Lo Monaco: "Il calcio ha dei problemi serissimi; C da sempre campionato duro"

Il direttore generale rossazzurro Pietro Lo Monaco

Il direttore generale rossazzurro Pietro Lo Monaco 

L'intervento del direttore Pietro Lo Monaco, durante la conferenza stampa di presentazione di Scaglia e Pulidori

Il direttore generale del Calcio Catania, Pietro Lo Monaco, nella conferenza stampa svoltasi nel pomeriggio a Torre del Grifo, ha prima presentato agli organi di informazione i calciatori Scaglia e Pulidori e ha poi detto la sua su come si è concluso il caos dei ripescaggi. A margine della conferenza ha parlato anche il presidente della Domusbet, main sponsor della squadra etnea, Francesco Di Paola:

Pietro Lo Monaco:
«Abbiamo tutti quanti vissuto un’estate surreale, siamo passati dalla possibilità di partecipare al campionato di Serie B alla certezza, dopo la seconda sentenza pro Novara, tanto che abbiamo dovuto fare fuoco e fiamme per poter adempiere a tutte le normative, a tutte le richieste per l’iscrizione a ben due campionati, quello di B e quello di C. Abbiamo ottemperato a tutto per poter partecipare al campionato di B, in considerazione che la graduatoria dei ripescaggi ci vedeva al primo posto. Abbiamo fatto un mercato di B, ma poi come un fulmine a ciel sereno. . . anche se qualcuno me lo aveva preannunciato, parlando con chi probabilmente è stato il regista di tutto questo, che ha detto che la B sarebbe stata a 19 squadre. Allora io non sapevo se ridere o preoccuparmi. Mi sono fatto una bella risata salvo poi quando è nato il progetto “insano” e lì ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Come si fa a non pensare che non ci sia una regia dietro a tutto questo. Anche la prima data stabilita per il collegio di garanzia, giorno 7 settembre, anche quello ha puzzato molto. Da quel momento abbiamo assistito a tutta una serie di orrori, alla faccia del rispetto delle regole, contro il nostro calcio. Questi errori sono continuati nel tempo e adesso aspetto l’epilogo finale di giorno 28 settembre. Non mi aspettavo quest’altro rinvio sinceramente. È una vicenda, quella del ripescaggio, che investe il nostro calcio. La regia la conoscono tutti, tutti sanno chi c’è dietro queste scelte scellerate. Negli ultimi anni nel nostro calcio abbiamo assistito a un non governo, perché con il non governo possono comandare i soliti noti. Ne abbiamo viste di tutti i colori, ci sono gli estremi per indagare anche su questo tipo di organizzazione. Tutte queste coincidenze fanno solo male: il calcio femminile, il giudice che figurava con un conflitto d’interessi enorme, ecc. Tutte cose che trovano pochissima linearità e che lasciano aperta la strada a molti dubbi. Le persone fisiche che si sono rese protagoniste di tutto questo hanno dato uno schiaffo alla certezza del diritto ed è giusto che paghino. Le amicizie sbandierate negli anni precedenti, posso intuire a chi ci si riferisca, ma sono amicizie delle quali io ho sempre dubitato. Sono amicizie che riguardano il proprio interesse. L’incapacità dimostrata ha fatto un danno irreparabile. Il calcio ha dei problemi serissimi e non deve ingannare la Serie A con la presenza di Cristiano Ronaldo. Oggi il nostro calcio viene trasmesso su piattaforme che non si stanno dimostrando all’altezza della situazione. Sono 7 anni che domina sempre la stessa squadra, che sta davanti a tutti ed esercita questo potere senza che gli altri possano contrastarla. La Serie A si mantiene con i proventi della televisione, se questi dovessero venire meno non saprei quante squadre potrebbero sopravvivere. Il sistema calcio non prevede solo la Serie A, ma anche la B, la Lega Pro, il mondo dei dilettanti, il calcio femminile ecc. ecc. Bisognerebbe fare in modo che tutti possano avere gli appannaggi che possano consentire lo sviluppo del sistema stesso. Il Catania in Serie C ha avuto quasi 275mila presenze allo stadio lo scorso anno, sarebbe stato terzo in serie B e prima di tante altre in Serie A. Il calcio non può mai essere solo quello della Serie A, non attecchirebbe, non avrebbe tutto l’appeal che ha. Stanno attentando alla vita del calcio, si dovrebbe cercare di lasciare spazio a chi potrebbe avere capacità, voglia di fare e di ristabilire le regole. Questo sono sicuro che non avverrà mai, perché è diventato un discorso politico. Non immagino quello che succederà tra poco per portare questo o quell’altro a dirigere la federazione. Il campionato di Serie B a 19 squadre sarà un campionato precario, leggasi l’episodio di Cosenza, mai visto che una squadra di Serie B non abbia inerbato il campo prima dell’esordio in campionato. Stesso problema lo abbiamo visto a Lecce, dove poco prima dell’inizio della partita stavano inerbando il campo. Mi sembra un campionato allo sbando, tutto quello che è gestito dal puparo è un fallimento. Il nostro sarà il solito campionato duro, campionato difficile. Alcune squadre pensavano che il Catania avrebbe fatto la B e quindi si sono rinforzate ulteriormente, come Catanzaro e Casertana. La Leonzio ha fatto una buona squadra, Siracusa, Monopoli, Potenza e Juve Stabia non hanno lesinato energie economiche pertanto le difficoltà sono aumentate, la Serie C è sempre stato un campionato duro, difficile, ma noi ci siamo, risponderemo presente. Il format dei campionati va rivisto, va diminuito il numero di squadre ma nel rispetto delle regole. Ho sentito parlare di legalità dal presidente Balata, uno che non ho mai sentito nominare nel mondo del calcio e non so da dove sia venuta questa arroganza/presunzione di essere depositario della verità del calcio. Un campionato a 19 squadre rende la lotta per la retrocessione molto pericolosa e molte squadre correranno ai ripari per restare fuori dal ginepraio della lotta per la retrocessione, può essere che alla fine del prossimo anno troveremo qualche società di B pronta a chiudere i battenti. Il campionato di Serie B si appresta a vivere una stagione abbastanza precaria e anonima e per questo si deve die grazie al progetto del puparo. La parabola discendente del nostro calcio è la chiara risposta a tutto questo. Il CONI ha dato un altro calcio alla credibilità del nostro calcio, Malagò dovrebbe avere il coraggio civile di dimettersi. Ma questa gente non si muoverà da lì, troppo attaccata alle poltroncine, al poterino».

«Anche per questa stagione il nostro main sponsor è Domusbet, rappresentata da Francesco Di Paola. Non mi pace definire la Domusbet come uno sponsor ma come una parte del Calcio Catania. Anche per quest’anno, ma ci auguriamo anche per il prossimo perché abbiamo un contratto quadriennale, sarà con noi».

Francesco Di Paola (Presidente Domusbet):
«Col direttore ci lega un rapporto amicale. Noi abbiamo firmato per 4 anni perché volevamo godere di una vetrina più importante, quindi il danno lo abbiamo subito anche noi, ma ci fa piacere essere legati al Calcio Catania. Stiamo facendo altro per colmare "quello che ci hanno preso". Il Catania aveva il diritto di essere in B, ma andiamo avanti e vediamo quello che succederà».