Siracusa-Catania 1-1: A mezzo servizio

Tifosi rossazzurri presenti al

Tifosi rossazzurri presenti al "De Simone" 

Il commento alla gara di Coppa Italia tra aretusei ed etnei...

Gli imbecilli non hanno bandiera
Siracusa-Catania era un derby che mancava in competizioni ufficiali da oltre vent’anni (ultima volta nella stagione 1992-93, nella vecchia Serie C1) e dopo questa lunga assenza, dovuta ai differenti cammini delle due squadre, era auspicabile una giornata di sport. Come non detto. Prima, dopo e nell’intervallo della partita si sono verificati degli episodi violenti. Protagonisti di queste becere “imprese” alcuni sostenitori (eufemismo) della squadra di casa che prima hanno teso un agguato al pullman del Catania, poi hanno proseguito con un fitto lancio di bombe carta, petardi e fumogeni verso i cento e più tifosi ospiti. Il momento di maggior tensione nell’intervallo, quando un invasore solitario scavalca la recinzione che separa la tribuna centrale del “De Simone” dal campo e corre verso il settore ospite per scagliare un oggetto contro i tifosi etnei. Ne viene fuori un parapiglia che mette a nudo la totale inadeguatezza del servizio d’ordine. Dopo un quarto d’ora di tensione, con capitan Baiocco che prova a far “ragionare” la frangia più esagitata dei tifosi di casa (posizionati proprio nella tribuna centrale), la gara riprende senza subire interruzioni. Dopo il triplice fischio di Pillitteri di Palermo, riparte stonata la solita musica distorta: altri scoppi, altri botti, con il pullman del Catania “costretto” a rimanere nell’antistadio fino alle 20.30. Non il modo migliore per rivedersi dopo quasi un quarto di secolo.

Buon primo tempo, calo nella ripresa
Nel primo appuntamento ufficiale della stagione il Catania di Pino Rigoli si fa trovare pronto a metà. Al “Nicola De Simone” di Siracusa, nella partita valevole per il girone G della fase eliminatoria della Coppa Italia di Lega Pro, i rossazzurri sono stati bloccati dagli aretusei dell’ex Andrea Sottil al termine di una gara dai due volti: buon primo tempo, concluso meritatamente in vantaggio in virtù della rete di Michele Paolucci, decisamente sottotono nella ripresa complice un evidentissimo calo atletico. Situazione assai “ghiotta” sfruttata al meglio dai padroni di casa, con 90 minuti in più sulle gambe rispetto agli etnei, che con cuore e generosità sono riusciti a cogliere il meritato pareggio per via di un calcio di rigore, parso alquanto generoso, trasformato da Emanuele Catania al minuto sessantotto. Subito il pareggio, con ancora più di venti minuti da giocare, il Catania ha tirato i remi in barca, badando più a non prenderle che ad attaccare. L’uno a uno finale soddisfa il Siracusa, parso decisamente un’altra squadra rispetto a quella travolta ad Agrigento sette giorni fa, un po’ meno il Catania, ancora in cerca della miglior condizione. Nessun allarmismo, per carità: al 13 di Agosto, con tutti i carichi del pre-campionato ancora da smaltire, ci può stare.

