ha finalizzato in spaccata. Primo gol in rossazzurro per il fantasista ex Vicenza (non segnava dal 7 aprile 2019), ma soprattutto fine della sterilità offensiva etnea dopo 262 minuti, quelli trascorsi dal rigore realizzato a Castellammare di Stabia da Mazzarani. Ed il gol precedente a quest'ultimo risaliva addirittura alla sfida contro l'Avellino. Annusato l'odore della preda impaurita, il Catania ci ha preso gusto e, trascinato dai guizzi dei suoi esterni, ha presto trovato il vantaggio. Si è dimostrato particolarmente in palla Di Molfetta, proprio colui che non avrebbe dovuto partire dal 1', ne sa qualcosa Priola che con la propria ostruzione nei confronti del numero 8 ha propiziato il rigore trasformato da Curcio. Lo stesso Priola qualche minuto dopo è stato costretto ad un fallo da ammonizione per fermare l'ennesima iniziativa dell'ex Piacenza.

Catenaccio, pane, salame...e tre punti
Al rientro in campo dopo l'intervallo, dunque, sembravano esserci tutte le premesse per vivere un secondo tempo in scioltezza, poiché la prevedibile avanzata dei lucani avrebbe consentito agli ospiti di poter chiudere la partita in contropiede. Come in effetti, accaduto al 51°, con Di Molfetta che ha chiuso una ripartenza con una conclusione imprecisa (endemico limite di un giocatore che altrimenti potrebbe ambire a migliori palcoscenici). Invece, complice una tenuta fisica deficitaria ed un atteggiamento del tutto rinunciatario, il Catania ha consegnato per quasi tutta l'intera seconda frazione di gioco la propria metà campo ai padroni di casa, arroccandosi in difesa. Non riuscendo, con ciò, ad evitare di correre ulteriori rischi, in particolar modo sui calci piazzati concessi al Picerno.
La strategia da "indietro tutta" è stata certificata dalle sostituzioni operate da Lucarelli al 60°, col passaggio al 3-5-2 determinato dall'ingresso di Esposito al posto di Biondi ed i contestuali inserimenti di Welbeck e Beleck (nuovo, e "vero", riferimento offensivo), in luogo di Capanni e Curcio. La presenza dell'attaccante camerunense non ha dato quell'apporto che era lecito attendersi, in termini di protezione del pallone e di contributo a far alzare una squadra che si era fin troppo abbassata. Le uniche chance costruite dagli uomini in maglia gialla sono state dunque rappresentate da un'estemporanea iniziativa offensiva conclusa da un tiro sporco di Biagianti e da un calcio di punizione battuto male da Di Molfetta. Nel frattempo, il Picerno ha continuato a rendersi pericoloso. Nulla di clamoroso, intendiamoci, ma la pur modesta formazione di Giacomarro qualche brivido l'ha fatto correre, come la punizione dal limite di Nappiello, protagonista di altre due occasioni in area nei minuti successivi.
Alla fine l'ha spuntata la tattica catenacciara di Lucarelli, che ha avuto il merito di chiudere ogni possibile varco per gli inserimenti dei centrocampisti avversari, costringendo la squadra di casa a ricorrere perlopiù a traversoni dalle fasce ben controllati dalla retroguardia etnea, così come ridisegnata dalle sostituzioni. Una vittoria "da provinciale", come dicevamo in apertura, frutto di un vantaggio trovato sfruttando le falle della difesa avversaria e di un successivo sacrificio fisico e mentale, dedito interamente alla protezione del risultato. In altri tempi, una squadra dalla caratura tecnica superiore, qual è quella rossazzurra, forse non si sarebbe applicata con la medesima dedizione a tale canovaccio. Uno dei meriti che va indubbiamente ascritto al tecnico è quello di aver saputo trasmettere questi "valori da Serie C" al gruppo, sintonizzandolo sui canali adatti alla categoria ed a questo genere di incontri.

Un 5-0 da vendicare
Domenica al "Massimino" arriverà la Vibonese di Modica, la stessa formazione che un girone fa segnava le sorti di Andrea Camplone, infliggendo un 5-0 che fa ancora rabbia. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ed è accaduto tutto ed il contrario di tutto. La gara, che inizierà alle 15.30 per esigenze televisive (andrà in diretta tv su Rai Sport), rappresenterà un vero e proprio spareggio per la qualificazione ai playoff, col Catania, attualmente settimo in graduatoria, che vanta tre punti di vantaggio sui rossoblù, noni.
Non sarà della partita Calapai, oggi ammonito in regime di diffida, e Lucarelli dovrà inventarsi un terzino destro, se intenderà riconfermare il 4-2-3-1. Da valutare l'opzione Biondi, che però diminuirebbe l'apporto difensivo proprio contro un avversario che fa del gioco offensivo il proprio credo. In alternativa si potrebbe adattare uno dei centrali disponibili. Altra variante da considerare è quella relativa al turnover. Come dicevamo, l'intera difesa titolare ha giocato 180' consecutivi. Non sarebbe la prima volta che i vari Silvestri e Pinto vengano chiamati agli straordinari con tre partite giocate in sette giorni, ma già oggi qualche segnale di stanchezza si è avvertito ed occorrerà valutarlo. Davanti probabile il ritorno di Beleck, mentre tra mediana e trequarti dovrebbero ruotare diversi giocatori, col ritorno di alcuni titolari.
Si tratterà di un vero e proprio test per capire che ruolo potrà recitare il Catania nella parte finale della stagione. Ha già dimostrato di poter rompere le uova nel paniere alle big, senza avere però la capacità di batterle, e di poter battere, seppur soffrendo, le matricole. Adesso arriva una sfida contro una pari grado, capace di testare l'ottima tenuta difensiva recente, e contro la quale cercare un gol su azione che manca ormai da tempo immemore.