Andrea Di Grazia, campo o tribuna?

Le stagioni di Andrea di Grazia a raffronto (Grafica: Bruno Marchese)

Le stagioni di Andrea di Grazia a raffronto (Grafica: Bruno Marchese) 

A nostro parere il prodotto del vivaio rossazzurro deve prender parte al progetto tecnico della prossima stagione

In casa Catania si programma la nuova stagione, con arrivi, partenze e soprattutto alcune conferme per provare la rinnovata scalata verso la B. Fino a pochi giorni fa, in bilico fra partenza e conferma, con “radio mercato” pronta a scommettere sulla cessione del ragazzo, Andrea Di Grazia, il cui contratto è ormai vicino alla scadenza (giugno 2019). Fra i tifosi (anche stampa e addetti ai lavori) che lo avevano eletto a beniamino della squadra nella stagione precedente, tanti quelli che ben prima dell’infausta semifinale di 15 giorni fa contro il Siena si sono prodigati nell’abbattere il “piedistallo” su cui lo avevano posto, chiedendone la testa, imputandogli la responsabilità di una scadente incisività nel gioco sotto la gestione Lucarelli. Non è mancata anche la critica di chi gli ha rimproverato di essere stato “abbagliato” dal denaro offerto da club di serie superiore, ma il severo censore in questo caso avrebbe perduto di vista la congrua plusvalenza che ne deriverebbe al Catania. Parimenti, e noi ci ritroviamo su questa linea, non sono mancati gli estimatori che puntano sulla “catanesità” di Andrea, che conosce bene il “peso” della responsabilità che deriva dalla maglia, motivo per cui ha sempre dato il massimo per la causa rossazzurra. Ma Di Grazia rimane a Catania, parola di Lo Monaco, Catania e non altrove. Malgrado i rapporti per nulla idilliaci tra quest’ultimo e il procuratore del gruppo GEA che cura gli interessi del ragazzo a partire dal periodo della disastrosa gestione Cosentino, Lo Monaco stesso ha chiaramente espresso la volontà di trattenere il ragazzo fino alla scadenza; due le uniche strade percorribili, il rinnovo o la tribuna.

A parte che siamo sicuri che verrà imboccata la strada giusta, quella che porta all’allungamento del contratto del numero 23, vorremmo però sottolineare che persino nel campionato appena concluso si è permesso l’utilizzo di un giocatore in scadenza di contratto. E’ il caso di Mazzarani, che da svincolato si è già accasato con la Salernitana, ma la scorsa stagione fu lo stesso per Bergamelli, che alla fine “saltò” in Serie B con la Pro Vercelli. Non mancano i casi della prima gestione Lo Monaco, come Carboni, il centrocampista argentino che gioco la terza e ultima stagione prevista in contratto nel 2011, approdando da svincolato nel Banfield; ancora dall’Argentina il portiere Bizzarri, arrivato nel 2007 con un biennale, lasciò i pali a Kosicky e Acerbis solo nelle ultime sei gare e a scadenza partì per la Capitale, sponda biancazzurra. Nella stessa stagione, ancora a giocare sino alla fine (ad eccezione dell’ultima, in panchina) con il “triennale” in scadenza, il difensore centrale Stovini. Altro caso evidente, gestione Gasparin però, quello di Giovanni Marchese nel 2013, alla vigilia dell'approdo genoano.

Tornando a Di Grazia, campo o tribuna? Nubi scure che si addensano dunque sulla testa del prodotto del vivaio rossazzurro, o, piuttosto, splendida opportunità che gli farà rivivere quei pomeriggi vissuti da vero leader? Andrea è un attaccante, non ci piove; vede la porta, annusa il gol, potrebbe - solo se messo in grado - chiudere le sue stagioni in doppia cifra. Dopo una stagione dapprima sacrificata alla ricerca di un ruolo da centrocampista, poi abbondantemente vissuta dalla panchina nel nome del 3-5-2 dilagante, auspichiamo di vederlo in futuro ogni domenica nel “mettere la freccia” sul green del Massimino. Infatti, dal confronto delle ultime due stagioni, non è tanto la differenza dei gol che mancano all'appello (peraltro accompagnati dal solito congruo numero di assist per i compagni) ciò che colpisce, quanto un impiego inferiore di ben 900', fortemente espresso dalle 13 gare da titolare contro le 25 della stagione precedente. Certamente Di Grazia necessita di maggiore fiducia, come non accordarla a chi gestisce con sapienza il pallone tra i piedi, peraltro dotato di uno scatto alla “Flash” (velocissimo supereroe pubblicato dalla DC Comics), che non ha mai nascosto l’orgoglio nell’essere tifoso della squadra della propria città. Lo vorremmo nuovamente con il pallone della gara fra le mani, come due stagioni fa a fine derby contro il Messina, a conferma della grande personalità di cui è dotato.