Rigoli, di necessità virtù
Per il debutto ufficiale sulla panchina etnea mister Rigoli è costretto a fare di necessità virtù. Tante le defezioni, soprattutto nel reparto arretrato, con appena quattro difensori di ruolo disponibili. Fuori, per motivi diversi, Bergamelli, Djordjevic, Drausio, Parisi, De Rossi e Ferrario, il tecnico di Raccuja preferisce Mbodj a Longo come “compagno” di Bastrini al centro della difesa, Nava sull’out mancino e il mediano Giuseppe Russo schierato sulla corsia destra così come avvenuto in amichevole. Ad eccezione dei due “titolari”, alias Bastrini e Nava, gli altri due soffrono più del dovuto, in specie Russo che con “mestiere” prova a fermare in qualche modo il guizzante Valente. Gioco sulle fasce pressoché assente, con i due terzini che non vanno mai oltre il centrocampo. Nella mediana a tre, composta da Biagianti, Scoppa e Di Cecco, brillano a tratti i primi due, con il capitano che sfodera un primo tempo ricco di quantità e qualità (suo l’assist che avvia l’azione del gol) e con l’argentino che, nonostante la condizione fisica ancora precaria, lascia intravedere una buona visione di gioco e personalità. Nella ripresa, finita la benzina, il Catania si abbassa troppo, allungando di conseguenza le distanze tra i reparti. Ne fa le spese il reparto avanzato, con Russotto e Piscitella che non riescono ad impensierire la retroguardia aretusea così come fatto, seppur a tratti, nella prima frazione di gioco. Decisamente meglio Michele Paolucci che prima vince il “ballottaggio” con Calil, per la maglia numero 9, e poi rende merito alla scelta di Rigoli trovando il gol nell’unica vera occasione avuta. Per un giudizio tecnico-tattico bisogna aspettare una condizione fisica accettabile, in grado di supportare al meglio le idee del tecnico di Raccuja.

Tra mercato e assenze “sospette”
Nella prestazione altalenante dei rossazzurri, oltre alla precaria condizione fisica, è giusto sottolineare anche l’assenza di diversi elementi chiave. Per motivi diversi, mister Rigoli, per la gara del “De Simone”, ha dovuto fare a meno di una decina di elementi. Bergamelli, Djordjevic, Drausio e Parisi in difesa, Bucolo, Gladestony e Luque in mediana. A questi, per dover di cronaca, bisogna aggiungere anche Rosina, De Rossi, Ferrario, Falcone e Tortolano, tutta gente non proprio al centro del progetto tattico del tecnico etneo. Assenze forzate, vedi Luque – il cui transfer non è ancora arrivato -; forfait che hanno destato qualche cattivo pensiero: è il caso di Bergamelli, lasciato fuori ufficialmente per problemi fisici, che radio mercato vorrebbe verso l’Emilia, al Parma. Di certo, a quindici giorni dalla chiusura del calciomercato, è che ancora qualche altro movimento di mercato verrà fatto, sia entrata (così come lasciato intendere da mister Rigoli nella conferenza pre-gara) che in uscita, con Rosina in rampa di lancio verso Salerno.

Marco e Davide, i due capitani
Nell’assolato pomeriggio siracusano, in un campo in condizioni tutt’altro che perfette, guerreggiano impavidi due capitani. Tra la sabbia e l’erba sfilacciata i Fred MacMurray e Charlton Heston, protagonisti del film western del 1955, hanno i volti di Marco Biagianti da Firenze e Davide Baiocco di Perugia, passato, presente e futuro dell’Elefante. In mezzo al campo, con la fascia fitta al braccio, danno saggio di esperienza e personalità. Un esempio vivente per gli altri venti calciatori in campo. Ne viene fuori un duello d’altri tempi, spigoloso quanto basta, ma pur sempre nei binari della lealtà e della sportività. Sotto questo punto di vista Siracusa e Catania sono in buone mani…

Contro l’Akragas per crescere
Il pareggio in terra aretusea obbligherà il Catania a battere l’Akragas nel terzo ed ultimo in contro del girone G. Per superare il turno di coppa, i rossazzurri, tra sette giorni al “Massimino”, dovranno battere la formazione akragantina con qualsiasi risultato. Ma al di là del superamento del turno - non proprio l’obiettivo principale della compagine etnea -, ciò che conterà realmente sarà mettere altri minuti nelle gambe per migliorare la condizione atletica, l’intesa e gli automatismi tra i reparti. Un buon rodaggio in vista del primo vero “GP” della stagione, in programma il 28 agosto in casa contro l’ambiziosa Juve Stabia.