Un Catania Marca Liotru

Andrea Di Grazia, promessa del calcio etneo...

Andrea Di Grazia, promessa del calcio etneo... 

Piacevole chiacchierata con Vincenzo La Corte, attento osservatore del calcio giovanile catanese...

Largo ai giovani…nostrani
I giovani sono il futuro, in tutti i sensi. Nel calcio, poi, soprattutto nelle cosiddette serie ‘minori’, dove il budget è limitato, diventano una risorsa fondamentale che va valorizzata ed utilizzata nel miglior dei modi. Un concetto in passato da molti snobbato, ma che negli ultimi anni comincia lentamente ad avere maggiori consensi. Volenti o nolenti bisogna dare spazio e fiducia agli aitanti sbarbatelli; in tal senso, il regolamento del campionato di Lega Pro si esprime in maniera abbastanza chiara “… l'organico delle squadre dovrà essere composto da un numero massimo di 16 giocatori "over 22", da un numero illimitato di "under" (per tali intendendosi i giocatori nati dal 1° gennaio 1994 in avanti)…”. Così come le altre società di terza serie, anche il Catania sarà “costretto” alla linea verde. Una linea, nel caso del club dell'Elefante, dalle nitide sfumature rossazzurre… Al momento, nell’organico affidato a Pino Rigoli ci sono ben otto calciatori “Marca Liotru”, sei dei quali provenienti dal settore giovanile etneo. Ne abbiamo parlato con Vincenzo La Corte, prezioso collaboratore di CalcioCatania.Com ed attento osservatore del calcio giovanile catanese.

Nemo propheta in patria…forse
Lorenzo Longo e Mario Noce in difesa, Rosario Bucolo, Giuseppe Russo, Davide Di Stefano e Andrea Di Grazia in mediana, Alessio Rizzo sulla trequarti e Valerio Anastasi in avanti: sarà la volta buona per sfatare quella “fastidiosa” locuzione latina? Gli ingredienti sembrano esserci tutti: “E' notoria la difficoltà dei calciatori, a maggior ragione se molto giovani, nell'emergere in ambienti a loro familiari; succede invece che su palcoscenici estranei, generalmente, riesce loro più semplice far valere le proprie capacità e qualità. Hai parlato, e giustamente, di ingredienti potenzialmente idonei a sfatare la nota espressione. Da appassionato del calcio giovanile, fra questi, mi piace evidenziarne due, in particolare: il primo che ben sei degli otto calciatori etnei provengono dal vivaio rossazzurro, il secondo, che quattro di loro non sono nemmeno maggiorenni, registrando età variabili fra i 16 ed i 17 anni, espressione tangibile del buon lavoro del settore giovanile”.

Rosario Bucolo, esperto centrocampista catanese 




Il ritorno di Rosario Bucolo
Catanese, classe 1988, Rosario Bucolo ritorna a casa dopo tanto peregrinare: da Milazzo a Padova, da Messina a Reggio Emilia. All’alba dei ventotto anni, nel pieno della maturità calcistica, l’occasione tanto attesa: “Saro, proprio lui, il … decano delle giovanili! Gestiva le chiavi del centrocampo da assoluto protagonista nella Primavera stagione 2006/07 guidata da Pino Irrera, quando campo e palestra erano quelli di Monte Po'. Due partite memorabili per lui, la prima a Massannunziata contro il Napoli (battuto per 2-0), con tanto di sostenitori personali al seguito ripresi in diretta dalle telecamere SKY, la seconda ad Aci Sant'Antonio contro il Treviso con in porta una tale Frison, nella gara di ritorno degli ottavi di finale valevoli l'accesso alla Final eight. Pur sospinti da circa mille tifosi che riempivano lo stadio della città del carretto, i rossazzurri sfortunatamente non andarono oltre l'1-1, risultato che premiò i trevigiani. E dire che Saro si era subito presentato con una bella conclusione da fuori area, appena alta sopra la traversa. Attenzionato particolarmente in ottica prima squadra, il ragazzo non arrivò tuttavia all'esordio. Eccoci dunque ai giorni nostri, di nuovo Catania, e proprio nell'ultima amichevole contro il Misterbianco Bucolo è sceso in campo con la fascia di capitano”.


