5 a Cava...llo!

Marotta la tocca piano e fa il 3-0...

Marotta la tocca piano e fa il 3-0... 

Max Licari sul "pokerissimo" alla Cavese. 4-3-3 futuribile, ma mercato indispensabile. Manneh mattatore.

Finalmente, un pomeriggio positivo…
Se qualcuno in società o nello staff tecnico o fra i giocatori cominciasse a pensare che con questo pur roboante 5-0 alla Cavese tutti i problemi del Catania siano magicamente risolti, sarebbe l’inizio della fine. La parola d’ordine, invece, deve essere: nessuna esaltazione. Solamente così si potrebbe pensare di imboccare una strada “virtuosa” in grado di far risorgere le quotazioni dell’Elefante in un campionato che, finora, vede un’autentica dominatrice, la Juve Stabia, una sorta di treno in corsa che ha travolto anche il Matera con quattro reti di scarto. I problemi rimangono, e si tratta di problemi strutturali che non possono essere risolti in quattro e quattr’otto (o cinque e cinque dieci) da qualche spostamento in campo o da un cambio di modulo. Del resto, lo striscione apparso in Curva Nord parla chiaro: "Mercato di gennaio, ultima chiamata". Senza gli opportuni innesti, non si andrà da nessuna parte. Ripetiamolo come un “mantra”, per carità, perché non vorremmo che qualcuno si convincesse del contrario. Tuttavia, il match vinto contro gli uomini di Modica ci dice alcune cose fondamentali. In primis, che il 99% dei giornalisti e dei tifosi non era composto da psicopatici adusi all’utilizzo di allucinogeni. Il 4-3-3, al momento, è l’unico modulo in grado di valorizzare la qualità di questa squadra. E alcuni giocatori di qualità ci sono, lo abbiamo sempre sottolineato, dai due centrali difensivi (il Catania, sostanzialmente, non prende più gol, se non quello sciagurato di Bisceglie, dal match con il Catanzaro) a Lodi a Marotta a Manneh, per fare qualche esempio. Il problema di fondo è che il 4-3-3 messo in campo dal primo minuto da Sottil non può essere quello “vincente”, in quanto impostato su alcuni giocatori che, per caratteristiche, non possono giocare in determinate posizioni. In particolar modo, Lodi e Angiulli contemporaneamente in mezzo, Marotta come esterno d’attacco. La riprova è l’indubitabile fatto che nella ripresa, una volta inserito un mediano di corsa e un esterno d’attacco di ruolo, indipendentemente dal valore intrinseco degli uomini messi in campo (è una questione, ripeto, puramente di caratteristiche), il Catania è “esploso”, seppellendo i campani sotto una valanga di reti. Vero, ed è giusto rimarcarlo per onestà intellettuale, come a quel punto gli ospiti fossero calati vistosamente nel pressing (e, dal 68’, in dieci per l’espulsione del portiere Vono) e, quindi, più semplice risultasse a Lodi e soci giostrare in mezzo e far ripartire l’azione, ma la quadratura della compagine rossazzurra è apparsa sicuramente più salda. In ogni caso, l’indicazione può risultare decisiva. Se, a gennaio, verranno inseriti almeno (e sottolineo “almeno”) una mezzala forte in grado di contrastare e inserirsi al tiro e un paio di esterni d’attacco di qualità (non i Vassallo, non i Barisic, per intenderci), in modo da costituire, insieme a Manneh, una batteria di attaccanti laterali in grado di alternarsi, il Catania potrà dire la sua. In più, e ciò mi pare indifferibile, un laterale basso titolare di affidamento, anche questo deputato ad alternarsi con Calapai e Baraye, dato che, purtroppo, Ciancio e Scaglia non hanno fin qui dato garanzie né fisiche né tecniche. Diciamo, quindi, almeno quattro giocatori titolari. Si è parlato, per esempio di Chiricò e Di Piazza. Ecco, il primo sarebbe perfetto per caratteristiche, il secondo (a mio parere) non servirebbe a molto, dato che il problema del Catania non è il centravanti, perché Marotta e Curiale, se inseriti in un contesto che funziona, i loro gol in C li fanno.

