Desola...Tsonev!

Novellino e Lodi, pomeriggio amaro...

Novellino e Lodi, pomeriggio amaro... 

Max Licari sul deludente recupero contro la Viterbese. Prestazione assai scialba, arbitraggio disastroso, gestione da rivedere.

Realismo, unica strada…
Se proprio vogliamo trovare un aspetto positivo nell’ennesima pessima figura rimediata dalla sempre più presunta “corazzata” rossazzurra, è necessario rifarsi alle parole del tecnico Novellino nel postgara. Il trainer irpino, visibilmente provato dalla seconda sconfitta consecutiva incassata contro una Viterbese priva di ben sette titolari e alla terza partita in una settimana (mentre gli etnei provenivano da ben dieci giorni di riposo…), ha dichiarato in modo netto come la prestazione sciorinata da Lodi e soci gli abbia fatto “aprire di più gli occhi”; a cosa potrebbe, in soldoni, voler alludere? Semplicemente a come si sia reso conto di quanto “pesino” determinati giocatori spacciati per fenomeni e, in realtà, poco più che onesti pedatori di categoria. Possiamo, francamente, aggrapparci solo alla speranza che, finalmente, Walter decida di fare piazza pulita nello spogliatoio, “panchinando” (come minimo) chi non merita di indossare la gloriosa maglia che fu dei Mascara e dei Gomez (come in molti avevano auspicato, sarebbe stato meglio fermare già da subito qualche giocatore restio a comprendere determinati concetti, piuttosto che mandarlo in campo a reiterare prestazioni inguardabili), per poi puntare tutto sulla preparazione atletica, tattica e mentale dei playoff, che il Catania presumibilmente andrà a giocare da quarta in classifica (in tutto, la bellezza di sette partite, nella migliore delle ipotesi). Presupposto ineludibile, ovviamente, è che venga spalleggiato dalla società, altrimenti questo “castello di illusioni” andrebbe immediatamente a crollare. E qualora ciò non avvenisse, lo diciamo fin da ora, le speranze che la squadra vista a Reggio Calabria e al “Massimino” contro gli uomini di mister Calabro possa raggiungere la promozione si ridurrebbero praticamente a zero. E, per favore, non cerchiamo alibi. È vero, la terna arbitrale, per il sottoscritto incredibilmente inadeguata e da fermare per parecchio tempo, ha commesso un errore imperdonabile, annullando un gol regolarissimo al 67’ al neoentrato Brodic, ma se dovessimo appigliarci nuovamente a queste considerazioni contingenti, sarebbe la fine. La prestazione è da valutare, solo questo conta. E si è fatto non male, malissimo. Ecco, adesso bisogna invece rimanere freddi. Qui non si tratta né di essere pessimisti né ottimisti, si tratta solo di essere realisti e prendere atto della situazione. Il Catania è una squadra con evidenti lacune a livello di organico e caratteriale che, rispetto alle principali concorrenti con cui andrà a interfacciarsi durante gli spareggi, ha qualcosa in meno, in specie a centrocampo, ma non solo… Un po’ tutti avevamo sperato che la cura Novellino potesse rivitalizzare un gruppo considerato sulla carta di valore e, forse, non sfruttato a pieno da Sottil; ci eravamo sbagliati, ancora una volta. Ancora una volta, e siamo recidivi, avevamo sopravvalutato il tenore dell’organico. Il fatto che lo stesso Novellino, allenatore cui non manca l’esperienza, ci abbia capito finora pressoché nulla, impressione certificata dagli schieramenti tattici e dalle scelte tecniche delle ultime due gare (cambiati in corsa non una, ma due, tre, quattro volte), ne è limpida testimonianza e non è più possibile non prenderne coscienza o non assumersene le responsabilità. Responsabilità in primis della società e, poi, a cascata, di giocatori e staff tecnico, con Sottil e il medesimo Novellino che possono assommarne non più del 20% (diciamo 15% il primo e 5% il secondo). Quindi, realismo e mano pesante, ecco l’unica ricetta che potrebbe ancora donare qualche concreta chance di salvare la fin qui deludente stagione. In buona sostanza, dimenticare Juve Stabia, Trapani, Catanzaro, posizioni, Kamasutra, calcoli, tabelle, equinozi, congiunture astrali e focalizzare UNICAMENTE l’attenzione sulle sessioni di allenamento, per presentarsi ai playoff nelle migliori condizioni possibili consentite dalla configurazione strutturale della rosa a disposizione (i cui limiti, sotto questo profilo, sono evidentissimi). In questo modo, tutto ciò che di buono verrà fuori dalle prossime cinque partite sarà da considerarsi oro colato e, soprattutto, non si dovranno fronteggiare eventuali delusioni cocenti. Patti chiari con i tifosi, che non si sentirebbero così “canzonati”, silenzio e olio di gomito. Punto.