La chance concessa a Valerio Anastasi
Altro catanese stagionato è l’attaccante Valerio Anastasi, l’unico a non esser cresciuto nel vivaio rossazzurro. Un cognome importante reso ancor più “pesante” anche da un legame di sangue: “Si, Anastasi si è infatti trasferito ancor bambino, maturando percorso giovanile e crescita calcistica ben lontano da Catania. Naturalmente il cognome Anastasi a Catania è fortemente evocativo di Petru 'u tuccu, soprannome dell'ex attaccante della Massiminiana e della Juventus e tra i più grandi giocatori di sempre nati nella nostra città. Si deve al grande intuito di Nunzio Currenti, giornalista de La Sicilia, la certezza della relazione di parentela fra Pietro Anastasi e il padre di Valerio, Carmelo, che sono infatti cugini. Nell'amichevole contro la Sancataldese, Valerio ha realizzato la sua prima marcatura in rossazzurro. Il buongiorno si vede dal mattino, si dice così, no”?

Valerio Anastasi in azione 



Giuseppe Russo, futuro incerto
Nella lista dei non confermati era presente anche un catanese, Giuseppe Russo. Dato per partente, nelle ultime amichevoli, contro Sancataldese e Misterbianco, è sceso in campo in un ruolo non suo: “La scorsa stagione non è andata come previsto per il catanese che finalmente indossava la maglia della sua città. Poche occasioni offertegli da Pancaro e prestazioni impalpabili costrinsero il centrocampista a cambiare aria a gennaio. Rientrato dal prestito a giugno, è stato subito chiamato fuori dal progetto della corrente stagione, non partecipando alla presentazione ufficiale avvenuta nei saloni del Comune. Russo si allena in disparte in attesa di sistemazione, ma, improvvisamente, due uscite consecutive nell'inedito ruolo di terzino; mister Rigoli gli assegna infatti compiti difensivi nelle amichevoli contro Sancataldese e Misterbianco e il catanese risponde con prestazioni ampiamente sufficienti. E' l'alba di un nuovo giorno? Vedremo!”

Giuseppe Russo al termine del derby di Messina 



Andrea Di Grazia, il gioiellino di San Giovanni Galermo
Quattro reti (una delle quali al Catania), svariati assist e prestazioni sempre sopra la sufficienza. Un curriculum niente male per un giovane (classe 1996) che pur di rimanere in rossazzurro è pronto anche a cambiare ruolo. Stiamo parlando di Andrea Di Grazia: “Mi brillano un pò gli occhi, non lo nego; seguo Andrea da quando - ancor ragazzino - vinse (insieme a Sessa) la Nike Cup fra i Giovanissimi, che regolarono nella fase finale Milan, Inter, Napoli, Chievo e Parma, staccando così il pass per la finale intercontinentale disputata a Manchester nell'agosto 2011. Fino a quella stagione Andrea giocava interno di centrocampo, non è una novità per me che oggi venga proposto da mister Rigoli in quella porzione del campo, anche a sinistra, posizione coperta anche nella prima stagione Primavera, schierato nei tre dietro la punta. Nella prova contro il Misterbianco Di Grazia è stato indicato dai più come migliore in campo, prestazione suggellata anche dal gol personale, il secondo di queste amichevoli. Confido molto che il ragazzo riesca a ritagliarsi uno spazio nella società anche grazie allo speciale rapporto costruito già durante la parentesi ad Agrigento con il mister, motivatore straordinario che trasmette la voglia di vincere sempre. Di Grazia torna nella "sua" Catania, genio ed estro al servizio della causa rossazzurra. Gli auguro di conquistare il Massimino, voglia e mezzi non gli mancano!”

