Cosi di Catania (Calcio):Rino Rado, Jimmy il fenomeno e quel pari a Bologna per uno a uno

Jimmy il Fenomeno,  alias Luigi Origene Soffrano

Jimmy il Fenomeno, alias Luigi Origene Soffrano 

Nuovo appuntamento con i 'cosi catanisi' di Alessandro Russo.

Buongiorno.
Nell'antica Grecia, per indicare il primo interprete d’una compagnia teatrale e rappresentare la figura centrale di tutto l’adattamento scenico, nacque il termine “protagonista”. Essendo questi il personaggio d’un certo spessore e l’attore più seguito, la sua evoluzione è determinante nel contribuire all'interesse e al ritmo dell’intera opera narrativa. Come riporta “Io scrivo” (Corso di scrittura del Corriere della Sera, RCS Libri. 2011), volume nove a pagina quarantasei, “Il lettore è indotto ad assegnare una funzione di rilievo ai personaggi che appaiono nella scena iniziale, quindi è consigliabile introdurre i personaggi principali all’inizio della storia.”

Dal momento che qui nessuno ha voglia di contravvenire alle regole, chiarisco che il pezzo grosso della nuova puntata di questa rubrica, cioè il soggetto attorno a cui si svilupperà la trama del testo, è stato uno dei nostri numeri uno più bravi. Per far capire di chi parliamo, riporto che è nato in Veneto a San Stino di Livenza il dieci settembre millenovocentoquarantuno, ha gli occhi azzurri come il mare ed è sempre ben vestito. Aggiungo che vive da sempre a Bologna e che nel giugno del settanta ottenne con noi la promozione in A.

Epperò, dal momento che il lettore tende spesso a fraternizzare con i personaggi comici, mi permetto d’inserir qui una figura centrale analoga ai fini della trama per ordine d’importanza, cioè il "coprotagonista" di quest’articolo. L’uomo di cui parlo, nato in provincia di Foggia, a Lucera, il giorno ventidue del mese di aprile dell’anno millenvocentotrentadue rappresenta un caso unico della cinematografia italiana. In oltre quarant’anni di carriera, ha egli partecipato a più di cento film, partendo da quelli interpretati con Totò, passando da Aldo Fabrizi a Ferdinando Di Leo e Salvatore Samperi. Il suo curriculum artistico rileva collaborazioni con registi come Zampa, Dino Risi, Pasolini e Corbucci, ma è diventato lui famoso durante gli anni Settanta con il boom della commedia sexy all'italiana. Il suo apice lo ha raggiunto infatti con i film di Edwige Fenech e con Alvaro Vitali nei panni di Pierino e perfino al fianco di Ugo Fantozzi. Impossibile a tutt’oggi contare gli schiaffi ricevuti in scena da questo simpatico signore dallo sguardo strabico, la parlata incomprensibile e la risata allucinata.

Dimentichiamoci adesso dell’antica Grecia e pure della cinematografia italica; piuttosto veniamo al nocciolo della puntata odierna di “Cosi di Catania (calcio)”. Oggi il mio compito è provare a buttar giù un piccolo tema rossazzurro. All’interno del mio scritto dovrei incastonarci un protagonista, l’elegante Rino Rado, con un coprotagonista un pizzico kitsch e parecchio trash, cioè Luigi Origene Soffrano, alias Jimmy il Fenomeno. Infine mi toccherebbe scrivere qualcosa a proposito d’una partita del passato della pattuglia del liotru, riportando il tabellino completo della gara.

L'indimenticabile Rino Rado insieme al nostro Alessandro Russo 



Svolgimento.
A Catania, una domenica mattina di poco meno di un mese fa, in pieno centro, dopo un solerte caffè, mi soffermai a chiacchierare piacevolmente con il signor Rino Rado, di passaggio da queste parti. Immediatamente io gli convogliai i saluti di Eugenio, un giornalista-scrittore catanese che vive a Lodi e che conserva come una sacra reliquia un suo autografo firmatogli quarantasette anni orsono. A quel punto il pezzo grosso di quest’articolo mi fece leggere una commovente lettera gelosamente conservata nel suo taschino. La missiva era stata scritta nel duemilaedodici da Carmelo, un avvocato catanese che lo ringraziava per l’impegno e la passione mostrati difendendo con onore i legni della porta dell’elefante. Nel giro di qualche minuto i temi della nostra gradevole conversazione abbracciarono la balla della sua presunta miopia che gli impediva di parare i tiri da lontano e quella legata al fatto che qualcuno lo ritenesse qui un “tappo”. Successivamente abbiamo parlato del rigore parato a Gigi Riva al “Sant’Elia”, dell’emozione per essere riconosciuto ancora oggi a Catania e della felicità nel ritrovare la sua effigie che spicca tra i volti del murales di via Cifali. D'improvviso fui io colpito da un flashback di trentacinque anni orsono e rotti e gli feci una domanda che riporto integralmente: «Signor Rado, si ricorda di quella volta che giocammo a Bologna nel dicembre dell’ottantadue, ai tempi di Sorrentino, Ranieri, Mastropasqua e Mastalli? È stato l’anno in cui fummo promossi in A; nel primo tempo segnò Cantarutti e la partita finì uno a uno. Io ero un ragazzino al seguito del Catania e ricordo che, il giorno prima della partita del “Dall’Ara”, lei molto raffinatamente venne a salutare in albergo la sua ex-squadra e soprattutto Angelo Massimino. A un certo punto, s’avvicinò al nostro tavolo l’attore “Jimmy il fenomeno” che cominciò a giocherellare con il presidente accendendo l’allegria goliardica di tutta la truppa…».
Accadde esattamente in quell’istante.
D’incanto, il signor Rino Rado abbandonò il suo aristocratico aplomb (che da quando egli è nato lo contraddistingue ogni santo giorno) e scoppiò imperterrito a ridere per quindici secondi e passa.


19 dicembre 1982 BOLOGNA-CATANIA 1-1
15. giornata campionato nazionale serie B

Bologna: Zinetti, Cilona, Frappampina, Paris, Bachlechner, Fabbri, Guidolin, Roselli, Russo (62’ Macina), Colomba, De Ponti.
Catania: Sorrentino, Ranieri, Ciampoli, Giovanelli, Chinellato, Mastropasqua, Gamberini (12’ Morra), Mastalli (82’ Marino), Cantarutti, Crusco, Crialesi.
Arbitro: Pieri di Genova.
Gol: 44’ Cantarutti, 47’ Russo.