NovelLindt, due 'cioccolatini' al 'Ceravolo'!

Marotta, ottava rete in rossazzurro...

Marotta, ottava rete in rossazzurro... 

Max Licari sul cruciale successo di Catanzaro. Finalmente un Catania compatto... Bene Marotta e Di Piazza. Novellino, scelte ok.

Finalmente la “garra”
Uno dei rimproveri più frequenti rivolti al Catania delle ultime stagioni è quello della mancanza, nei momenti topici della stagione, di “garra”, quell’insieme di grinta, determinazione, coraggio, “huevos” come direbbe Simeone, che fanno di un gruppo di giocatori una squadra vera. Ebbene, forse doveva giungere un allenatore “portatore sano” di tali principi per rivedere un team in grado di lottare, soffrire e vincere un match fondamentale come quello del “Ceravolo”. Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, tuttavia un pizzico di rammarico (diciamo più di un pizzico…) al sottoscritto rimane perché, nel caso in cui si fosse fatto il cambio quando lo si invocava (almeno, un paio di mesi fa), probabilmente i rossazzurri adesso si ritroverebbero maggiormente a ridosso dei gialloblù allenati dall’ex Caserta e la sfida di domenica prossima al “Massimino” sarebbe decisiva. Anche le parole di Marotta e Di Piazza nel postpartita, fra le righe, fanno palesemente comprendere come Sottil non avesse in mano lo spogliatoio; correva, dunque, l’obbligo di prenderne atto e intervenire in tempo… Tant’è. Al di là di rimpianti che, comunque, lasciano il tempo che trovano, vi è da sottolineare la grande prova di compattezza fornita da capitan Biagianti e soci, unita a una fin qui insospettabile capacità caratteriale di ribaltare situazioni sfavorevoli. In trasferta non era mai capitato. E il fatto che ciò si verifichi proprio nella gara più difficile della stagione, contro l’avversario che più tatticamente aveva proposto difficoltà nel girone d’andata, pare assai significativo. Sia chiaro, non è che questo pur corroborante 2-1 in casa giallorossa targato Marotta-Di Piazza abbia magicamente risolto tutti i problemi, ma la dose di sano realismo apportata da Novellino alla squadra fa ben sperare per il futuro. Un futuro che significa rincorsa al secondo posto (il Catania è terzo a quota 54, seppur con una partita in meno rispetto ai giallorossi calabresi rimasti fermi a 51, e si trova attestato a 4 punti dal Trapani, vittorioso sulla Casertana al “Provinciale”, il quale incalza la Juve Stabia a 2 lunghezze di disyanza, malgrado abbia giocato una partita in più), ora obiettivo possibile a fronte di un successo cruciale soprattutto sotto il profilo mentale, una di quelle prestazioni che veramente possono costituire un’autentica svolta. Del resto, in Serie C, e la medesima capolista Juve Stabia insegna, il “must” di una compagine vincente è riferibile essenzialmente a tre elementi: coesione, alias la già citata compattezza, cioè “concreta fisionomia tattica”; individualità che possono risolverti la partita; corsa. Al “Ceravolo” il Catania ha messo in campo tutte queste componenti insieme, ed è stata la prima volta in questo campionato. Inoltre, non si possono non prendere in debita considerazione alcuni segnali “forti”, in primis le ottime prestazioni di giocatori come Lodi, Marotta e Di Piazza, gli uomini cioè che avrebbero dovuto dare maggior qualità alla squadra e, nel caso dei primi due, fin qui spesso a corrente alternata. Evidentemente, l’impatto di Novellino li ha motivati e la nuova disposizione tattica li ha messi nelle condizioni di rendere al meglio. Il tecnico ha semplicemente sfruttato quasi tutte le migliori “frecce” a disposizione nella propria faretra (a eccezione di Manneh, sacrificato sull’altare della funzionalità tattica), dando loro agio di fiondarsi verso il bersaglio con maggiore efficacia, secondo caratteristiche. I due attaccanti sono contropiedisti? Si gioca in contropiede. Lodi necessita copertura? Copriamolo, anche con i due esterni e con linee più strette. Concetti semplici ma efficienti che precedentemente non erano stati presi in considerazione. Anche se, a mio parere, è l’aspetto caratteriale quello sul quale Novellino sta cominciando a incidere con più forza. La squadra ha saputo soffrire fino al 96’ senza mai perdere lucidità, senza mai andare in tilt come tante, troppe volte era accaduto in passato lontano dalle mura amiche (Potenza e Siracusa, tanto per fare qualche esempio). Una qualità, questa, che in C fa la differenza, basti andare a rivedere la gran parte delle esibizioni della Juve Stabia. Capoclassifica che, di conto suo, è incorsa nell’ennesimo pareggio, questa volta in casa nel derby contro la Cavese e che, ultimamente ha subito un fisiologico rallentamento, considerato che viaggiare a determinati ritmi è sempre dispendioso. Un po’ di sale in più sul prossimo scontro diretto…

