E tiramu a cam...Bari

Lucarelli cerca di fare gruppo...

Lucarelli cerca di fare gruppo... 

Max Licari sul pari interno con il Bari. Bene i primi 45', poi calo fisico e classifica horror. Rigore solare negato al Catania.

La classica coperta corta
I migliori primi 45’ della stagione non bastano al Catania per uscire da una crisi che sembra senza fine. Obiettivamente, anche la gara disputata contro i “galletti” di mister Vivarini dimostra un’ulteriore crescita in fatto di coesione e di compattezza per l’undici rossazzurro, ma la contestuale, sconsolante constatazione dell’effettiva pochezza in fatto di gioco offensivo rinfocola timori e perplessità. E lo farà almeno da qui a gennaio, quando dovranno essere compiute scelte definitive. Come, per esempio, eliminare definitivamente dalla vista degli atterriti occhi dei poveri (e provati) tifosi etnei giocatori alla frutta, atleticamente inservibili e tecnicamente improponibili per una piazza così esigente. Gente che da anni viene pervicacemente riproposta da una dirigenza incapace di tagliare definitivamente il cordone ombelicale con il deludente passato. Sinceramente, assistere per l’ennesima volta alle involuzioni (altro che evoluzioni…) in campo di elementi come Rizzo o Barisic fa veramente male. Così come dover sempre, invariabilmente fare i conti con la lentezza inadeguata per la categoria di Lodi o Mazzarani… basta. Basta, per favore, cerchiamo di trovare il coraggio di voltare pagina una volta per tutte. Vorremmo che lo avesse Lucarelli, che pure ha riportato un minimo di compattezza nel gruppo in campo e fuori, ma ci rendiamo conto che proprio non ha dove andare a sbattere la testa, considerato il livello degli eventuali sostituiti. Ma a gennaio no. Game over. Detto ciò, dire che si possa essere contenti di due punti su sei in due gare consecutive casalinghe sarebbe troppo. Il piatto piange e la classifica grida vendetta. Orribile, come il Catania di queste prime dodici gare di campionato. 17 punti in 12 gare, nono posto, a una vita dalla Reggina capolista (28), dietro compagini come Viterbese e Teramo, per non parlare di piccoli centri come Potenza e Monopoli, al momento indubbiamente più forti rispetto ai rossazzurri. Essere contenti sarebbe da folli suicidi. Tuttavia, il primo tempo giocato contro una formazione più in forma e più attrezzata come il Bari può accendere un lumicino di speranza, giacché senza dubbio il Catania avrebbe meritato di passare in vantaggio e, tutto sommato, vincere la partita, acclarato come i biancorossi sostanzialmente non abbiano mai impensierito Furlan, nemmeno in una ripresa più equilibrata in cui gli etnei non sono riusciti a trovare i corridoi giusti per mettere in difficoltà la munita difesa avversaria. Si è vista una rinnovata solidità difensiva con un rinfrancato Mbende, fra i migliori, un lucido Biagianti, promosso da centrale, e un Silvestri meno impreciso del solito. Merito anche dell’impostazione tattica di Lucarelli, il cui 5-3-2 sicuramente protegge meglio il reparto arretrato, potendo contare anche su uno schermo mediano più robusto come quello costituito da Welbeck. Peccato che la cosiddetta “coperta corta” sia diventata quasi un assioma in casa Catania. Con Camplone la si tirava in avanti, ottenendo tanti gol siglati e un numero ancor maggiore subito; con Lucarelli la si tira indietro, raggiungendo una certa impermeabilità difensiva e una quasi totale insipienza in fase avanzata. La realtà è che, in un sistema tattico del genere, devi avere a disposizione centrocampisti di gamba in grado di inserirsi, non certo i Lodi e i Dall’Oglio attuali, e attaccanti diversi rispetto a quelli a disposizione, malgrado sia apprezzabile l’impegno che ci sta mettendo Di Piazza. Nemmeno Mazzarani, che durante la gestione Camplone era stato il meno peggio, si trova completamente a proprio agio, perché non ha proprio le caratteristiche atletiche per fare la seconda punta. In questo modo, di gioco se ne fa poco, la qualità rimane troppo bassa e le difese avversarie diventano montagne troppo alte da scalare. Probabilmente lo stesso Di Piazza si troverebbe meglio a fare da seconda punta accanto a un centravanti di ruolo, uno capace di tener palla e far salire la squadra, oltre che chiudere a rete. Discorsi inutili, per adesso. A Lucarelli il compito di far di necessità virtù da qui al mercato invernale, cercando di vincere qualche partita, magari segnando un gollettino ogni tanto. I pareggi, alla lunga, servono a poco. Al momento, magari, dopo i disastri camploniani, possono anche essere tollerati in direzione della ricerca di una nuova compattezza di squadra, ma già siamo al limite. Tale compito non sarà per nulla facile.