Formazione iniziale completamente “bucata”
Possiamo comprendere Novellino. Sentitosi totalmente tradito dalla prestazione dei suoi a Reggio Calabria e assalito nuovamente da amletici dubbi che pensava di aver fugato con le due vittorie consecutive ottenute contro Catanzaro e Juve Stabia, ha cercato di schierare una formazione che avesse più gamba e qualità, scegliendo pertanto di inserire Valeau, Carriero e Angiulli in mediana, pur nell’ambito del 5-3-2 che non si è sentito di abbandonare alla prima “mareggiata”. Citando Guccini, “la storia ci racconta come finì la corsa, la macchina deviata lungo una linea morta”... La “locomotiva” rossazzurra si è rivelata una “Simca 1000” azzurrina arrancante sul Ponte Gioeni prima del suo abbattimento. Un pastrocchio simile a quello del “Granillo”, la prima frazione del Catania! Contro una formazione imbottita di baldanzosi (e nulla più) ragazzotti vogliosi di ben figurare in uno stadio glorioso, il centrocampo del Catania ha cominciato a inanellare una serie di “orrori” tattici e tecnici, con Angiulli, giustamente sostituito già al 37’ da Sarno, come principale attore protagonista (ma ben spalleggiato dai compagni, da Carriero a Lodi a Calapai all’acerbo Valeau agli inesistenti Di Piazza e Marotta), consentendo agli avversari di difendersi con ordine, per poi trovare il vantaggio al 31’ su punizione dal limite di Tsonev, agevolato dall’ennesimo errore stagionale di Pisseri (ma non stanno diventando obiettivamente troppi?), maldestro nel piazzamento e poco reattivo nella risposta alla non irresistibile stoccata dell'ex leccese. Non un’azione pericolosa costruita dai rossazzurri, nemmeno dopo l’ingresso in campo del fantasista ex foggiano e il passaggio a una sorta di 4-3-1-2. Nella ripresa non si può dire che Novellino non le abbia tentate tutte. Subito dentro Manneh per Valeau, a disegnare un ipotetico 4-4-2; poi al 57’ Rizzo e Brodic per Carriero e Marotta, con passaggio al 4-3-3; in ultimo, al 80’, Llama per Marchese, rischiando il tutto per tutto. Il Catania, è vero, ha fatto qualcosina in più, inanellando il già citato gol ingiustamente annullato a Brodic e un clamoroso errore sotto porta di Manneh su ottimo assist di Sarno (insieme a Marchese, il “meno peggio”), oltre che una accentuata pressione finale sugli stanchissimi (e, obiettivamente, fallosissimi) laziali. Aggiungiamo, persino, che probabilmente non avrebbe meritato di perdere, ma non si dimentichi come la Viterbese abbia comunque fallito almeno un paio di volte in modo clamoroso il raddoppio (all’81’ Silvestri sulla linea di porta respinge uno “scavetto” di Pacilli; al 92’ miracolo di Pisseri su Molinaro). Insomma, recriminare per un’ingiustizia sì, cercare giustificazioni al mezzo disastro no. Se vogliamo proprio trovare una piccola consolazione, diciamo che, alla buon’ora, ‘sto recupero ce lo siamo tolto dai piedi e “bonu chiù”…

Bisceglie, prima tappa di avvicinamento ai playoff
Se (speriamo) il Catania vorrà e riuscirà a far propri i concetti sopra esposti (e ci è sembrato, anche dalla gestualità evidenziata nelle interviste postpartita, che Novellino voglia procedere in tale direzione), lo si riscontrerà già dalla prossima partita interna contro i pugliesi, la quale dovrà rappresentare il primo step di un determinato percorso. Per questo, ci aspettiamo novità sostanziali, di modulo e di uomini, al di là delle squalifiche (mancheranno Curiale, Marotta e Silvestri). Novità che si possano percepire anche nei prossimi giorni di vigilia. I nodi gordiani non si sciolgono, si tagliano. Con un colpo netto… Let’s go, Liotru, let’s go!!!