Novellino mette nel sacco Auteri con un 5-3-2 mai rinunciatario
Come previsto alla vigilia, il tecnico ex doriano si affida alla difesa a tre, considerato anche lo schieramento auteriano “classico, quel 3-4-3 che sovente ha messo in ambasce il Catania. In realtà, il modulo adottato è un 5-3-2, giacché ai tre difensori centrali (Aya, Silvestri e il reintegrato Marchese) si aggiungono due terzini come Calapai e Baraye, sebbene comunque portati a fluidificare sulla fascia di competenza. In tal modo, i tre mediani dal non tambureggiante passo vengono "coperti" ai lati e lo stesso Lodi rimane più protetto e facilitato nell’innescare le due punte Di Piazza e Marotta, entrambe portate alla ripartenza lunga. È vero che Novellino tiene la squadra “bassa”, in modo da non dare campo alle solite trame avvolgenti del gioco di Auteri, ma ciò che piace fin da subito è la volontà di non rinunciare mai al contropiede rapido, a mettere in apprensione la non ermetica difesa di casa, a offendere quando possibile. Un atteggiamento “nuovo” che quasi mai si era riscontrato nelle recenti trasferte, in occasione delle quali, anche quando erano state create occasioni, esse apparivano più frutto di casualità o di reazione nervosa che di tattica programmata. E dire che gli etnei avevano cominciato malissimo, prendendo gol da D’Ursi su calcio piazzato dopo appena 2’, ancora una volta lasciato solo al centro dell’area piccola senza che Pisseri accennasse all'uscita. Ecco, l’impresa del Catania assume ancora più significato proprio per questa ulteriore difficoltà proposta da una gara fortemente condizionata dal vento. Il Catania reagisce subito, anche rischiando qualcosa (sempre con D’Ursi al 22’ e al 38’, in quest’ultima occasione bravo l’estremo difensore rossazzurro), ma sempre dando la sensazione di poter pareggiare. Grandi occasioni per Marotta al 25’, Lodi al 33’ su punizione (superbo Furlan), Di Piazza al 36’ di testa a porta vuota, prima di pareggiare meritatamente al 43’ con Marotta su splendido assist dello stesso ex leccese. Una serie di palle gol che raramente il Catania aveva confezionato, in una sola frazione di gioco, lontano dal “Massimino”. Merito anche di una mediana che, questa volta, non si fa sommergere centralmente dal maggiore atletismo di Iuliano e Maita (centrocampista “top” per la categoria) e, sulle corsie laterali, tiene botta alle incursioni di Statella e Casoli. Nella ripresa, il Catania accentua la propria predisposizione alla copertura del campo unita alla predisposizione alla ripartenza lunga, confezionando al 55’ il contropiede “perfetto” a campo aperto, grazie alla perfetta sponda di Marotta per Di Piazza che si invola dalla mediana, sverniciando Signorini e, dopo aver dribblato Furlan in disperata uscita, mette dentro a porta vuota. In questa seconda frazione di gioco, gli etnei chiudono ogni spazio al Catanzaro, che sostanzialmente non si rende mai pericoloso (male in avanti lo sponsorizzato Bianchimano, volenteroso ma piuttosto fumoso il senegalese Kanoute, meglio il neoentrato Fischnaller), per poi non disdegnare ulteriori ripartenze che potrebbero chiudere il conto, come, per esempio, quelle di Calapai al 79’ e del neoentrato Manneh al 94’: il pallonetto del giovane gambiano a tu per tu con Furlan esce clamorosamente di pochissimo. I cambi di Novellino, fino al 90’, sono solo un paio: lo stesso Manneh, la velocità, al 73’ per lo stanco Di Piazza (quindi, attaccante per attaccante); Bucolo, la sostanza, all’84’ per Lodi (centrocampista di copertura per regista/fantasista). A questi, a tempo scaduto, va aggiunta la sostituzione forzata di Lovric per Marchese (buona la sua partita da centrale di sinistra), colto da crampi. Cose semplici, dunque. Forse, l’unica ricetta possibile dopo i tanti “arzigogoli” cui si era fin qui assistito. Certo, il risultato ha favorito tali scelte, ma l’impressione è che questa sia la strada maestra che d’ora in poi seguirà Novellino.

E adesso la grande sfida…
Questo Catania ha la possibilità di infliggere alle “vespette” stabiesi la prima sconfitta stagionale, a patto che si continui a lavorare sodo, in modo da migliorare sempre più sotto il profilo atletico e a livello tattico. Domenica prossima saranno disponibili anche Carriero (un buon cambio in mediana) e Curiale (chiamato al riscatto), mentre Sarno potrebbe rendersi arruolabile per la panchina (ma solo se ciò non dovesse comportare rischi). Considerato il rientro di Llama, mister Novellino avrebbe in pratica quasi tutto l’organico a disposizione, visto che Ciancio sarà out per tutta la stagione e per Di Grazia ci vuole ancora tempo. Tuttavia, la cosa più importante per la società etnea sarà ricomporre nel più breve tempo possibile la frattura con la tifoseria, così da riempire il “Massimino” come richiesto dall’importanza del match. Un po’ di buonsenso, basterebbe solo questo. Ci aspettiamo che si operi in tal senso a partire da lunedì… Let’s go, Liotru, let’s go!!!