Manneh mattatore
E giungiamo all’autentico “man of the match”: Kalifa Manneh. Che dovesse giocare “per forza” lo avevamo ripetuto quasi a noia e, adesso, sarebbe troppo facile addentrarsi nei meandri del classico “l’avevo detto”. Non è costume del sottoscritto, del resto. Il vero problema è che si è perso troppo tempo. Se si fosse puntato con decisione sul gambiano e su Baraye (fra i migliori contro la Cavese fino a quando non è stato tolto dal campo da un infortunio), adesso, dopo 16 partite, il Catania avrebbe una coppia di ragazzi in piena rampa di lancio anche per le categorie superiori. Non si è avuto coraggio, qui sta la verità. Questi sono ragazzi che, in un team come il Catania, “devono” giocare a prescindere dal rendimento tecnico del momento, perché gli unici ad avere rapidità, velocità e “gamba”, qualità imprescindibili in questa categoria. Si sarebbe dovuto concedere loro un “filotto” di partite continuativo, tollerando anche qualche errore in più, per consentirne la crescita tecnico-tattica e l’affiatamento con i compagni, all’interno di un sistema di gioco definito e adatto. E solo DOPO valutarne il valore. E perché? Semplicemente perché il campo ti dice che non hai giocatori più forti in quei ruoli. Se tu, invece, dai loro fiducia per una o due gare, poi li metti in panca, poi ne cambi la posizione, poi li rimetti in panca e così via, non riuscirai mai a capire se hai in mano dei ragazzi di prospettiva oppure delle “meteore”. La doppietta di Manneh contro i campani, pertanto, non deve costituire una sorpresa, ma un preciso “mea culpa” da cui ripartire più consapevoli di prima. Solo così si riuscirà a venir fuori dagli equivoci che hanno attanagliato la squadra in questo girone d’andata.

Il 4-3-3 potrebbe essere il futuro
Il 4-3-3 invocato in primis da Lodi, con lo stesso numero 10 in cabina di regia, (come detto) è stato declinato in modo atipico, inserendo come mezzala Angiulli e come esterno d’attacco sinistro Marotta, dirottando a destra (a “piede invertito”) Manneh. Il primo tempo non scintillante, ma comunque più “quadrato”, dice che la strada potrebbe essere futuribile, ma serve continuità e maggiore “quantità” atletica. A centrocampo, Lodi può starci in quella posizione, perché (quando libero dal pressing) la verticalizzazione giusta te la azzecca (e non hai nessun altro in grado di farlo), ma deve avere accanto un mediano come Rizzo (puramente difensivo, diciamo l’Izco della C) e una mezzala d’inserimento con i piedi “non malvagi”, non diciamo l’Almiron della C per non apparire blasfemi, ma almeno un forte giocatore di categoria con quelle caratteristiche. E non certamente Angiulli, il quale non ha il passo giusto e, semmai, potrebbe essere il vice-Lodi. In attacco, abbiamo constatato che, se coccolato dalla fiducia, Manneh è un esterno che può dare soddisfazioni, soprattutto a campo aperto, mentre Marotta non può fare quel ruolo per dare spazio a Curiale (né viceversa…) al centro dell’attacco. Infatti, nella prima frazione, sono stati gli ospiti ad avere almeno due clamorose palle gol in ripartenza con lo sciagurato Sciamanna, mentre il Catania ha avuto difficoltà nello sviluppo del gioco e, se non fosse stato per l’invenzione estemporanea in imbucata di Curiale e per la velocità superiore di Manneh, il risultato non si sarebbe sbloccato. Nella ripresa, i due cambi Bucolo-Angiulli e Vassallo-Curiale hanno conferito un assetto più logico al 4-3-3 di Sottil, tanto che al 68’ il Catania ha trovato rigore (trasformato da Lodi) ed espulsione di Vono e, da quel momento in poi, campo libero per imperversare sulla difesa ospite. Splendido l’Eurogol da trenta metri di Marotta (uno dei più belli degli ultimi anni al “Massimino”), così come la caparbietà di Manneh (di gran lunga il migliore in campo e omaggiato di un’autentica ovazione da parte del pubblico all’atto dell’uscita dal campo all’85’) a trovare la doppietta, nonché la “sassata” di Calapai (che, personalmente, farei SEMPRE giocare al posto di Ciancio) a suggellare il “poverissimo”. Un bel Natale per società, squadra e tifosi. Ci voleva come il pane.

A Rieti per il bis
Questo importantissimo risultato non può restare lettera morta. È indispensabile trovare continuità nelle vittorie e chiudere nel migliore dei modi il 2018, in modo da proiettarsi nelle zone altissime della classifica (ancora il Trapani precede i rossazzurri e la coppia calabra Rende-Catanzaro procede appaiata agli etnei) alla ripresa di gennaio. A Rieti, contro un avversario tosto ma non trascendentale, l’occasione per ribadire che il momento nero è alle spalle. Basta proseguire sulla strada delle scelte semplici e logiche… Let’s go, Liotru, let’s go!!!