Sicula...mente meglio!

Lodi, decima rete stagionale...

Lodi, decima rete stagionale... 

Max Licari sulla corroborante vittoria rossazzurra sulla Leonzio. 4-3-3 unica strada . Bene Calapai, Biagianti, Sarno e Manneh.

Un Catania “rétro”
Almeno, rispetto a Brindisi, mister Novellino ha mutato modulo, proponendo quello più vicino alle caratteristiche migliori dei giocatori più importanti e, fra i giovani, ha scelto quello nettamente più forte (e non il meno dotato), Kalifa Manneh. Basterebbero queste due sostanziali novità, nell’ambito di scelte chiaramente conservative rispetto agli equilibri di spogliatoio, a ridonare un principio (ma proprio un accenno…) di sorriso ai martoriati supporters del Liotru, seppur la prestazione complessiva dell’undici rossazzurro non possa dirsi certo sfavillante e parecchi dubbi continuino a sussistere sulla sua composizione tecnico-tattica; soprattutto, sulle garanzie fisiche che, in prospettiva, potrà offrire una squadra composta essenzialmente da ultratrentenni, un Catania “rétro” come certe belle macchine d’epoca, affascinanti ma non adeguate agli standard della viabilità moderna. “Rétro” e anche “nostalgico”, visto che l’ultimo contemporaneo impiego in una partita del Catania di Marchese, Biagianti, Lodi e Llama risaliva a ben sette anni fa, a un Cagliari-Catania 3-0 dell’aprile 2012, allenatore Vincenzo Montella. Certo, sotto il profilo tecnico è innegabile che un piccolo passo in avanti si sia riscontrato, perché al “quadrumvirato” di cui sopra, a Sarno, a Manneh l’unica cosa che non fa difetto è il piede di categoria superiore. È mancato finora, nel caso dei primi cinque, il resto della gamba (arto che è indispensabile, in Serie C, avere ben funzionante e “oliato”), ma è discorso risaputo e sul quale non vale la pena nemmeno più ricamarci sopra. È così e non ci si potrà far nulla fino al termine della stagione. L’idea di Novellino, confermata anche nelle interviste postgara, è quella di mettere in campo quanta più qualità possibile, gente che sia capace di saltare l’uomo, magari a scapito della corsa, considerato (e qui un dibattito serio andrebbe aperto) che anche con gli interpreti ipoteticamente di maggior sostanza atletica presenti in organico (esclusi i giovanissimi, ovviamente) le cose non è che siano sensibilmente migliorate. Anzi. Al sottoscritto, per esempio, continua a “non suonare” un impiego contemporaneo di così tanti elementi dal passo “felpato”, ma si tratta di un’impressione che, magari, potrà essere smentita da un miglioramento generale delle condizioni fisiche, tale che ci si possa aiutare maggiormente l’un l’altro e, così, sopperire in modo più efficace alla strutturale carenza di corsa. Le parole del tecnico irpino sembrerebbero andare verso questa direzione, quando afferma che la condizione atletica sta migliorando. Noi lo speriamo veramente, vorremmo quasi autoconvincerci che sia vero, ma non possiamo sottrarci ai dubbi. L’unica cosa di cui siamo abbastanza sicuri è che l’unico sistema di gioco a poter avere una qualche chance di riuscita in questo compito di “amalgama” delle qualità migliori del gruppo è proprio il 4-3-3 utilizzato contro una dignitosa Sicula Leonzio, squadra di categoria che ha lottato con buona lena, mantenendo fino al termine il match aperto con coraggio, seppur con innegabili deficienze in fatto di qualità offensive. Alla fine, il successo del Catania risulta meritato (peraltro, i rossazzurri rimangono l'unica squadra del Girone C a non aver subito reti nel doppio confronto con la compagine capitanata dal presidente Leonardi), essendo figlio di una maggior qualità di gioco, suffragata da almeno quattro nitide occasioni create nell’area bianconera, rispetto alla sola palla gol, peraltro assai precoce (Biagianti al 5’ evita il tap-in a porta spalancata di Gammone), prodotta dagli uomini di mister Torrente. Questa vittoria mantiene vive le possibilità di raggiungere il terzo posto finale, sebbene il Catanzaro (attualmente attestato a quota 61, a due punti di distanza dagli etnei, ora a 63) rimanga leggermente favorito a causa della gara interna da recuperare con la Viterbese. Ma conta di più la prospettiva che la posizione finale e, da questo punto di vista, questa prestazione apre qualche spiraglio. Non fosse che per l’intenzione di cambiare modulo e avviarsi verso un percorso più qualitativo e propositivo. Nella speranza, ovviamente, che non sia un fuoco di paglia o che possano intercorrere futuri (pericolosissimi) ripensamenti.