Sessa e Rossetti, bicchiere mezzo pieno
E pensare che insieme ad Andrea Di Grazia, anche Alfonso Sessa e Mattia Rossetti sembravano destinati all’Agrigento nell’affare che avrebbe portato in rossazzurro lo sloveno Urban Zibert. Sessa e Rossetti, pur non essendo catanesi provengono entrambi dal settore giovanile etneo: “Si, sono infatti entrambi campani, ognuno con una storia diversa, e dirottati a Catania giovanissimi da Ernesto Lo Monaco, fratello di Pietro. Sessa è come detto l'unico superstite insieme a Di Grazia di quella nidiata di ragazzini che conquistarono la Nike Cup; centrocampista centrale polivalente, predilige giocare come play basso di un centrocampo a tre, ma può essere impiegato a sinistra tanto nel 4-2-3-1 quanto nel 4-4-2 da interno. E' il classico metronomo che gioca a sostegno della difesa, ricevendo palla per smistarla con precisione, ma ugualmente deciso nel contrastare la manovra degli avversari. Lo scorso anno, pur non convincendo affatto le prove dei registi Musacci ed Agazzi, Pancaro non ha mai valutato la possibilità di concedergli una chance e il ragazzo a gennaio ha cambiato aria. Mi aspettavo le parole di elogio di Lo Monaco alla prima occasione, cosa puntualmente avvenuta quando in conferenza l'A.D. rossazzurro lo ha indicato come il miglior prospetto emergente ai tempi del suo abbandono della carica in società. Di Mattia Rossetti abbiamo detto e commentato tante volte in passato, dall'esordio ancor diciottenne in Serie B frutto dell'intuito di Pellegrino al magnifico gol di Bari, e poi la convocazione in Nazionale Under 20. Pur non avendo lasciato il segno durante la scorsa stagione di Lega Pro soprattutto a causa dell'inefficace utilizzo disposto da Pancaro, Mattia si è prepotentemente riaffacciato alla ribalta durante l'attuale fase di preparazione agli ordini di Rigoli, dialogando e confezionando assist ai compagni d'attacco nel corso delle amichevoli sin qui disputate. D'altronde dare il massimo è il suo stile, bravo senza palla e abile nello smarcarsi, capace com'è di tirare pericolosamente da fuori area.”

Lorenzo Longo, promettente difensore paternese 



Il quartetto baby
C’è poi il quartetto baby capeggiato da Davide Di Stefano, stabilmente aggregato alla prima squadra rossazzurra nel corso della seconda parte della scorsa stagione. Centrocampista di fosforo, abile nei calci piazzati, è stato utilizzato da mister Rigoli come terzino sinistro: “Premetto che a mio modo di vedere l'occasione data ai quattro ragazzi aggregati alla prima squadra, tanto in allenamento quanto nelle amichevoli, deve essere intesa come un premio a tutto un movimento capace di approdare alla Final Four del torneo Berretti. Davide è il più giovane del gruppo, ha ancora 16 anni; caparbio e tenace, a vederlo non gli si darebbe mai una così giovanissima età. E' vero, l'anno scorso ha realizzato cinque punizioni, una più bella dell'altra, ed ha guadagnato la stima della società che lo ha aggregato stabilmente in prima squadra per lunghi periodi nella seconda parte della stagione. In questa fase preparatoria, sono davvero sorprendenti i risultati in termini di resa e qualità nell'inedita veste di terzino sinistro cucitagli addosso da Rigoli per ovvie necessità contingenti. Il dialogo con i compagni della catena di sinistra è impeccabile, la fase difensiva ben curata, il ragazzo assorbe come una spugna e ripaga in termini di prestazione”.

Nel corso del pre-campionato si sono messi in luce anche i difensori Lorenzo Longo e Mario Noce: “Sono relativamente sorpreso, ben conoscendo le caratteristiche dei due, entrambi '99. Lorenzo ha maturato un'incredibile esperienza lungo tutto il campionato giocando titolare sotto età e ha maturato diverse convocazioni nelle giovanili azzurre, fra cui quella nella B Under 17 di due stagioni fa. Mario, ancora 16 anni, si è fatto trovare pronto per questa chiamata "superiore" quando Lorenzo si è dovuto fermare per un piccolo infortunio subito nel test contro il Biancavilla, trovando piena conferma anche al rientro del compagno. Peraltro da perfetto centrale difensivo qual è, temibile in area avversaria, non disdegna l'appuntamento col gol, avendone messi a segno già due nelle amichevoli sin qui disputate”.

Sulla trequarti, poi, c’è l’imprevedibilità di Alessio Rizzo: “L'unico '98 dei ragazzi aggregati, Alessio ha realizzato una stagione stratosferica con 7 gol di cui 4 su rigore ed una decina di assist, girando tutti i ruoli di centrocampo. Mancino naturale, utilizza però entrambi i piedi, realizzando i gol con l'uno e con l'altro, abbinando visione di gioco e senso della posizione alla buona tecnica, eccellendo nel dribbling e nella precisione del tiro. Al pari di Di Stefano, si è sin qui adattato alle esigenze del gruppo, eseguendo perfettamente le direttive di Rigoli in allenamento, fornendo il suo apporto nell'inconsueto ruolo di centrale difensivo”.