Buoni per un tempo, poi il calo fisico
Lucarelli propone più o meno i titolari di questo frangente di campionato, con il rientro di Pinto e Dall’Oglio al posto di Marchese e Rizzo. Contro il 3-5-2 di Vivarini, impostato su un sontuoso Awua in mezzo al campo e le ripartenze di Costa a supporto di Antenucci e Simeri, onestamente il 5-3-2 di Lucarelli funziona, trovando le giuste misure in difesa e, talora, indovinando la verticalizzazione giusta per il mobile Di Piazza. Peccato che i due “quinti”, fondamentali per tale modulo, nel Catania non girano a dovere. Calapai ha la gamba ma non il piede; l’improponibile Pinto non ha né gamba né piede, tanto da sciorinare l’ennesima prestazione horror. La sensazione è che non sia un giocatore da Catania. Che se ne prenda atto il più presto possibile. Marchese, da fermo, è da considerarsi un incrocio tra Maldini e Roberto Carlos rispetto all’ex parmense. Malgrado ciò, e malgrado il limitato apporto in fase di costruzione di Dall’Oglio e Lodi, due giocatori che vanno a scartamento ridottissimo, un paio di occasioni clamorose giungono, evidenziando come il Catania non sia nemmeno fortunato. Piove (letteralmente) sul bagnato. Netto il rigore negato ai rossazzurri al 24’ per un clamoroso fallo di mani in piena area (almeno un metro e mezzo) di Awua. Protagonista, ancora una volta, in negativo il celebre Marchetti di Ostia Lido, già in passato autore di prestazioni disastrose ai danni dei rossazzurri. Altrettanto clamorosa è l’occasione fallita da Mazzarani quattro minuti prima, su ottima azione promossa da Di Piazza. Incredibile l’errore, secondo consecutivo dopo quello con il Bisceglie, dell’ex modenese. Errori, ci dispiace dirlo, che una compagine così “asfittica” come il Catania non può assolutamente permettersi. Ma anche lo stesso Di Piazza al 36’ si procura un’altra grande occasione, trovando la gran parata di Frattali, a dimostrazione di come il Catania in ogni caso meritasse il vantaggio, a fronte di un Bari quasi del tutto inesistente in avanti (deludentissimo l’ex Antenucci, poi sostituito nella ripresa). Non è che gli ospiti nel secondo tempo migliorino sotto questo profilo (un solo tiro potenzialmente pericoloso del subentrato Folorunsho, un paio di metri a lato, a dieci minuti dalla fine), ma (purtroppo) non soffrono più di tanto a causa dell’inevitabile calo del Catania, squadra di scarsa intensità atletica. I baresi si accontentano del buon punto in trasferta, i rossazzurri non riescono più a pungere, sebbene Lucarelli metta dentro prima Barisic da seconda punta al posto di Lodi, arretrando Mazzarani, poi Rizzo per Dall’Oglio e Marchese per Pinto. Troppi gli errori tecnici, anche nelle poche volte in cui si riesce a trovare lo spazio per costruire azioni potenzialmente pericolose per la porta di Frattali, In questo senso, “campioni” possono essere considerati proprio Pinto, Rizzo e Barisic. Lo sloveno, in particolare, rovina con tocchi di palla orribili due ripartenze importanti nel finale, mandando in bestia i tifosi (circa ottomila, compresi i circa 330 baresi). Imbarazzante, unico aggettivo appropriato per queste situazioni. Vincere al 90’ una gara così importante sarebbe stato, anche psicologicamente, fondamentale. Con giocatori del genere difficilmente lo potrai mai fare…

A Pagani non si potrà sbagliare
Lucarelli detiene il record storico di vittorie esterne per il Catania. Quindi, anche in considerazione di un assetto tattico maggiormente adatto proprio alle gare in trasferta, ci si attende che i rossazzurri riescano finalmente a fare risultato fuori dalle mura amiche. La Paganese ha solo un punto in meno del Catania e in casa sta facendo bene… Non ci sembra vi sia altro da aggiungere. Let’s go, Liotru, let’s go!