Un’idea diversa
Finalmente l’allenatore rossazzurro, con i fatti, ha dimostrato di voler varare un Catania più propositivo. Con il “bassissimo” 5-3-2 fin qui utilizzato, il naufragio sarebbe stato inevitabile. Certo, si tratta di un 4-3-3 “di posizione”, alquanto statico viste le caratteristiche degli interpreti (vi è un solo giocatore veloce capace di andare in profondità, non a caso continuamente cercato da Lodi e Llama, Kalifa Manneh), ma almeno è un modulo in cui l’idea è quella di rimanere un tantino più alti e giostrare con maggiore continuità nella metà campo avversaria. In questo senso, fondamentale il recupero di capitan Biagianti, autore di un buon rientro dal primo minuto e la maggior continuità nelle giocate di Sarno, elemento cardine che sta lentamente ritrovando la condizione dopo quasi due anni di sostanziale inattività. Il fantasista napoletano è stato impiegato nel suo ruolo, ala destra, con il giovane gambiano altrettanto gratificato della posizione naturale sulla fascia opposta, entrambi a supporto di un solo centravanti, Marotta, a lottare e impegnare fisicamente i centrali difensivi lentinesi. Ne è venuta fuori una partita abbastanza equilibrata in cui, in ogni caso, si è lasciato spazio alle giocate degli uomini più tecnici, tanto che lo stesso Sarno, Lodi, Llama e Manneh hanno cercato con più convinzione rispetto al recente passato di attaccare la profondità con verticalizzazioni più precise. Emblema di questa nuova predisposizione è l’azione del 22’, in cui il perfetto assist nello stretto di Sarno per la punta ex senese è stato vanificato da una fiacca conclusione in porta, facilmente parata dall’estremo bianconero Polverino. Ma il Catania ha sfiorato la rete in altre circostanze: nella prima frazione, con Marchese da due passi, Sarno dai venti metri (bella parata di Polverino); nella ripresa, due volte con Llama (incoraggiante in fase di spinta, meno convincente in ripiegamento), le cui conclusioni da buona posizione sono risultate sballate. Il tutto condito dal rigore conquistato da Calapai al 53’ e siglato da Lodi, alla decima rete stagionale (per la prima volta in doppia cifra in maglia catanese). Insomma, una produzione di gioco offensivo nettamente superiore almeno alle ultime quattro disastrose gare. I dubbi sulla tenuta di un sistema similare contro avversari di maggior spessore provengono dalla lentezza del centro-sinistra difensivo (Esposito, che ha giocato al posto dell’infortunato Silvestri, insieme a Marchese), dalla possibilità di reggere in fase di non possesso un centrocampo con Lodi e Llama contemporaneamente in campo, dall’effettiva capacità di progressione di rendimento da parte di una pedina fondamentale come Sarno e dalla “resurrezione” in termini realizzativi dell’attacco, anche contro la Leonzio piuttosto asfittico in Marotta e nei subentrati Curiale e Di Piazza (sebbene quest’ultimo, a onor del vero, sia stato impiegato nel non gradito ruolo di esterno sinistro al posto dell’acciaccato Manneh). Come si vede, non poche le incognite; tuttavia, una piattaforma di lavoro adesso la si intravede ed è una strada che va perseguita, anche solo per non dare l’impressione di non aver tentato tutto il possibile per raddrizzare la stagione.

A Cava de’ Tirreni la prima riprova
Siamo molto curiosi di capire se questa strada possa avere un seguito già dalla prossima trasferta in Campania, contro una tosta Cavese, formazione in piena corsa per i playoff. Gli uomini di Modica corrono e mordono, esattamente come la Virtus Francavilla e non sarà, quindi, facile giocare nel catino del “Lamberti”. Il Catania ha l’obbligo di provare a vincere per tenere vive le chance di terzo posto e, soprattutto, deve continuare a insistere su questa impostazione tecnico-tattica in prospettiva spareggi. Mettiamoci testa e cuore! Let’s go, Liotru, let’s go!!!