9 giugno 2002

Beppe Baronchelli, capitano senza paura di quel Catania...

Beppe Baronchelli, capitano senza paura di quel Catania... 



Tredicesimo anniversario della promozione in serie B conquistata allo "Jacovone" di Taranto.

Addio all'Inferno
Tredicesimo anniversario della promozione in serie B conquistata il 9 giugno 2002 nell’epica e memorabile ‘guerra’ contro il Taranto, culminata nella ‘battaglia’ senza appello dell’Erasmo Jacovone. Nove giugno 2002: tappa fondamentale della lenta risalita del Catania lungo il pendio delle serie calcistiche. Una conquista giunta al termine di un’annata vissuta tra alti e bassi, con quattro allenatori ad alternarsi sulla panchina etnea (Ammazzalorso, Vierchowod, Graziani e Pellegrino, quest’ultimi in coppia), con la paura di rivivere, ad un anno di distanza, il triste epilogo del “Celeste” di Messina. Situazione identica: terzo posto nella regular season e doppia finale da disputare contro la seconda (e miglior classificata) col cruccio, nonché svantaggio, di giocare la gara di ritorno in trasferta.

Ma non per quel Catania guerriero, quello di Iezzo, Baronchelli, Zeoli e Cicconi, scottati dalla beffa di un anno prima e tremendamente vogliosi di riscatto. Non per quei stoici 1500 tifosi rossazzurri impavidi nel popolare, tra mille cinquecento rischi, il settore ospiti dello stadio “Erasmo Jacovone” di Taranto, assiepato da 25000 tarantini. Millecinquecento tifosi rossazzurri: mille per ogni anno vissuto lontano da quella serie B, mai così desiderata come allora. Quindici anni spesi a girovagare tra Eccellenza, C.N.D (l’attuale serie D), la serie C2 e la serie C1 (oggi Prima e Seconda Divisione della Lega Pro). A masticar la polvere per quindici anni, prima di strappare dal manto erboso dello “Jacovone” quelle due B disegnate prematuramente dai ‘giardinieri’ tarantini.

Sono passati tredici anni, ma il ricordo di quella gioia è ancora vivo. La festa in piena notte al ‘vecchio Cibali’ (che da li a poco sarebbe stato ribattezzato Angelo Massimino) con migliaia di tifosi rossazzurri pronti ad esaltare gli ‘Eroi dello Jacovone”: cori, colori, luci nella notte di festa. Grazie a loro. Grazie, anche, alla Famiglia Gaucci. Perché se è vero che han lasciato il Catania pieno di debiti, è altrettanto vero che non si possono dimenticare gli sforzi sostenuti per riportare i rossazzurri in serie B. L’Elefante ha la memoria lunga e non dimentica mai. “Salimmo su, el primo e io secondo, tanto ch’i’ vidi delle cose belle che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo: e quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno, XXXIV Canto, vv 136-139). Addio Inferno!

Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est!
Il leitmotiv del campionato di serie C1 2001/2002 fu senza ombra di dubbio la ‘sfida infinita’ tra Catania e Taranto, tra Gaucci e Pieroni, amici prima, rivali poi. Una sfida, o meglio, una ‘guerra a distanza’ vissuta tra presunti favori arbitrali, rigori dubbi concessi alla formazione pugliese e scontri verbali tra le due società, sino al caos legato al tesseramento del tarantino Parente. Un confronto reso ancor più acceso dall’ oltraggioso, puerile e becero insulto fatto dai tifosi tarantini nei confronti della “Santuzza Catanese”. Striscione ignobile esposto in occasione del primo confronto stagionale tra le due compagini. Il 28 ottobre 2001 il Catania di Ammazzalorso perde a Taranto 1-0 (rete di Riganò) e al di là della sconfitta in campo i tifosi etnei non dimenticano il sacrilegio subito sugli spalti.

Il 10 marzo 2002, la rivincita. Dopo una scrosciante pioggia il Catania travolge il Taranto con un secco 3-0 (reti di Amoruso, Fini e Bonomi) tra un tripudio di colori ed ironia, in un cocktail di catanesità allo stato puro. Gli etnei di Vierchowod sorpassano in classifica il Taranto dell’ex Simonelli, puntando con decisione a quel primo posto occupato dall’Ascoli. Ma le velleità di promozione diretta si dissolvono nello scontro diretto del “Del Duca” di Ascoli. Rossazzurri sconfitti ed in caduta libera, Via Vierchowood ecco la ‘strana coppia’ composta da Graziani e Pellegrino pronti a riscrivere un finale che sembrava tristemente segnato. Il Taranto ‘beffa’ il Catania ‘rubandogli’ il secondo posto nel rush finale della stagione regolare, relegando gli etnei alla terza piazza.

Play off, il momento della verità. Tra mille polemiche Catania e Taranto superano in semifinale rispettivamente Pescara e Lanciano, dandosi appuntamento in finale. I giorni del giudizio finalmente arrivano. Il 2 giugno al “Cibali” decide un capolavoro balistico di Michele Fini, nello striminzito (ma pesantissimo alla lunga) 1-0 per gli etnei. Risultato da difendere con le unghia e coi denti nella gara di ritorno. Sette giorni più tardi, è il 9 giugno 2002, il Catania esce indenne dalla bolgia dello “Jacovone” di Taranto. Zero a zero. Nel settore ospiti dell’impianto tarantino i tifosi etnei ‘saldano’ il conto: “Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est!” Non offendere la Patria di Agata perché ella è vendicatrice delle ingiurie. Il Catania vola in serie B. Ingiuria vendicata.

I tabellini delle due finali:

Catania-Taranto 1-0
Catania “Cibali” – 2 giugno 2002

Catania: Iezzo, De Martis, Zeoli, Pane, Bussi, Baronchelli, E. Baggio (68’ Kanyengele), Cordone, Cicconi, L. Amouruso (69’ C. Bonomi), Fini (76’ Breda). All: Graziani & Pellergrino

Taranto: Di Bitonto, Galeoto, Pisano, Marziano, Siroti, Bennardo, Cazzarò, Monza (46’ Giugliano), Riganò, Parente (66’ De Liguori), Cariello. All: Simonelli

Arbitro: Brighi di Cesena

Rete: 49’ Fini.


Taranto-Catania 0-0
Taranto “Jacovone” – 9 giugno 2002

Taranto: Di Bitonto, Galeoto, Pisano, Marziano, Siroti, Bennardo, Cazzarò (23’ Andrisani), Giugliano, (46’Parente), Riganò, Triuzzi, Cariello (82’ De Liguori). All: Simonelli

Catania: Iezzo, De Martis, Zeoli, Pane, Bussi, Baronchelli, E. Baggio (87’ Breda), Cordone, Cicconi, C. Bonomi, Fini.
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo.